Le aquile calve si sono salvate dal Ddt ma ora rischiano l’avvelenamento da piombo

Il piombo sparato dai cacciatori mette a rischio anche altri uccelli e coyote, volpi, martore e orsi

[17 Gennaio 2022]

Le popolazioni di aquile calve (Haliaeetus leucocephalus), simbolo degli Stati Uniti d’America,  si sono lentamente riprese dalla quasi estinzione dopo che nel 1972 il governo Usa ha vietato il DDT nel 1972, ma ora un altro problema sta mettendo a rischio quella ripresa. l’avvelenamento da piombo causato dalle munit<zioni usate dai cacciatori.

Infatti, il nuovo studio “Environmental lead reduces the resilience of bald eagle populations”,  pubblicato sul Journal of Wildlife Management da un team di ricercatori statunitensi guidato da Brenda Hanley, del Wildlife Health Lab del College of Veterinary Medicine della Cornell University, rileva che, «Nonostante il numero crescente di aquile calve, l’avvelenamento dovuto al consumo di carcasse morte o parti contaminate da pallini di piombo ha ridotto la crescita della popolazione dal 4% al 6% all’anno nel nord-est».

I risultati dello studio – finanziato da Morris Animal Foundation, e New York State Department of Environmental Conservation  e con fondi del Federal Aid in Wildlife Restoration Act dell’U. S. Fish and Wildlife Service – potrebbero aiutare a educare e informare la politica sulle scelte delle munizioni per i cacciatori, poiché esistono munizioni a base di rame, ferro, bismuto e tungsteno e in un Paese super-armato come gli Usa sarebbe davvero una grande svolta.

L’autrice senior dello studio, Krysten Schuler del College of Veterinary Medicine della Cornell University, evidenzia: «Speriamo che questo rapporto aggiunga informazioni che costringano i cacciatori, che si ritengono ambientalisti, a pensare alle loro scelte per le munizioni».

La Hanley aggiunge: «Il piombo nell’ambiente riduce la resilienza delle popolazioni di aquile calve». I livelli di crescita ridotti delle aquile possono far diminuire le difese che proteggono le loro popolazioni da eventi imprevisti.

La Schuler avverte: «Anche se la popolazione sembra essersi ripresa, potrebbero verificarsi alcune perturbazioni che potrebbero causare un nuovo declino delle aquile. La perdita di habitat, il cambiamento climatico, il virus del Nilo occidentale e altre malattie infettive sono tutte minacce che potrebbero influenzare la resilienza delle aquile calve e portare al declino della popolazione».

secondo un rapporto pubblicato nel 2021 dal Fish and Wildlife Service Usa, tra il 2009 e il 2021, il numero di aquile calve nei 48 Stati Usa contigui (escluse Hawaii e Alaska) è quadruplicato arrivando a più di 316.000 esemplari, ma gli attuali risultati sugli impatti del piombo sulle aquile indicano potenziali esiti negativi anche per altre specie e anche la salute umana può essere compromessa quando i proiettili si frammentano all’interno della selvaggina che poi viene consumata.

Per questo, molti cacciatori, dopo aver ucciso un cervo o un’altra grossa preda  lasciando gli organi contaminati dalle pallottole di piombo dove l’animale è caduto. E’ noto che le aquile calve si cibano di questi resti, ma non sono gli unici animali a farlo. Le foto-trappole hanno mostrato che anche gufi e corvi, coyote, volpi, martore di Pennant e orsi si nutrono dei resti contaminati da piombo lasciati dai cacciatori.

La Schuler evidenzia che «Non abbiamo raccolto dati su queste altre specie nello stesso modo in cui abbiamo prestato attenzione alle aquile. Stiamo mettendo le aquile come specie poster per questo problema, ma non sono le uniche ad essere colpite».

La Hanley ha utilizzato una rappresentazione matematica della life history  delle aquile calve che collega le caratteristiche dei singoli esemplari ai processi a livello di popolazione e il suo team di ricerca hanno anche utilizzato i dati delle  autopsie sulle carcasse di aquile calve realizzate dal 1990 al 2018 in 7 Stati Usa nord-orientali, scoprendo che «Su 1.200 campioni, quasi 500 erano stati testati per il piombo e, per questi, i ricercatori hanno cercato di vedere se gli uccelli ne avessero ingerito livelli tossici o se fossero stati appena esposti al metallo».

Attraverso un computer model, i ricercatori sono stati in grado di creare una situazione ipotetica nella quale le aquile esposte al piombo e avvelenate risultanti dalle autopsie venivano aggiunte nuovamente alla popolazione di uccelli vivi, per capire così come si sarebbero comportate le loro popolazioni se questi grandi rapaci non fossero morti o non fossero stati esposti  al piombo.

Ne è venuto fuori che « Anche se il numero totale di aquile è aumentato in tutto il nord-est tra il 1990 e il 2018, il modello ha stimato che i decessi per ingestione di piombo hanno depresso il tasso di crescita delle popolazioni di aquile calve del 4,2% (per le femmine) e del 6,3% (per i maschi)».

La Schuler conclude; «abbiamo reso pubblico il   software dalla nostra nuova metodologia, in modo che altri possano utilizzarlo per analizzare dati simili a livello di popolazione per altre specie».