L’ultimo dato certo risale al 1916, ora l’evento eccezionale è stato immortalato dai guardaparco
La lince è tornata davvero nel Parco nazionale Gran Paradiso
Bassano: «Si tratta di una specie iconica, da molto tempo inseguiamo questo fantasma di boschi e rocce»
[7 Novembre 2023]
I guardaparco del Parco nazionale Gran Paradiso hanno confermato, per la prima volta da oltre un secolo, l’avvistamento di una lince all’interno dell’area protetta.
Per il momento l’Ente Parco ha deciso di non rendere noto il luogo esatto dell’avvistamento, immortalato da una fototrappola, in modo da poter continuare le verifiche in loco; si tratta con ogni probabilità di una lince in dispersione, alla ricerca di nuovi territori.
«Da molto tempo – spiega il direttore del Parco, Bruno Bassano – inseguiamo questo fantasma di boschi e rocce, senza mai aver avuto certezza del suo passaggio. Si tratta di una specie iconica spesso dimenticata ma che, in base ai dati storici, era l’unico grande carnivoro presente sul massiccio del Gran Paradiso, come descritto dagli zoologici della Commissione reale del Parco. Questa segnalazione apre la possibilità che si possa, nel tempo, insediare nel Parco almeno una coppia riproduttiva di questa specie. Sarebbe un prezioso ritorno che riempirebbe un vuoto che dura da oltre un secolo».
Sulle Alpi questa specie si è estinta agli inizi del ‘900, a causa della persecuzione dell’uomo, e solo recentemente è ricomparsa in Italia, con esemplari che probabilmente provengono da Svizzera e Slovenia.
Nel Gran Paradiso sin dagli anni ’80 si sono registrati avvistamenti dubbi di linci, ma è la prima volta che questa viene documentata con certezza. L’ultimo dato di presenza certa della lince nel territorio del Parco risale infatti al 1916, quando l’area protetta non era ancora stata istituita. Ai tempi della Riserva reale di caccia, invece, erano frequenti gli abbattimenti attuati dalle guardie verso quello che era considerato un nemico dello stambecco.
Osservazioni di lince sono state di recente effettuate anche in Valle d’Aosta, confermate dal Corpo forestale regionale, e queste ripetute segnalazioni fanno presagire la possibilità di diffusione di questa preziosa specie nel nostro Paese.