Le farfalle cannibali che mettono in dubbio Darwin
Scoperta la “cleptofarmacofagia”: nel Nord Sulawesi le farfalle dell’euforbia si nutrono di giovani vivi per rubare sostanze chimiche per farne "regali di nozze"
[10 Settembre 2021]
Lo studio “Kleptopharmacophagy? Milkweed butterflies scratch and imbibe from Apocynaceae‐feeding caterpillars”, pubblicato su Ecology da un team internazionale di ricercatori rivela per la prima volta che le farfalle delle asclepiade si v nutrono di bruchi vivi della loro stessa specie. I ricercatori suggeriscono che lo facciano per aumentare la loro offerta di feromoni dell’accoppiamento.
Secondo l’università di Sydney che ha guidato il team di ricerca, Charles Darwin e Alfred Wallace hanno quasi sempre ragione, ma «Il comportamento di una farfalla nei confronti dei membri della propria sottofamiglia (Danainae) è tra le ultime scoperte che sollevano interrogativi nella teoria dell’evoluzione degli insetti».
Gli scienziati hanno infatti scoperto che le farfalle dell’euforbia «Molestano, sottomettono e successivamente si nutrono di bruchi vivi, morti e morenti appartenenti ad altre farfalle dell’euforbia, ovvero i piccoli della loro famiglia. I bruchi sono lo stadio larvale di farfalle e falene».
I bruchi si nutrono di piante tossiche, rimpinzandosi così di sostanze chimiche nocive e sgradevoli che servono loro a difendersi dai predatori per i predatori, come gli uccelli e che vengono “pubblicizzate” anche nei vistosi colori di avvertimento delle farfalle. Sono le stesse sostanze chimiche che aiutano i maschi delle farfalle a produrre i feromoni che favoriscono l’accoppiamento e che funzionano come “doni” nuziali per le femmine durante il corteggiamento.
Di solito, i maschi di farfalle dell’euforbia integrano questa tossicità innata grazie alla loro dieta, cercando ulteriori fonti vegetali delle sostanze chimiche repellenti e velenose, ma il team di ricercatori ha scoperto che «Nel loro tentativo di aumentare le loro scorte di questa droga dell’amore» nel Nord Sulawesi, in Indonesia, sembra che le farfalle abbiano sviluppato un gusto per i bruchi.
Il principale autore dello studio, Yi-Kai (Kai) Tea della School of life and environmental sciences dell’università di Sydney, sottolinea che «E’ la prima volta che questo comportamento è stato segnalato. Il comportamento non si adatta perfettamente alle modalità tradizionali di predazione, parassitismo o mutualismo, e quindi presenta una nuova sfida alla teoria evoluzionista. Abbiamo coniato il termine “cleptofarmacofagia”: furto chimico per il consumo. Per integrare le scorte chimiche che ottengono come giovani di bruco, le farfalle si impegnano in un comportamento noto come “graffiare le foglie”: danneggiano le piante [contenenti sostanze chimiche] con i loro artigli tarsali affilati, liberano i succhi delle piante e le assorbono usando le loro lunghe lingue arricciate».
Ma finora nessuno aveva mai segnalato farfalle che “graffiavano” bruchi vivi, ma Tea fa notare che «I bruchi sono essenzialmente sacchetti di foglie macerate; le stesse foglie che contengono queste potenti sostanze chimiche che cercano le farfalle dell’euforbia. Per le farfalle adulte, possono semplicemente essere una fonte alternativa di sostanze chimiche di cui nutrirsi.
Tea e i suoi colleghi hanno osservato questo comportamento insolito nel 2019, quando nelle foreste costiere del Nord Sulawesi hanno visto maschi adulti delle farfalle dell’euforbia graffiare sia le foglie che i bruchi vivi e morti e apparentemente assorbire i loro succhi. Tea ricorda che «Le larve di bruco contorcevano rapidamente i loro corpi in quelli che sembravano inutili tentativi di scoraggiare i graffi».
Mentre era già stato documentato che le farfalle euforbia si nutrono di carcasse di altri insetti contenenti sostanze chimiche, questa è la prima volta che è stato riportato che il comportamento si estende a insetti vivi del loro stesso ordine, in questo caso i loro bruchi. Ma non è chiaro se i bruchi morti siano il risultato degli attacchi dei maschi adulti.
Tea conclude facendo notare che «Tuttavia, queste semplici osservazioni sollevano interrogativi sull’ecologia di queste famose farfalle, fornendo numerose opportunità per studi futuri. Ad esempio, a quali composti esatti sono interessate queste farfalle? Questo comportamento si verifica in altre parti del mondo?»