Il lato oscuro delle foche: sono loro i nuovi killer nel Mare del Nord [FOTOGALLERY]
Mutilano e uccidono le focene. Ancora nessuno caso di attacchi fatali verso gli umani
[28 Novembre 2014]
La persone normalmente pensano alle foche grigie come animali “paciocconi” e sostanzialmente pacifici, mentre gli scienziati hanno sempre creduto che predassero solo di pesce. Ora lo studio “Exposing the grey seal as a major predator of harbour porpoises”, pubblicato su Proceedings of the Royal Society B da un team olandese, rivela un aspetto inattesamente feroce di questi mammiferi marine a danno di un cetaceo.
I ricercatori dell’Institute for Marine Resources and Ecosystem Studies (Imares), dell’università di Utrecht e del Royal Netherlands Institute for Sea Research spiegano che «le focene (Phocoena phocoena) si spiaggiano in gran numero in tutto il Mare del Nord meridionale con mutilazioni e tagli fatali che hanno sollevato polemiche tra gli scienziati, l’industria della pesca e gli ambientalisti, le cui opinioni sulla probabile causa differiscono». Infatti i pescatori venivano spesso identificati tra coloro che, accidentalmente o volontariamente provocavano queste ferite alle focene, un fenomeno che apparentemente è andato crescendo con la pesca industriale.
Ma, come dicono gli scienziati olandesi, le cose non starebbero così: «La recente individuazione di DNA di foca grigia (Halichoerus grypus) nei segni di morsi su tre focene mutilate, nonché le osservazioni dirette di attacchi di foche grigie alle focene, hanno individuato questa specie di foca come la causa probabile».
Quindi i ricercatori hanno cercato le prove attraverso un’analisi retrospettiva delle fotografie di oltre 1.000 focene morte che si sono spiaggiate tra il 2003 e il 2013 sulla costa olandese. 271 animali erano morti abbastanza di recente da consentire una valutazione macroscopica e capire con certezza se le ferite fossero stata inferte da una foca grigia. Il team olandese ha scoperto che «Nel 25% di queste, i morsi ed i segni degli artigli sono stati identificati come coerenti con i segni trovati su animali che erano risultati positivi al DNA della foca grigia. Gli animali colpiti erano per lo più giovani sani che avevano uno strato di grasso spesso ed erano stati svezzati da poco». L’esame al microscopio ha rivelato che le ferite erano state inflitte su focene vive ed indicato chiaramente che si trattava di attacchi di predatori e non di mangiatori di carogne. Infatti, pezzi di grasso nutriente erano stati strappati dalle focene mutilate, per lo più giovani in ottime condizioni nutritive. La conclusione alla quale Arriva lo studio è che «La maggior parte delle focene mutilate sono state vittime di attacchi di foca grigia e che la predazione da parte di questa specie è una delle principali cause di morte delle focene nei Paesi Bassi. Forniamo un albero decisionale che aiuterà nell’identificazione di casi futuri di predazione di foca grigia sulle focene».
Come spiegano all’Imares «Sino state ventilate varie teorie sul motivo delle mutilazioni. Nel 2012 dei ricercatori belgi avevano suggerito che le foche grigie potessero essere predatori delle focene. Poi, nel 2013, un gruppo di ricerca francese ha pubblicato le immagini di tre casi in cui una focena che nuotava sembrava essere sotto attacco da una foca grigia. Tuttavia, non c’era ancora alcuna prova inconfutabile che le foche grigie stessero effettivamente uccidendo le focene».
E’ stato il ministero degli Affari economici olandese ad ordinare un’indagine per determinare la causa della morte delle focene spiaggiate ed a finanziare le analisi del DNA e le autopsie. Quello che voleva sapere il ministero era come venissero inferte queste ferite ai cetacei e soprattutto se potevano essere state inflitte involontariamente dalle operazioni di pesca o dal trasporto marittimo.
I pescatori potrebbero entrarci poco o nulla con le mutilazioni, gli spiaggiamenti e le morti delle focene ed i veri killer sarebbero foche affamate o a volte semplicemente aggressive. Uno dei ricercatori che hanno partecipato allo studio, Lineke Begeman, del dipartimento di patobiologia della facoltà di medicina veterinaria dell’università di Utrecht, è abbastanza preoccupato da questo lato oscuro della vita delle Halichoerus grypus ed ha detto a Discovery News: «La gente va a fare escursioni per nuotare o immergersi con foche grigie, senza sapere che questi animali possono essere molto pericolosi per gli animali delle dimensioni di un essere umano. La maggior parte delle persone li considera molto carine».
Nelle acque olandesi le popolazioni di focene e foche grigie sono aumentate considerevolmente negli ultimi decenni. Attualmente, il numero di foche grigie cresce di circa il 15% all’anno. Allo stesso tempo, il numero di focene è in aumento. Le foche grigie si nutrono prevalentemente di pesci, ma a quanto pare hanno trovato una nuova e gratificante fonte di cibo: il grasso di focena. Come esattamente le foche riescano a sopraffare le focene non è ancora chiaro.
In un’intervista a The Guardian, Mardisk F. Leopold , del Dipartimento ecosistemi dell’Imares e leader del gruppo di ricerca, ha evidenziato che «questo è un comportamento nuovo. In genere, sono mangiatori di pesce; possono mangiare un grosso pesce, circa mezzo metro. E’ un passaggio dal mangiare pesce a mangiare un mammifero. Non credo che sia indicativo di un calo degli stock ittici: hanno appena imparato un nuovo trucco. Le foche grigie utilizzano le loro “mani” per trattenere le prede di grandi dimensioni e i loro denti per strapparne pezzi, in modo da non dover ingoiare una grande preda intera. Questo è il motivo per cui possono attaccare anche grandi prede».
Oltre all’Olanda, focene mutilate sono stati osservate anche in Gran Bretagna, Francia, Belgio, e lungo l’Assateague National Seashore in Maryland, tutti posti bazzicati anche dalle foche grigie. Non tutti gli attacchi sono mortali: le foche a volte sembrano prendere solo un “boccone” delle loro vittime, forse puntando alle parti che contengono più grasso. Però, ci potrebbero essere altre ragioni per le quali le foche grigie non finiscono le loro prede. Leopld sottolinea: «Alcune focene attaccate evidentemente la fanno franca, il che deve essere previsto in un tentativo di predazione. In alcuni casi, la foca può solo essere aggressivo, piuttosto che affamata, o potrebbe essere stata disturbata durante l’incontro». La lotta è impari, visto che una foca grigia può raggiungere i 350 kg e una focena i 76 Kg.
Qualche anno fa, i pescatori scozzesi avevano già denunciato il “comportamento aggressivo” delle foche grigie e uno di questi pinnipedi aveva attaccato un cane, che in seguito aveva dovuto essere abbattuto per le ferite riportate. Diversi pescatori cominciano a preoccuparsi per il comportamento delle foche, ma Leopold tranquillizza: «Finora non ci sono state segnalazioni verificate di attacchi mortali di foche agli esseri umani. Alcune persone sono state morse da foche grigie “curiose” o “sessualmente frustrate”, ma sono tutte sopravvissute per raccontare la storia, per fortuna».
I ricercatori suggeriscono di mettere cartelli per avvertire bagnanti e sub della presenza in una determinata area di foche grigie aggressive. In futuro, sperano anche di posizionare piccole telecamere subacquee sulle teste delle foche. Secondo Leopold, «le telecamere possono fornirci il video di un attacco vero e proprio, come se lo si vedesse attraverso gli occhi del predatore».