La Grande Barriera Corallina ha perso metà dei suoi coralli

Sempre più evidenti gli impatti nocivi del cambiamento climatico

[16 Ottobre 2020]

Il nuovo studio “Long-term shifts in the colony size structure of coral populations along the Great Barrier Reef”, pubblicato su Proceedings of the Royal Society B da un team di ricercatori dell’ARC Centre of excellence for coral reef studies della James Cook University, dimostra che negli ultimi 30 ann sono diminuite le popolazioni dei coralli piccoli, medi e grandi della Grande Barriera Corallina Australiana.

Il principale autore dello studio, Andy Dietzel, spiega che «Mentre nel corso dei secoli ci sono stati numerosi studi sui cambiamenti nella struttura delle popolazioni umane o, nel mondo naturale, degli alberi, non esistono ancora informazioni equivalenti sui cambiamenti nelle popolazioni di coralli. Abbiamo misurato i cambiamenti nelle dimensioni delle colonie, perché gli studi sulla popolazione sono importanti per comprendere la demografia e la capacità dei coralli di riprodursi».

Tra il 1995 e il 2017,  il team di ricerca australiano ha valutato le comunità di coralli e le dimensioni delle loro colonie lungo la Grande barriera corallina e i risultati mostrano un impoverimento delle popolazioni di coralli.

Un altro  autore dello studio Terry Hughes,  sottolinea: «Abbiamo riscontrato che il numero di coralli piccoli, medi e grandi sulla Grande Barriera Corallina è diminuito di oltre il 50% dagli anni ’90. Il declino si è verificato sia in acque poco profonde che nelle acque più profonde, e praticamente in tutte le specie, ma soprattutto nei coralli ramificati e a forma di tavola. Questi sono stati i più colpiti dalle temperature record che hanno innescato lo sbiancamento di massa nel 2016 e nel 2017».

Il problema è che questi due tipi di  coralli forniscono strutture importanti per gli abitanti della barriera corallina come i pesci. «La perdita di questi coralli significa una perdita di habitat – evidenziano i ricercatori – che a sua volta diminuisce l’abbondanza di pesci e la produttività della pesca della barriera corallina».

Dietzel spiega ancora che «Una delle principali implicazioni delle dimensioni del corallo è il suo effetto sulla sopravvivenza e sulla riproduzione. Una vivace popolazione di coralli ha milioni di piccoli coralli, così come molti grandi, le grandi madri che producono la maggior parte delle larve. I nostri risultati mostrano che la capacità di recupero della Grande Barriera Corallina – la sua resilienza – è compromessa rispetto al passato, perché ci sono meno piccoli e meno adulti di taglia grande.

Gli autori dello studio affermano che sono urgentemente necessari dati migliori sulle tendenze demografiche dei coralli. «Se vogliamo capire come stanno cambiando le popolazioni di coralli e se possono riprendersi o meno dai disturbi – aggiunge  Dietzel – abbiamo bisogno di dati demografici più dettagliati: sul reclutamento, sulla riproduzione e sulla struttura delle dimensioni delle colonie».

Hughes ricorda che «Pensavamo che la Grande Barriera Corallina fosse protetta dalle sue enormi dimensioni, ma i nostri risultati mostrano che anche il sistema di barriera corallina più grande e relativamente ben protetto del mondo è sempre più compromesso e in declino».

La colpa è soprattutto del cambiamento climatico sta determinando un aumento della frequenza degli impatti nocivi sulla barriera corallina, come le ondate di caldo marine. Lo studio registra un  deterioramento più ripido delle colonie di coralli nella Grande Barriera Corallina settentrionale e centrale dopo gli eventi di sbiancamento di massa dei coralli nel 2016 e nel 2017. E anche la parte meridionale della barriera corallina è stata esposta a temperature record all’inizio del 2020.

Gli autori concludono: «Non c’è tempo da perdere: dobbiamo ridurre drasticamente le emissioni di gas serra al più presto».