La guerra delle manguste scatenata dalle femmine sfruttatrici (VIDEO)

Le femmine provocano violenti scontri tra i branchi per accoppiarsi con i maschi nemici. Leader sfruttatori come nelle guerre umane

[12 Novembre 2020]

Lo studio “Exploitative leaders incite intergroup warfare in a social mammal”, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences  da un team di ricercatori delle università di Cambridge, Exeter e del Banded Mongoose Research Project, dimostra ancora una volta quanto la natura sia sorprendente e quanto animali apparentemente lontani da noi abbiano comportamento molto simili a quelli della nostra specie.

Le manguste striate o fasciate (Mungos mungo) lasciano raramente il gruppo in cui sono nate, il che significa che solitamente i membri del branco sono geneticamente imparentati: il nuovo studio rivela come le femmine aggirino il problema della consanguineità. I ricercatori dicono che le manguste femmine provocano combattimenti con altri gruppi di manguste solo per avere benefici genetici e trovare maschi con le quali non sono imparentate.

Mentre le femmine dominanti approfittano del caos della guerra per accoppiarsi- Queste battaglie mettono di fronte l’uno contro l’altro gruppi di manguste, di solito circa 20 individui, e possono durare ore e finire con il ferimento di diversi individui e la morte per alcuni combattenti, di solito maschi che sopportano il costo maggiore di battaglie scatenate dalle femmine dominanti. C’è poi un “danno collaterale” che somiglia molto a quelli delle guerre umane: anche i cuccioli restano frequentemente vittime frequenti dei combattimenti. Secondo i ricercatori  «Una “leadership di sfruttamento” di questo tipo, che si vede anche nella guerra umana, porta a conflitti frequenti e dannosi».

Uno degli autori dello studio, Michael Cant del Centre for Ecology and Conservation dell’università di Exeter, del Banded Mongoose Research Project del Queen Elizabeth National Park dell’Uganda e del Wissenschaftskolleg zu Berlin, sottolinea che le manguste «Si raggruppano in palle che si contorcono, caotiche e in rapido movimento, e si sentono stridi acuti. La chiamiamo guerra delle manguste. Sappiamo da tempo che i gruppi di manguste fasciate si impegnano spesso in violente battaglie e ora sappiamo perché. Le femmine iniziano le lotte tra gruppi per ottenere benefici genetici dall’accoppiamento con estranei, mentre i maschi all’interno del loro gruppo – e il gruppo nel suo insieme – ne pagano i costi. Una spiegazione classica per la guerra nelle società umane è la leadership da parte di individui sfruttatori che raccolgono i benefici del conflitto evitandone i costi. In questo studio, dimostriamo che una leadership di questo tipo può anche spiegare l’evoluzione dell’elevata violenza collettiva in alcune società animali».

Cant e i suoi colleghi sono arrivati a queste conclusioni dopo combinato osservazioni sul campo con dati demografici e comportamentali raccolti in 19 anni studiando una dozzina di famiglie di manguste nel Queen Elizabeth National Park, in Uganda.

I ricercatori hanno scoperto che le guerre delle manguste vengono iniziate quasi sempre dalle femmine che esercitano una grande influenza sul gruppo e che questa influenza è particolarmente grande quando le femmine stanno ovulando e possono rimanere incinte, cosa che nelle manguste striate si verifica contemporaneamente per tutte le femmine del gruppo.

I video girati dai ricercatori ha rivelato che, durante la battaglia, le femmine, mentre i maschi del loro stesso gruppo che le proteggevano erano distratti,  si accoppiano con i maschi di gruppi rivali e che le guerre delle manguste sono più probabili quando le femmine di un gruppo erano nella fase fertile del loro ciclo riproduttivo. Lo studio evidenzia che «E’ stato osservato che le femmine in estro guidano il loro gruppo in profondità nel territorio nemico, seguite da vicino dai maschi che proteggono le compagne, incitando direttamente i combattimenti tra i gruppi».

Questo tradimento (Anche se storicamente comune tra gli esseri umani, tipo «Armiamoci e partite» di non troppa antica memoria) può sembrarci sconvolgente, ma ha per le manguste striate un’importante funzione biologica: per questi animali gregari l’accoppiamento con maschi che non siano loro consanguinei è vitale per la salute genetica del branco, dove ognuno fin dalla nascita ha un proprio ruolo, il che significa che i membri del gruppo sono tutti in qualche modo imparentati. Le manguste fasciate non disertano mai I membri del gruppo praticamente non “disertano” mai, non abbandonano o sono scacciate dal branco o dalla madre come succede in molti mammiferi, e questo crea un problema quando si tratta di preservare la diversità genetica del gruppo che, col passare del tempo, è costituito sempre più da consanguinei, il che può causare nel gruppo la formazione di difetti genetici dannosi.

Grazie all’analisi genetica, i ricercatori hanno scoperto anche che, quando c’è un alto rischio di consanguineità nel proprio gruppo, le manguste striate femmine hanno maggiori probabilità di concepire la generazione successiva con un maschio di un altro gruppo. L’analisi ha anche rivelato che circa il 20% dei cuccioli di un dato gruppo vengono concepiti grazie all’accoppiamento con i maschi di altri gruppi.

Un’altra autrice dello studio, Faye Thompson, anche lei dell’università di Exeter e del del Banded Mongoose Research Project, spiega: «Abbiamo testato il nostro modello utilizzando dati a lungo termine provenienti da manguste striate selvatiche in Uganda. I risultati non si adattano a un modello eroico di leadership, nel quale i leader contribuiscono maggiormente alla battaglia e ne sopportano i costi maggiori, ma piuttosto a un modello di sfruttamento, nel quale gli iniziatori del conflitto espongono gli altri a rischi maggiori, mentre loro contribuiscono poco a combattere».

I risultati dello studio suggeriscono che «Il “disaccoppiamento” dei leader dai costi delle loro scelte amplifica la natura distruttiva del conflitto tra gruppi». Sembra davvero di sentir parlare di qualche leader politico o duce umano.

Rufus Johnstone dell’Università di Cambridge, che ha guidato la ricerca teorica dello studio, conclude: “La leadership sfruttatrice nelle manguste fasciate aiuta a spiegare perché la violenza tra gruppi è così costosa in questa specie rispetto ad altri animali. I costi della mortalità coinvolti sono simili a quelli osservati in una manciata dei mammiferi più bellicosi, inclusi leoni, scimpanzé e, naturalmente, esseri umani».

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