Le farfalle dell’Arcipelago Toscano protagoniste della Giornata mondiale della biodiversità

Il 2 giugno appuntamento con la Festa delle farfalle all’Isola d’Elba

[22 Maggio 2016]

In occasione della Giornata Mondiale della biodiversità che si celebra oggi, Legambiente ha pubblicato il dossier “Biodiversità a rischio”, un’analisi sullo stato della tutela della biodiversità in Italia, che contiene una scheda sulle farfalle dell’Arcipelago Toscano e sulle ricerche scientifiche realizzate partendo dall’esperienza del Santuario delle Farfalle Ornella Casnati di Monte Perone, all’Isola d’Elba, dove il 2 giugno, a partire dalle 10,30  si terrà l’ormai tradizionale Festa delle Farfalle, con Butterfly Walk e vista guidata e che si concluderà  con panzanella, vino e prodotti tipici per tutti.

Quest’anno l’iniziativa, che rientra in Piccola grande Italia, la festa dei piccoli Comuni, quest’anno ha per tema “Cammini di bellezza, costruire il futuro per i borghi italiani”.

Ecco la scheda del dossier “Biodiversità a rischio”, dedicata alle farfalle dell’Arcipelago toscano:

 

L’ESPERIENZA DI CONSERVAZIONE DELLE FARFALLE ITALIANE

a cura di Leonardo Dapporto, Institut De Biologia Evolutiva (Csic), Barcelona

Il Mediterraneo rappresenta uno dei più importanti hot spot di biodiversità a livello globale. Tale ricchezza è dovuta alle particolari caratteristiche climatiche di quest’area, alla struttura geologica e geomorfologica e allo stato relativamente ben conservato del territorio. La presenza di un gran numero di isole gioca infine un ruolo particolare nel determinare la ricchezza biologica della nostra regione. Sulle isole infatti nuove specie possono evolvere o antiche specie possono sopravvivere, col risultato che gli ambienti insulari contribuiscono alla diversità globale in modo disproporzionato rispetto alla loro superficie. Tra tutte le isole del Mediterraneo la Sardegna, la Corsica e l’Arcipelago Toscano sono caratterizzate da faune e flore particolarmente ricche di endemismi e di popolazioni relitte. Le farfalle non fanno eccezione e nel complesso insulare Sardo-Corso-Arcipelago Toscano si incontrano un gran numero di specie che non vivono in nessun altro luogo al mondo. Inoltre, data la vicinanza di alcune isole dell’Arcipelago Toscano con la costa dell’Italia peninsulare, molte farfalle tipiche del continente si aggiungono alle faune insulari creando combinazioni uniche di specie. Come le farfalle che le compongono, queste comunità sono tanto belle quanto fragili, soprattutto se si pensa che sulle isole particolarmente piccole le singole popolazioni soffrono sempre di un certo rischio di estinzione.

Inoltre negli ultimi anni grazie all’affinamento delle tecniche per lo studio della sistematica biologica, si è scoperto che una larga frazione (forse fino a un quarto) delle specie esistenti non sono state ancora descritte poiché sono indistinguibili nell’aspetto da altre specie già note; si parla in questo caso di specie criptiche. Grazie proprio allo studio delle specie criptiche negli ultimi dieci anni la lista delle farfalle italiane si è allungata di tre specie (Zerynthia cassandra, Leptidea juvernica e Polyommatus celina) e altre ancora potrebbero aggiungersi nei prossimi anni: risultava quindi necessaria l’applicazione di queste tecniche di indagine anche alle farfalle insulari per poter capire quali popolazioni potessero rappresentare dei potenziali endemismi criptici da proteggere col massimo livello di attenzione. In pratica appariva chiaro da tempo che le farfalle delle isole Toscane meritavano uno sforzo estremo finalizzato a una loro completa conoscenza, isola per isola, e per poter capire quali popolazioni dovessero rappresentare delle priorità nell’economia della conservazione della diversità.

Uno sforzo simile ha comportato circa 15 anni di studio e il coinvolgimento di un gran numero di enti pubblici (Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, Parco Regionale della Maremma, Regione Toscana, CREA), di un team internazionale di università (Università di Pisa, Firenze e Torino, 8 Dossier Biodiversità a rischio di Legambiente, 2015. Institut de Biologia Evolutiva di Barcellona, Guelph University (Canada) e Oxford Brookes University (UK)) e di Legambiente.

Al termine dei 15 anni di studio la conoscenza delle farfalle di queste isole si è ampiamente arricchita e non c’è isola che non abbia visto aumentare la lista delle specie note di almeno 3 unità. L’isola d’Elba conta adesso un numero di specie superiore a quelle note per la Sardegna nonostante la sua superficie sia decisamente più ridotta. All’Elba in particolare abbiamo riscoperto dopo 80 anni la Zerynthia cassandra che vive su questa isola in una ristrettissima area di pochi chilometri quadrati.

Confrontando i dati raccolti con i dati del secolo scorso presenti in letteratura è stato possibile capire quali specie su ogni isola siano andate incontro a estinzione o a forte riduzione delle popolazioni e cercare di capirne le cause. Ad esempio, all’isola d’Elba le specie che sono andate scomparendo sono soprattutto quelle legate a climi più freschi e umidi, mentre a Capraia sono scomparse quelle specie che hanno bisogno di luoghi freschi e riparati per superare l’estate. Questi due dati ci fanno capire di come i cambiamenti climatici possono influenzare negativamente le comunità dei lepidotteri insulari, soprattutto in assenza di aree fresche e ombreggiate come avviene a Capraia. Abbiamo quindi formulato una prima direttiva per proteggere le farfalle dell’Arcipelago Toscano, cioè di promuovere l’esistenza di aree boschive ombreggiate ma non troppo chiuse che possano permettere lo sviluppo di piante a fiore nel sottobosco e alle farfalle di trovare un ambiente idoneo a trascorrere le settimane più calde e secche dell’anno.

Per poter riconoscere l’esistenza di specie criptiche e il valore genetico delle singole popolazioni è stata inoltre applicate la tecnica del DNA barcoding a tutte le specie che sono state rinvenute in ogni isola. In questo modo è stato possibile eseguire una mappatura a tappeto della diversità più intima delle farfalle di questa regione. Alcuni risultati sono apparsi sorprendenti, come l’evidenza che (per il DNA mitocondriale) il complesso di specie di Coenonympha corinna e Coenonympha elbana non sia composto da due entità come si credeva, ma da tre: la prima vive in Sardegna, la seconda in Corsica e in Capraia e la terza in Toscana, Elba e Giannutri. Purtroppo non è stato possibile rinvenire questa specie all’isola del Giglio dove probabilmente si è già estinta. Un’altra specie che ha mostrato un interessantissimo pattern di diversità è Hipparchia neomiris. Questa specie è un endemismo della Sardegna, della Corsica e dell’Isola d’Elba. Quando si va a osservare la struttura del DNA, le popolazioni della Sardegna appaiono molto diverse da quelle Corse ed Elbane e la differenza nella forma di alcune strutture morfologiche conferma che vi possa essere una separazione tra due diverse entità evolutive. Purtroppo anche in questo caso si deve annoverare una estinzione poiché, circa 30 anni or sono, Hipparchia neomiris era stata raccolta anche a Capraia, mentre durante le nostre numerose escursioni sull’isola non l’abbiamo mai osservata. Queste due specie e i dati sulle estinzioni all’Elba e Capraia rappresentano gli esempi più eclatanti della diversità che è stato possibile scoprire e riscoprire, ma anche dell’urgenza di proteggerla. Adesso almeno non ci sono più scuse, conosciamo benissimo il patrimonio di cui disponiamo e come possiamo preservarlo.

LEGAMBIENTE PER LE FARFALLE

Da anni Legambiente lavora per approfondire la conoscenza scientifica e per garantire la conservazione di questa preziosa specie, messa a rischio da perdita o frammentazione degli habitat, dai cambiamenti climatici e da uno sviluppo incontrollato del turismo.

Nel 2008, infatti, è nato nell’Isola d’Elba il Santuario delle farfalle “Ornella Casnati”, un percorso di circa 2 km. alle pendici del Monte Perone lungo il quale si possono ammirare e riconoscere le specie di farfalle presenti. Grazie alle posizione particolarmente felice dell’Arcipelago Toscano, “a ponte” tra la penisola italiana e la Corsica, la fauna elbana rappresenta qualcosa di unico sia in termini di numero di endemismi, sia per la ricchezza e rarità delle specie presenti. Grazie, infatti, al progetto del Santuario è stato possibile confermare la presenza sull’Isola di due specie (Zerynthia polyxena e Glauchopsyche alexis) dopo più di 70 anni. Una particolare importanza è rivestita da Zerynthia polyxena, specie in declino in Europa e unica farfalla elbana inserita nell’Allegato IV della Direttiva Habitat 92/43/CEE tra le specie animali di interesse comunitario.

Nel 2014, grazie ad una Convenzione quinquennale tra Legambiente e il Parco nazionale Arcipelago Toscano, sono state compiute nuove attività di monitoraggio che hanno permesso di documentare la presenza nuove specie di farfalle su alcune isole dell’Arcipelago Toscano, mentre altre sono state confermate dopo decenni dalla loro ultima osservazione. Il gruppo di ricerca internazionale ha inoltre effettuato studi genetici tramite il barcoding, ovvero lo studio di un particolare gene che può essere utilizzato per attribuire un individuo ignoto alla sua specie, utile anche per ricostruire la storia evolutiva di popolazioni che vivono in regioni diverse. Sempre nell’ambito della Convenzione, sono stati organizzati eventi divulgativi e di ricerca (come la recente settimana delle farfalle alle Isole Eolie) con l’obiettivo di allargare la lista delle specie note e coinvolgere cittadini e turisti nella conservazione di questa specie. Il santuario rappresenta oggi un’opportunità unica per conoscere le farfalle e poter intervenire laddove alcune specie appaiano in declino, nonché per promuovere uno sviluppo sostenibile locale incentrato sulla conservazione dello straordinario valore della biodiversità.