Le istituzioni finanziarie complici della distruzione dell’Amazzonia (VIDEO)

Dai fondi di investimento 54,1 miliardi di dollari per le compagnie minerarie con interessi nei territori indigeni dell'Amazzonia

[28 Febbraio 2022]

Il nuovo rapporto “Cumplicidade na Destruição IV/ Complicity in Destruction IV  – Como mineradoras e investidores internacionais contribuem para a violação dos direitos indígenas e ameaçam o futuro da Amazônia”, pubblicato da Articulação dos Povos Indígenas do Brasil (APIB) e Amazon Watch, mostra come le compagnie minerarie e gli investitori internazionali favoriscono le violazioni dei diritti dei popoli indigeni e minacciano il futuro della foresta pluviale amazzonica

Come spiega Ana Paula Varga direttrice per il Brasile di Amazon Watch, «Per anni, la nostra ricerca ha denunciato e chiesto responsabilità agli attori del Nord complici della distruzione in corso e delle violazioni dei diritti degli indigeni in Amazzonia. Quest’ultima indagine della serie ha rilevato che i finanzieri internazionali hanno versato 54,1 miliardi di dollari nelle compagnie minerarie descritte nel rapporto. In questa quarta edizione abbiamo scelto di concentrarci sull’attività mineraria a causa della sua crescente minaccia per le comunità indigene sotto le politiche emergenti dell’amministrazione Bolsonaro».

Si tratta della prima raccolta di casi di studio che mostrano i rischi di finanziare potenziali interessi minerari illegali nelle Terras indígenas – come Xikrin do Cateté, Waimiri Atroari e Sawré Muybu – nell’Amazzonia brasiliana e «Le corporations con sede negli Stati Uniti restano alcuni dei principali finanziatori complici di questa distruzione – dicono APIB e e Amazon Watch – Abbiamo indagato su 9 companies con licenze di esplorazione mineraria che si sovrapponevano a Terras indígenas e che presentano violazioni dei diritti; insieme, Capital Group, BlackRock e Vanguard hanno investito 14,8 miliardi di dollari in queste 9 compagnie».

Dopo la pubblicazione del precedente rapporto “Complicity in Destruction III”, nel 2020 APIB e Amazon Watch hanno iniziato a mappare gli interessi delle grandi compagnie minerarie che si sovrappongono alle terre indigene e dicono che «Nonostante le dichiarazioni di giganti come Vale e Anglo American che affermavano che avrebbero ritirato le loro domande di ricerca ed esplorazione mineraria in questi territori, la nostra ricerca dimostra che molte licenze rimangono attive nel database dell’ Agência Nacional de Mineração (ANM). In alcuni casi il numero delle richieste è addirittura aumentato. Inoltre, le compagnie minerarie hanno ripresentato alcune domande con confini abilmente ridisegnati che arrivano fino ai confini delle terre indigene, il che causerà comunque un enorme impatto». Nel novembre 2021, nel sistema ANM quasi 2.500 concessioni  minerarie attive si sovrapponevano a 261 Terras indígenas. Queste concessioni possono potenzialmente sfruttare 10,1 milioni di ettari di territorio, un’area grande quasi quanto l’Inghilterra.

Le Terras indígenas più colpite dalle concessioni minerarie sono Xikrin do Cateté e e Sawré Muybu nel Pará e Waimiri Atroari nell’Amazonas. La maggior parte delle licenze è concentrata nello Stato brasiliano del Pará, dove sono raddoppiate tra luglio e novembre 2021. I dati sono stati ottenuti attraverso una partnership con il progetto Mined Amazon, dal portale InfoAmazonia, che ha portato a una dashboard interattiva — lanciata in tandem con il rapporto — consentendo ricerche in tempo reale nel database ANM. La nuova ricerca applica i dati di un precedente studio pubblicato su Nature Communications secondo il quale «I progetti minerari possono far aumentare la perdita di foreste fino a 70 km oltre il sito operativo previsto».

Secondo Dinamam Tuxá della coordenação executiva dell’ApibAPIB, «Ci deve essere un’intesa generale sul fatto che queste aree non sono disponibili per l’esplorazione mineraria, né dovrebbero esserlo, sia per il rispetto del diritto costituzionale delle popolazioni indigene all’autodeterminazione sui loro territori sia per la loro importanza nella lotta ai cambiamenti climatici e garantire la vita del Pianeta. Lo stesso vale per i territórios tradicionais e altre áreas de preservação. Questa comprensione deve venire dallo Stato, ma anche dalle companies (che sono pienamente in grado di sapere quali aree richiedono anche di presentare tali requisiti) e dalle corporations finanziarie che le finanziano».

Complicity in Destruction IV rivela che «Negli ultimi cinque anni Vale, Anglo American, Belo Sun, Potássio do Brasil, Mineração Taboca e Mamoré Mineração e Metalúrgia (entrambi del Grupo Minsur), Glencore, AngloGold Ashanti e Rio Tinto hanno ricevuto un totale di 54,1 miliardi di dollari di finanziamenti da parte di investitori statunitensi, brasiliani, canadesi ed europei» La Royal Bank of Canada, la più grande banca privata del Paese, ha investito 512 milioni di dollari nelle compagnie minerarie ed è il principale investitore istituzionale nel Projeto Volta Grande, una miniera d’oro, di proprietà di Belo Sun, considerata socialmente ed ecologicamente irrealizzabile.

Il rapporto ricorda che «Le compagnie profilate condividono una storia di violazioni dei diritti umani e ambientali e un interesse di lunga data ad espandere le loro operazioni nei territori indigeni, dove l’estrazione mineraria è attualmente illegale». Anche le istituzioni brasiliane detengono una quota consistente nel finanziamento dell’estrazione mineraria su larga scala: con oltre 7,4 miliardi di dollari, PREVI – Caixa de Previdência dos Empregos do Banco do Brasil detiene i maggiori investimenti in queste compagnie minerarie, seguita dalla banca privata Bradesco, con quasi 4,4 miliardi di dollari, Caixa Econômica Federal, con 786 milioni di dollari. Anche le banche private internazionali come Crédit Agricole (Francia), Bank of America e Citigroup (USA), Commerzbank (Germania) e SMBC Group (Giappone). si distinguono per i loro investimenti in queste compagnie e «Tutti questi attori finanziari sono complici della distruzione portata dall’attività mineraria».

Rosana Miranda, Campaign Advisor di Amazon Watch, sottolinea che «La pandemia di Covid-19, invece di frenare lo slancio estrattivo, ha in realtà spinto il settore minerario a battere i record di profitti negli ultimi due anni. Queste banche e fondi di investimento considerano ancora l’investimento nel settore minerario un buon affare, ignorando la lunga storia di violazioni e impatti causati da questo settore. Sebbene molti di questi attori siano già stati elencati nelle precedenti edizioni di questa serie di rapporti, questo nuovo rapporto dimostra l’urgenza con cui devono impegnarsi in cambiamenti reali per fermare la scia di distruzione mineraria. Il loro rischio e la loro esposizione stanno solo crescendo».

In 5 casi di studio, Cumplicidade na Destruição IV descrive anche gli impatti e le violazioni dei diritti umani perpetrati da Vale, Anglo American, Belo Sun, Potássio do Brasil e Mineração Taboca eed evidenzia che «Vale ha ricevuto il maggior numero di investimenti e prestiti negli ultimi 5 anni che abbiamo analizzato, con 35,8 miliardi di dollari, dimostrando che nemmeno i successivi disastri della diga di Mariana e Brumadinho hanno ridotto l’appetito degli investitori per la compagnia mineraria».

Con il supporto del Mining Observatory è stata delineata la storia di questi conflitti e dei loro attuali sviluppi, che vanno dall’invasione dei territori tradizionali, alla contaminazione da metalli pesanti, al disprezzo del diritto alla consultazione libera, preventiva, informata e del consenso dei popoli indigeni. Le testimonianze contenute in Complicity in Destruction IV  mettono in discussione le dichiarazioni ufficiali delle compagnie minerarie sulle loro iniziative, il rapporto mostra come le attività di queste compagnie minerarie finanziate a livello internazionale abbiano alterato per sempre la vita dei popoli indigeni e delle comunità tradizionali. Il rapporto mette in discussione le dichiarazioni auto-elogiative delle compagnie sui loro progetti e illustra i rischi che corrono i finanziatori non ritenendo le compagnie responsabili.

La Varga aggiunge: «I danni ambientali e le minacce alla vita dei popoli della foresta causati dalle attività minerarie sono brutali e sono solo peggiorati sotto l’amministrazione di Bolsonaro. L’anno scorso, la deforestazione legata all’attività mineraria in Amazzonia è aumentata del 62% rispetto al 2018, anno in cui è stato eletto. Siamo consapevoli che l’approvazione del disegno di legge 191 potrebbe causare la perdita di 16 milioni di ettari di foresta pluviale amazzonica. Con la foresta pluviale al punto di non ritorno del collasso ecologico, dobbiamo coinvolgere tutti gli attori dietro questo settore. Governi, aziende e investitori devono essere tutti tenuti a rispondere e fermare questa distruzione. Se le compagnie non agiscono, gli investitori devono disinvestire».

Sonia Guajajara, della coordenação executiva dell’Apib denuncia: «Mentre i popoli indigeni lottano per garantire il diritto alla vita, sia nei nostri territori che in tutto il pianeta, il governo brasiliano e le compagnie minerarie stanno cercando di portare avanti un progetto di morte. Non è possibile continuare a convivere con attività che costringono le popolazioni indigene a piangere per l’omicidio quotidiano dei loro parenti, o ad assistere alla distruzione dei biomi di cui sono custodi, per portare avanti un progetto che non generi vero sviluppo, ma distruzione e guadagni che finiscono nelle mani di pochi».

La Varga  conclude: «L’attività mineraria ha un profondo impatto sulle vite degli indigeni e, se i governi e gli attori del Nord non ascolteranno gli avvertimenti nel rapporto, continuerà a distruggere gli ecosistemi e ad esacerbare il cambiamento climatico. Ci uniamo all’APIB per amplificare le richieste dei popoli indigeni e portare il messaggio direttamente a queste companies.  Insieme, abbiamo ottenuto diverse piccole vittorie da quando abbiamo lanciato Complicity in Destruction III e ora abbiamo bisogno che vi uniate di nuovo a noi per aiutarci a prevenire la distruzione pianificata dalle compagnie minerarie. Non possiamo permettere a queste corporations di ignorare la loro storia di violazioni dei diritti umani e inquinamento!»

Videogallery

  • The Kuruaya say no to Belo Sun

  • Os Xikrin do Cateté e as ameaças da Vale | Cumplicidade na Destruição IV

  • A comunidade da Vila da Ressaca e sua resistência contra Belo Sun | Cumplicidade na Destruição IV