La vita assume ogni forma, ma alcune dimensioni sono più diffuse di altre

Le dimensioni della vita: la natura favorisce le creature più grandi e più piccole

La biomassa dei pesci è probabilmente la metà di quella che era prima dell'arrivo degli esseri umani

[15 Maggio 2023]

Lo studio “The sizes of life”, pubblicato su PLOS ONE  da Eden Tekwa, Anna Bazzicalupo e  Mary O’Connor dell’università della British Columbia, e Katrina Catalano e e Malin Pinsky della Rutgers University, ha esaminato le dimensioni corporee degli organismi viventi sulla Terra, scoprendo che «La biomassa del pianeta – il materiale che costituisce tutti gli organismi viventi – è concentrata negli organismi alle due estremità dello spettro dimensionale».

I ricercatori canadesi e statunitensi hanno passato 5 anni a compilare e analizzare dati sulle dimensioni e la biomassa di ogni tipo di organismo vivente sul pianeta, dai minuscoli organismi unicellulari come archaea e batteri presenti nel suolo ai grandi organismi come le balenottere azzurre e le sequoie e hanno scoperto che «Il modello che favorisce organismi grandi e piccoli si è mantenuto in tutti i tipi di specie ed è più pronunciato negli organismi terrestri che negli ambienti marini».  E’ interessante notare che la dimensione corporea massima sembra raggiungere gli stessi limiti superiori in più specie e ambienti.

Tekwa, che ora è ricercatore al dipartimento di biologia della McGill University, spiega che «Alberi, erbe, funghi sotterranei, mangrovie, coralli, pesci e mammiferi marini hanno tutti dimensioni corporee massime simili. Questo potrebbe suggerire che esiste un limite massimo universale di dimensioni dovuto a limitazioni ecologiche, evolutive o biofisiche». Pinsky aggiunge: «La vita ci stupisce costantemente, compresa l’incredibile gamma di dimensioni in cui si presenta. Se il microbo più piccolo fosse della dimensione del punto alla fine di questa frase, il più grande organismo vivente, un albero di sequoia, sarebbe della dimensione del Canale di Panama».

Tekwa ricorda che «Per quanto riguarda gli esseri umani, sappiamo già di far parte di una biomassa relativamente piccola, ma la nostra dimensione tra tutti gli esseri viventi rivela il nostro posto nel bioma globale. Apparteniamo alla gamma di dimensioni che comprende la biomassa più elevata, che è di una dimensione corporea relativamente grande».

Gli autori dello studio sono convinti che «Catalogare quali dimensioni corporee sono più comuni è un passo fondamentale verso la comprensione del mondo che ci circonda. Questi risultati hanno anche importanti implicazioni per la previsione degli impatti del cambiamento climatico e dell’attività umana sulla biomassa del pianeta».

Tekwa  conclude: «Ad esempio, la biomassa dei pesci è probabilmente la metà di quella che era prima dell’arrivo degli esseri umani, ma diventa sempre più difficile dedurre questi schemi man mano che andiamo più indietro nel tempo. Dobbiamo pensare a come la distribuzione della biomassa corporea cambierà sotto le pressioni ambientali».