La laguna di Orbetello orfana del governo

[20 Agosto 2015]

«Le condizioni climatiche eccezionali che hanno causato il drammatico evento di moria di pesci nella Laguna di Orbetello hanno evidenziato la carenza di infrastrutture efficienti per garantire un efficace scorrimento delle acque. Le strutture presenti sono fatiscenti, le pompe di Ansedonia sono del 1982. Alla luce di quanto è avvenuto e sta avvenendo, per garantire un futuro al sistema Laguna, appare necessario e urgente rivedere tutto lo studio idraulico, in modo da avere un quadro reale delle esigenze, quali sono i tipi di pompe necessarie, dove c’è bisogno che queste vengano potenziate e quale è il miglior percorso dei flussi che devono attraversare la Laguna».

Il sindaco di Orbetello, Monica Paffetti, a quasi un mese dal picco della crisi in laguna (la notte tra il 24 e 25 luglio) che ha ucciso circa 250 tonnellate di pesce, torna a riaccendere i riflettori sull’area; la gestione dell’emergenza non si è ancora conclusa, per non parlare della progettualità riguardo gli anni a venire, ma il sostegno del governo – al di là delle frasi di circostanza – tarda ad arrivare. «È indispensabile che il governo entri nell’accordo con i suoi vari rami – sottolinea Paffetti – mettendo in campo con competenze e risorse  il Ministero dell’Ambiente, dell’Agricoltura e il Ministero dell’Economia e Finanze. La laguna non può aspettare. E’ necessario un lavoro programmatico e celere, una serie di interventi risolutivi da realizzare immediatamente, in modo tale da trasformare quelle che oggi sono le emergenze della laguna – variabili ambientali – in situazioni affrontabili nell’ordinarietà creando anche dei protocolli e delle opere strutturali da poter gestire, usare a seconda delle situazioni anomale che si presentino».

Dagli ultimi monitoraggi diffusi sullo stato di salute della laguna si evince un lieve miglioramento dei parametri relativi all’ossigeno nella parte di ponente (e una situazione invariata in quella di levante), mentre riguardo alla balneazione, i controlli effettuati da Arpat confermano che i valori rimangono nella norma. È stato posizionato un ossigenatore all’inizio della diga, in prossimità del canale di fronte al Mulino, e un altro sarà posizionato sul Fosso del Glacis per migliorare lo scambio di  ossigeno tra Ponente e Levante; è inoltre in corso di valutazione con il Consorzio di Bonifica l’attivazione un pompa più piccola di sostegno al canale di Fibbia per una migliore circolazione delle acque.

Tutto questo però ancora non basta, men che meno valutando un orizzonte che vada oltre il solo superamento dell’emergenza. «Il fondo della laguna – ricorda ad esempio Paffetti – necessita di essere scavato in maniera consona a quelli che sono i percorsi delle acque e in relazione alle componenti inquinanti presenti nei sedimenti. Lavori indispensabili se vogliamo che la laguna non compia il suo destino di interramento, come si verifica in tutte le lagune costiere».

Per programmazione e interventi di tale portata serve anche l’appoggio oltre che dei privati («a cominciare dai proprietari dell’area Sitoco» anche dello Stato, «proprietario di questo bene demaniale». Un’urgenza a cui, a distanza di un mese, mancano ancora risposte.