Lago di Pilato: la sopravvivenza del Chirocefalo del Marchesoni non è a rischio

Il futuro del lago è legato ai cambiamenti climatici, la principale minaccia per il Chirocefalo del Marchesoni è il riscaldamento globale

[18 Luglio 2019]

Le prime conclusioni del monitoraggio condotto dal Parco Nazionale dei Monti Sibillini tramite l’università di Perugia e l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) sul Lago di Pilato, il piccolo specchio d’acqua che è l’unico lago naturale delle Marche,  sono confortanti: «Il livello del lago di Pilato è basso ma non preoccupa la sopravvivenza del Chirocefalo del Marchesoni, un piccolo crostaceo unico al mondo».

L’Ente Parco spiega che «Le ricerche, avviate lo scorso anno, sono state finanziate dal Ministero dell’Ambiente e delle Tutela del Territorio e del Mare con lo scopo di valutare gli effetti sugli habitat prodotti dagli eventi sismici del 2016 e manifestati da frane e crolli, talvolta imponenti, e da modificazioni nella circolazione idrica sotterranea. Particolare attenzione è stata posta al lago di Pilato, il gioiello naturale di origine glaciale, sia per gli aspetti idrogeologici sia per quelli ecologici in riferimento alla presenza del prezioso crostaceo endemico (ciò presente solo in quel sito). Il 17 giugno è stata rilevata la presenza di due laghi già separati fra di loro, con un livello idrometrico di circa 2,40 m sotto la soglia di massimo riempimento. Rispetto all’inizio della stagione 2018 sono presenti nel lago circa la metà del volume complessivo al massimo invaso. I livelli sono inferiori a quelli di giugno dell’anno scorso, ma superiori a quelli di giugno del 2017, quando il lago si prosciugò molto precocemente. Nel 2018, invece, le attuali condizioni erano state raggiunte dal lago nel mese di settembre. L’8 luglio il livello del lago risultava calato di ulteriori 35 cm».

Massimo Lorenzoni dell’università di Perugia, sottolinea che «Il campionamento biologico mediante retino da plancton ha tuttavia evidenziato una popolazione di chirocefalo particolarmente abbondante e formata soprattutto da giovani (metanaupli) che si trasformeranno presto in adulti in grado di iniziare la produzione delle uova resistenti dette cisti. In questa specie questa fase del ciclo biologico è molto accelerato e quindi, anche se si dovesse verificare un eventuale prosciugamento anticipato del lago, la popolazione avrà comunque fatto in tempo a deporre almeno una parte delle uova che è in grado di produrre«.

Quindi, dopo la pausa invernale, la ripresa dell’attività biologica del lago sta avvenendo in modo del tutto regolare. Al Parco Nazionale evidenziano che «Il confronto fra le abbondanze del chirocefalo registrate nel lago nella passata stagione 2018 con quelle stimate dai dati dei campionamenti effettuati nel periodo 1986 e 1988-1990 non evidenziano differenze significative. Questo sembra confermare che l’anomalia idrologica costituita dalla stagione 2017 non sembra aver pregiudicato l’abbondanza del chirocefalo nel successivo anno».

Il geologo Lucio Martarelli dell’Ispra aggiunge che «Le ricerche mettono in relazione il livello del lago con i dati meteorologici, in modo da verificare anche possibili modificazioni idrogeologiche indotte dal sisma, ipotesi che, tuttavia, al momento sembra poco probabile».

Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini è preoccupato per qualcos’altro: «Il futuro del lago di Pilato è invece legato soprattutto ai cambiamenti climatici, e la principale minaccia per la sopravvivenza del Chirocefalo del Marchesoni è il riscaldamento globale; i dati degli ultimi 60 anni infatti mostrano, anche per l’area dei Sibillini, una riduzione delle precipitazioni medie, sia in termini di pioggia che di neve, e un aumento delle temperature, con una tendenza che quindi può tradursi in più frequenti episodi di prosciugamento del lago».

Il direttore del Parco, Carlo Bifulco,  fa appello anche al «comportamento responsabile da parte dei numerosi escursionisti, necessario soprattutto nei periodi in cui il livello del lago è basso: il calpestio sulla ghiaia rimasta all’asciutto causa infatti il danneggiamento delle uova del chirocefalo deposte tra i sassi. Inoltre l’introduzione nel bacino di oggetti o sostanze estranei può causare la contaminazione chimica o biologica delle acque, con conseguenze imprevedibili per l’intero ecosistema. E’ quindi necessario il rigoroso rispetto delle misure di conservazione le quali prevedono, in particolare, il divieto di avvicinamento al lago oltre il limite del massimo livello, cioè quello che si verifica solo quando il bacino si presenta con i due specchi d’acqua pieni ed uniti. La presenza dei Carabinieri Forestali del Parco e delle Guide del Parco contribuirà nei prossimi giorni a informare e sensibilizzare gli escursionisti».