Le associazioni ambientaliste contro il Jova Beach Party sulla spiaggia di Policoro: «La natura va difesa, non calpestata»

Legambiente: «Ci sono altri luoghi deputati allo scopo, non certo le spiagge e le montagne»

[6 Agosto 2019]

Il Jova Beach Party in programma a Policoro, in Basilicata. il 13 agosto 2019 sulla spiaggia Località Torre Mozza, ha sollevato le proteste delle associazioni ambientaliste Mediterraneo no triv, Cova Contro, No scorie Trisaia, Medici per l’ambiente e Mamme libere, che in un comunicato congiunto del 4 agosto esprimevano «forti dubbi e perplessità», ricordando che «In effetti, l’evento musicale si svolgerà nel sito di interesse comunitario (SIC) IT9220080 denominato “Costa Ionica Foce Agri”, individuato ai sensi della Direttiva Comunitaria 92/43/CEE “Habitat”». Le 5 associazioni se la prendevano anche con «il silenzio assordante di associazioni locali che pur avendo una struttura organizzativa molto strutturata sul territorio, preferiscono tacere». Il riferimento a Legambiente e al Wwf – sponsor del Jova Beach Party – era evidente, ma. Almeno per quanto riguarda il Cigno Verde la polemica si è dimostrata fuori luogo.

Infatti, la  presidente del Circolo Legambiente di Policoro, Stella Bonavita, che da decenni si batte per la difesa della flora e della fauna che popolano la duna policorese, il 5 agosto ha espresso la posizione del Cigno Verde: «Siamo preoccupati per l’impatto ambientale del Jova Beach party del 13 agosto sulla spiaggia di Policoro. L’evento mette a rischio un sito vocato per la riproduzione di specie importanti quali il fratino e la tartaruga Caretta caretta, nonché altre specie protette valorizzate nei progetti europei Life/nature. Inoltre, il concerto, che concentrerà in un’area limitata 40mila persone, renderà particolarmente vulnerabili alcuni dei tratti dunali di cui la costa si fregia, piene di bellezze naturali come il Pancratium marittimum, il ravastrello, l’ammophila , la tamerice, in zona dichiarata SIC (Sito Interesse Comunitario) “Costa Jonica Fiume Agri”, dove il calpestìo di migliaia di persone rischia di compromettere lo stato delle dune per decenni a favore dell’erosione costiera. A livello locale, abbiamo lavorato con le scuole e con i turisti al fine di sensibilizzarli per migliorare i loro comportamenti sulle dune per evitare azioni scorrette per non compromettere l’ecosistema, e ora che cosa si fa? Quale messaggio diamo?»

Il presidente di Legambiente Basilicata, Antonio Lanorte, annuncia anche altre iniziative del Cigno Verde: «Oltre ai notevoli impatti ambientali potenziali legati all’evento riteniamo ci sia anche un approccio culturale non corretto legato all’utilizzo di siti naturali per grandi manifestazioni. Il rischio è che venga sdoganato il concetto che sia possibile fare tutto in qualsiasi luogo, anche laddove fino ad oggi si riteneva impossibile la compatibilità di certe attività con la conservazione degli aspetti naturali e ambientali. Non vorremmo cioè che iniziative come questa possano aprire le porte a deroghe per concerti o eventi massivi simili in altre aree protette creando un pericoloso precedente. Eventi come questo non contribuiscono a dare un messaggio corretto in un momento come questo in cui viviamo una crisi climatica e ambientale senza precedenti”. Anche per tali motivi abbiamo inviato un esposto-denuncia agli organi competenti affinché si accerti con urgenza: se vi siano gli estremi affinché lo svolgimento del Jova Beach Party del 13 agosto possa essere spostato in altro luogo, oppure possa essere rinviato a data successiva al 31 agosto, in considerazione dell’elevato interesse conservazionistico delle specie e degli habitat; se vi siano gli estremi per la riduzione dell’area d’intervento con conseguente limitazione del numero massimo di spettatori; se vi siano gli estremi per la sussistenza di tutti i requisiti di sicurezza previsti per i partecipanti».