Riceviamo e pubblichiamo

L’ambiente nelle partite nazionali e regionali

Le politiche ambientali riguardano più ministeri, più leggi nazionali e regionali. O le raccordi, le gestisci in leale collaborazione o avrai solo conflitti politici e costituzionali

[17 Settembre 2019]

Delle drammatiche situazioni ambientali planetarie, comunitarie, nazionali, regionali e locali non c’è giorno che non abbiamo allarmanti conferme. Il Tg toscano, tanto per fare un esempio a portata di mano, in questi giorni ci ha ricordato le proteste di Livorno per l’inquinamento che uccide, della spiaggia di Rosignano anch’essa a rischio crescente, e poi da Piombino al Parco delle Apuane, delle Foreste Casentinesi o del quarantennale Parco di San Rossore che devono fare i conti con cave,  rifiuti e tanti altri guai.

Con il nuovo governo e l’avvio delle campagne elettorali regionali – Toscana compresa – quel che emerge è una crescente difficoltà politica, istituzionale e culturale a ricondurre il tutto a scelte e decisioni non sbrindellate e frammentate senza capo né coda. E la conferma che bisogna far presto a cambiar musica viene proprio dai territori più pregiati affidati alla gestione di parchi e aree protette ossia di enti preposti appunto alla tutela.

Quando sulla prima pagina di  un giornale locale vedi la foto di un impressionante immondezzaio nel parco di San Rossore è naturale pensare che sia colpa sua. Ma la gestione dei rifiuti non compete al parco come diverse altre cose importanti. E così si viene al dunque; le politiche ambientali riguardano più ministeri, più leggi nazionali e regionali. O le raccordi, le gestisci in leale collaborazione o avrai solo conflitti politici e costituzionali; a questo doveva servire la Terza conferenza nazionale sui parchi e l’ambiente che non si volle fare.

Se invece, come ho appena letto c’è chi pensa di ripartire dalla immissione nel parco di rappresentanze di categoria, ora contadini ora pescatori etc, continueremo a non combinar nulla. I parchi e le nuove politiche ambientali hanno bisogno di buoni amministratori e di personale competente a partire dalle discussioni in corso. Tenendo conto che una pessima politica istituzionale che non ha rafforzato le competenze legislative delle regioni ma quelle burocratiche e ridotto le province a fantasmi ha penalizzato anche i ruolo dei parchi.

Ecco perché come ho già scritto anche i 40 anni del parco di San Rossore non basta ricordarli e festeggiarli con un brindisi, ma riproporre con regione e enti locali una riflessione critica che al momento manca. Perché non possiamo ignorare o far finta di niente quando sindaci come quello di Viareggio continuano a volere uscire dal Parco chiedendo anche le dimissioni del presidente.

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