La scomparsa ignorata della megafauna di acqua dolce

L’88% delle specie di megafauna di acqua dolce sono in forte calo e/o a rischio estinzione

[12 Settembre 2019]

Fiumi e laghi coprono circa l’1% dell’intera superficie terrestre, ma ospitano un terzo di tutte le specie di vertebrati del mondo e gran parte delle specie di acqua dolce sono fortemente minacciate. Ora lo studio “The global decline in freshwater megafauna populations”, pubblicato su Global Change Biology da un team internazionale di scienziati guidato dal Leibniz-Institut für Gewässerökologie und Binnenfischerei (IGB), ha quantificato il declino globale dei grandi animali d’acqua dolce: «Dal 1970 al 2012, le popolazioni globali della megafauna d’acqua dolce sono diminuite dell’88% – il doppio della perdita di popolazioni di vertebrati terrestri o nell’oceano». Ad essere particolarmente colpite sono le specie ittiche di grandi dimensioni e i ricercatori fanno notare che, nonostante questo, «Permangono grandi lacune nelle azioni di monitoraggio e conservazione delle megafauna di acqua dolce, in particolare nelle aree con alti livelli di biodiversità».

All’IGB spiegano che «La megafauna d’acqua dolce comprende tutti gli animali d’acqua dolce che pesano almeno 30 chilogrammi, come le specie di delfini di fiume, castori, coccodrilli, tartarughe giganti e storioni». Il team di  scienziati ha raccolto i dati disponibili per 126 specie di megafauna d’acqua dolce – 81 pesci, 22 mammiferi, 21 rettili e due anfibi –  in tutto il mondo, insieme ai dati storici e contemporanei sulla distribuzione geografica di 44 specie in Europa e negli Stati Uniti.

Secondo l’autrice senior dello studio, Sonja Jähnig. esperta di effetti del cambiamento globale sugli ecosistemi fluviali dell’IGB, «I risultati sono allarmanti e confermano le paure degli scienziati coinvolti nello studio e nella protezione della biodiversità delle acque dolci. Dal 1970 al 2012, le popolazioni globali di megafauna d’acqua dolce sono diminuite dell’88% in particolare nell’Indomalaya (del 99%) e nel Paleartico (del 97%) – il primo copre il sud e sud-est asiatico e il sud della Cina, e il secondo copre l’Europa , Nord Africa e gran parte dell’Asia. Le specie ittiche di grandi dimensioni come storioni, salmonidi e pesci gatto giganti sono particolarmente minacciate: con un calo del 94%, seguite dai rettili con il 72%».

Per questi animali le minacce principali sono due: sfruttamento eccessivo e perdita dei fiumi che scorrono liberamente.  Per la megafauna di acqua dolce lo sfruttamento eccessivo è la principale minaccia perché si tratta di specie che vengono spesso prese di mira per la carne, pelle e uova. Il principale autore dello studio, Fengzhi He  – dell’IGB, della Freie Universität Berlin e della Queen Mary University of London – aggiunge che «Inoltre, il declino delle grandi specie ittiche viene anche attribuito alla perdita dei fiumi che scorrono liberamente, poiché l’accesso alle aree di riproduzione e di alimentazione è spesso bloccato dalle dighe. Sebbene i grandi fiumi del mondo siano già stati fortemente frammentati, è in programma la costruzione di altre 3.700 grandi dighe.  questo aggraverà ulteriormente la frammentazione fluviale. Più di 800 di queste dighe pianificate si trovano in hotspot della biodiversità della megafauna d’acqua dolce, tra i quali i bacini fluviali del Rio delle Amazzoni, del Congo, del Mekong e del Gange».

Ma co sono anche azioni si salvaguardia che hanno avuto successo, come quelle per gli storioni, i castori e l’orcella asiatica, meglio conosciuta come delfino del fiume Irrawaddy.

Gli scienziati dell’IGB sottolineano che «Grazie ad azioni di conservazione mirate, le popolazioni di 13 specie di megafauna tra cui lo storione verde (Acipenser medirostris) e il castoro americano (Castor canadensis) sono stabili o addirittura in aumento negli Stati Uniti. In Asia, la popolazione del delfino del fiume Irrawaddy (Orcaella brevirostris ) nel bacino del Mekong è aumentata per la prima volta in vent’anni. In Europa, strategie di conservazione efficienti e su vasta scala sembrano essere più difficili da attuare, probabilmente a causa dei confini politici e delle differenze di consapevolezza ambientale tra i Paesi. Tuttavia, ad esempio, il castoro eurasiatico (Castor fiber), è stato reintrodotto in molte regioni in cui era stato eradicato. In Germania, l’IGB sta collaborando con partner internazionali per reintrodurre le due specie di storioni originariamente autoctone: lo storione europeo (Acipenser sturio) e lo storione atlantico (Acipenser oxyrinchus) nelle acque europee.

Ma, nonostante questi esempi virtuosi, la realtà è che le specie di  megafauna d’acqua dolce sono fortemente minacciate di estinzione e che per molte specie le attuali azioni per la loro salvaguardia sono inadeguate.  Jähnig ricorda che «Secondo la Lista rossa delle specie minacciate dell’ International Union for Conservation of Nature, oltre la metà di tutte le specie di megafauna d’acqua dolce valutate sono considerate minacciate di estinzione. Tuttavia, nella ricerca e nella conservazione, ricevono meno attenzione rispetto alla megafauna negli ecosistemi terrestri o marini».

Il declino globale quantificato della megafauna di acqua dolce quantificato dal nuovo studio evidenzia l’urgente necessità di azioni di conservazione per la biodiversità delle acque dolci. I ricercatori dicono che  «Prima di tutto, è importante migliorare il monitoraggio dell’andamento della popolazione e delle distribuzioni delle specie di acqua dolce in regioni come il Sud-est asiatico, l’Africa e il Sud America». He e Jähnig  fanno notare che «Un declino così marcato è quindi un presagio di estinzione e combattere per proteggerli non significa solo preservare il patrimonio biologico della Terra. Proprio come la megafauna terrestre come gli orsi grizzly e gli elefanti sono spesso predatori dell’apice o specie essenziali, altrettanto lo sono le loro controparti acquatiche. La loro perdita lascia ecosistemi semplificati e inclini al collasso. I futuri ecosistemi d’acqua dolce sani potrebbero dipendere dalla conservazione di questi animali», ma «La conoscenza di base delle loro rotte migratorie e dei luoghi di riproduzione è limitata».

Per proteggere la megafauna di acqua dolce sono necessarie ulteriori informazioni, ma è ancor più necessario che le persone se ne prendano cura. I ricercatori suggeriscono agli ambientalisti di sfruttare il fascino che le persone privano naturalmente per trasformare la megafauna di acqua dolce in animali simbolo della natura in pericolo.

He e Jähnig concludono. «Nonostante la difficile situazione della megafauna di acqua dolce descritta in questo studio, esistono ancora opportunità per proteggerla».