Le faggete vetuste dei Parchi del Pollino e dell’Aspromonte nel patrimonio mondiale Unesco

Un importante riconoscimento per la tutela delle faggete di Valle Infernale (Aspromonte) e del Pollinello (Pollino)

[29 Luglio 2021]

Il Comitato del Patrimonio Mondiale in corso a Fuzhou, Cina, ha inserito il Parco Nazionale dell’Aspromonte e quello del Pollino nelle “Antiche Faggete Primordiali dei Carpazi e di altre regioni d’Europa”, bene seriale transazionale iscritto nel Patrimonio Mondiale Unesco nel 2017.

L’Unesco spiega che «Le faggete vetuste si trovano in 18 Paesi: Albania, Austria, Bosnia Erzegovina, Belgio, Bulgaria, Croazia, Francia, Germania, Macedonia del Nord, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svizzera e Ucraina, oltre naturalmente all’Italia, e rappresentano un esempio eccezionale di foreste complesse, che offrono un ampio spettro di modelli ecologici e diversi tipi di faggi, in condizioni ambientali diverse. Il faggio europeo ha resistito a ogni glaciazione dell’ultimo milione di anni, sopravvivendo a qualsiasi condizione climatica avversa, nella parte meridionale del continente europeo. Dopo l’ultima Era Glaciale, circa 11.000 anni fa, il faggio ha cominciato a espandersi dalle zone del sud fino a ricoprire ampia parte del continente europeo».

Come chiedevano le associazioni ambientaliste, gli oltre 800 ettari di faggete vetuste del Pollino e dell’Aspromonte si aggiungono alle faggete italiane già inserite nel  sito transnazionale del Patrimonio Unesco: Valle Cervara, Selva Moricento, Coppo del Morto, Coppo del Principe e Val Fondillo nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise; Cozzo Ferriero, nel Parco Nazionale del Pollino (Potenza); la Foresta Umbra, nel Parco Nazionale del Gargano; Monte Cimino (Viterbo); Monte Raschio (Oriolo Romano, Viterbo) e Sasso Fratino, nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.

L’Unesco sottolinea che «Questo bene transnazionale è indispensabile per la comprensione della storia e dell’evoluzione del gene Fagus, che, per la sua grande distribuzione nell’Emisfero Settentrionale e la sua importanza ecologica, riveste una rilevanza globale. Il faggio rappresenta infatti un esempio eccezionale della ricolonizzazione e dello sviluppo degli ecosistemi terrestri fin dall’ultima Era Glaciale. La sua presenza in così vaste aree d’Europa è una testimonianza vivente dell’adattabilità del suo gene, un processo tuttora attivo.

Le parti che compongono il bene seriale sono state scelte poiché rappresentanti delle diverse tipologie di faggete antiche e primordiali attraverso l’Europa, in termini di differenti condizioni climatiche, geologiche e altitudinali».

Per il Parco Nazionale dell’Aspromonte è la faggeta vetusta di Valle Infernale ad essere iscritta tra i patrimoni mondiali dell’Umanità e il presidente dell’Ente Parco, Leo Autelitano, spiega che «L’unicità della faggeta vetusta di Valle Infernale  è  legata anche al substrato geologico metamorfico e ai processi tettonici che caratterizzano il paesaggio selvaggio d’Aspromonte creando un ambiente unico nell’area di distribuzione del faggio. L’ingresso nel sito seriale “Ancient and Primeval Beech Forests of the Carpathians and Other Regions of Europe”, certifica l’unicità ecologica di Valle Infernale, quale scrigno di biodiversità che sarà possibile conservare per le generazioni future nonostante i cambiamenti climatici in atto. Grazie all’integrità dell’ecosistema forestale e alla protezione integrale dell’area questo inestimabile patrimonio sarà conservato per le generazioni future come richiesto dalla convenzione Unesco».

Il Presidente del Parco Nazionale del Pollino, Domenico Pappaterra, ha accolto con soddisfazione la notizia: «E’ decisamente un momento magico quello che sta vivendo il Parco del Pollino. Nel giro di pochi anni prima l’ingresso nella  Rete Geoparchi Unesco, successivamente la proclamazione quale Patrimonio Mondiale dell’Umanità della Faggeta Vetusta di Cozzo Ferriero nel comune di Rotonda in Basilicata, poi la scoperta di Italus il Pino più vecchio d’Europa con i suoi 1230 anni e adesso l’ingresso nella prestigiosa famiglia Unesco della Fafggeta vetusta del Pollinello nel Comune di Castrovillari, in Calabria, incastonata in un contesto territoriale unico tra le cime del Pollino e del Dolcedorme vicina ai secolari esemplari di Pino Loricato».

L’unicità della faggeta vetusta del Pollinello è legata al particolare contesto bioclimatico presente nel Parco del Pollino dove il faggio incontra il pino loricato. In questo ambiente integro i faggi nascono, crescono e muoiono seguendo complessi cicli naturali sfidando così il passare del tempo sino a raggiungere età massime che possono superare i 600 anni, come per Italus il loro decano. Quindi la storia ecologica di un’area dalle caratteristiche ecologiche uniche ed integre rendono la faggeta vetusta del Pollinello un vero scrigno di biodiversità che sarà possibile conservare per le generazioni future nonostante i cambiamenti climatici in atto.

Pappaterra conclude: «Grazie agli studi effettuati con i fondi messi a disposizione dal ministero dell’ambiente con la Direttiva Biodiversità è stato possibile attivare una collaborazione con il Prof. Piovesan dell’Università Tuscia di Viterbo il quale avvalendosi a sua volta di collaborazioni con l’Unical e l’Unibas e lavorando fianco a fianco con i tecnici del parco ha portato alla candidatura di questa Faggeta in cui ci sono esemplari che hanno un’età di 620 anni circa e sono considerati tra i più vecchi d’Europa. Questo risultato ci inorgoglisce e nello stesso tempo ci carica di ulteriori responsabilità in ordine alla valorizzazione della straordinaria biodiversità di cui è detentore il Parco Nazionale del Pollino. Nei prossimi giorni programmeremo una grande iniziativa per festeggiare questo prestigioso riconoscimento e sarà l’occasione per ringraziare tutti i protagonisti che hanno contribuito al raggiungimento di questo importante traguardo».