La corruzione ambientale sta minacciando la biodiversità e la transizione verde

Un nuovo forum di professionisti di Transparency International, Wwf, Traffic e Basel Institute on Governance per contrastare la corruzione ambientale

[9 Dicembre 2022]

Alla 20esima International Anti-Corruption Conference in corso a Washington, che quest’anno ha per tema “A call to action: building bridges across conservation and anti-corruption practice to stop environmental corruption from the ground up”si è parlato della corruzione ambientale, che va al disboscamento illegale e dagli illeciti del settore minerario al bracconaggio e al commercio illegale di fauna selvatica, e che ha un impatto significativo sull’ambiente, sulle iniziative per salvaguardare la natura e sulla green economy e la lotta al cambiamento climatico.

Ma, mentre la maggior parte degli ambientalisti riconosce che la corruzione esiste, molti non sono consapevoli di come possa avere un impatto sulla biodiversità. Joachim Stassart di Transparency International Brasil fa notare che «Quando parli di corruzione con un difensore dell’ambiente, dicono che sì, la corruzione è un problema, ma non conoscono i rischi specifici che la corruzione comporta». Stassart  sa di cosa parla: il Brasile ha assistito a una diffusa corruzione nel settore ambientale, in particolare per quanto riguarda gli alti livelli di deforestazione, con uno studio del Wwf del 2021 che ha  rivelato che il 94% della deforestazione nelle aree dell’Amazzonia e del Cerrado potrebbe essere illegale. A livello globale, si stima che il commercio illecito globale nel settore forestale valga fino a 152 miliardi di dollari.

La corruzione non solo vanifica le attività degli ambientalisti, ma li mette anche a rischio. In tutto il mondo molti ambientalisti e loro informatori che si sono espressi contro la corruzione sono stati uccisi, feriti e minacciati.  Secondo Front Line Defenders, nel 2021 sono stati assassinati 358 attivisti e quasi il 60% erano difensori della terra, dell’ambiente e dei diritti degli indigeni. Brice Böhmer, responsabile clima e ambiente di Transparency International ha detto che «Le vite degli informatori e dei difensori dell’ambiente sono messe a rischio a causa dell’alto livello di impunità che è il risultato della corruzione».  La corruzione nel settore ambientale deruba anche i Paesi di risorse finanziarie, perché i  fondi illeciti finiscono nelle tasche di individui, gruppi o società invece di avvantaggiare i cittadini. Secondo i dati dell’Interpol e dell’United Nation environment programme (Unep), ogni anno vengono rubate risorse naturali per un valore di almeno 91 miliardi di dollari, anche se la cifra potrebbe raggiungere i 259 miliardi di dollari.

Jennifer Lewis, vicedirettrice della task force anti-corruzione dell’USAID, sottolinea che «La corruzione è lo sviluppo al contrario perché tutte queste risorse che potrebbero aiutare a migliorare la vita, costruire ospedali o scuole sono dirette a beneficio di pochi individui. Bisogna collegare i punti su ciò che funziona e collaborare in tutti i campi. La corruzione va affrontata attraverso tutti i settori, perché ciò che accade nell’acqua accade anche nella salute».

Tra le cause per cui il crimine contro la fauna selvatica fiorisce c’è anche la corruzione che passa inosservata e incontrollata, con Paesi con tassi elevati di corruzione dove il problema mina gli sforzi per conservare o proteggere l’ambiente. Per Gabriel Sipos, coordinatore anticorruzione di TRAFFIC, «Uno dei modi in cui ciò si verifica è attraverso amministratori o leader politici che rilasciano permessi in modo opaco».

In alcuni Paesi, la lotta alla corruzione ambientale è ostacolata anche dalla mancanza di leggi ad hoc. Per esempio, in Madagascar, un Paese dove vivono alcune delle testuggini più rare del pianeta, ha visto un forte calo della popolazione di tartarughe terrestri a causa di un’insaziabile domanda da parte del mercato degli animali esotici. Secondo Simon Rafanomezantsoa del Wwf Madagascar, «Mentre i ricercatori fanno diagnosi sui problemi del settore e su chi è coinvolto, hanno bisogno di leggi migliori per combattere il problema. La società civile sta lavorando su alcune proposte di legge, ma non è facile farle approvare e attuare». Transparency International, Traffic e Wwf, con il supporto di USAID, stanno lavorando per rafforzare il controllo delle frontiere nei sistemi giudiziari per contrastare meglio il traffico di specie selvatiche in  Madagascar.

Nel frattempo, è stato svolto un lavoro importante per supportare un ambiente politico globale che consenta di contrastare concretamente la corruzione ambientale, ad esempio tramite l’UNCAC Coalition Working Group on Environmental Crime and Corruption  e la FACT Coalition.

Per affrontare questa situazione, al summit anticorruzione di Washington è stato presentato il Countering Environmental Corruption Practitioners Forum che riunisce i della lotta alla corruzione di Transparency International. Wwf, Traffic e  Basel Institute on Governance nella sfida di «Contrastare la corruzione ambientale che sta consentendo la distruzione del nostro pianeta, minando i diritti umani e minacciando la trasformazione globale verso economie ambientalmente sostenibili».

Presentando congiuntamente l’iniziativa,  Rueben Lifuka e  Brice Böhmer, rispettivamente  vicepresidente e climate & environment lead di Transparency International, Ginette Hemley , vicepresidente senior per la conservazione della fauna selvatica del Wwf.  Elaine Geyer-Allély ,leader ad interim governance practicedel wwf International, Gretta Fenner, AD del Basel Institute on Governance, e  Richard Scobey , direttore esecutivo di Traffic, hanno ribadito che «La corruzione sta provocando il degrado ambientale e la perdita di biodiversità a un ritmo impressionante. Ingrassa gli ingranaggi delle catene di approvvigionamento illegali di fauna selvatica, pesce e legname. Permette a reti criminali e corporazioni senza scrupoli di sfruttare l’ambiente naturale con la collusione di funzionari pubblici. Sta contribuendo ad alimentare la distruzione delle foreste cruciali per affrontare il cambiamento climatico, comprese le  torbiere del bacino del Congo  e la foresta pluviale amazzonica, che ora  emette più anidride carbonica  di quanta ne assorba. E’ stato segnalato come un fattore critico nella  perdita di circa 420 milioni di ettari  di foreste a livello globale tra il 1990 e il 2020. Impoverisce anche i nostri oceani poiché le grandi  compagnie di pesca occidentali , tra le altre, sono state implicate in frode, corruzione e riciclaggio di denaro per raccogliere profitti dalla pesca illegale.

Il nostro pianeta è nei guai. Le popolazioni di animali selvatici sono  crollate del 69% dal 1970. Il 40% della terra è stato  degradato, colpendo direttamente metà della popolazione mondiale e  alimentando i conflitti per le scarse risorse. La comunità internazionale si è riunita quest’anno per  importanti negoziati sul clima  e sta prendendo importanti decisioni e raccomandazioni per  sostenere la biodiversità globale. Se non rafforziamo ora le alleanze per affrontare meglio la corruzione, non possiamo raggiungere obiettivi essenziali».

La ricerca del progetto  Targeting Natural Resource Corruption (TNRC)  e dei suoi partner sta rivelando l’entità dell’impatto della corruzione sull’ambiente e sulla gestione delle risorse naturali e  sviluppando conoscenze  sugli approcci che possono aiutare a fermarla.

Gli esperti di corruzione ambientale avvertono che «Massicci investimenti stanno già confluendo in progetti per affrontare il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e il degrado del suolo. Ne arriveranno altri: secondo alcune stime, affrontare questa tripla crisi richiederà un  investimento in natura di 8 trilioni di dollari entro il 2050. E il fabbisogno di finanziamenti climatici per i Paesi in via di sviluppo e i mercati emergenti è stimato a  1 trilione di dollari  all’anno ed è  in aumento. Ma nuovi investimenti disegnano nuovi rischi di corruzione. La corruzione può  distogliere risorse  dagli sforzi per affrontare, mitigare e adattarsi ai cambiamenti climatici e ripristinare e fare più affidamento sulla natura».

Ad esempio, una ricerca condotta nel 2020 da Transparency International Bangladesh, che ha analizzato i progetti infrastrutturali di adattamento climatico dal 2010, ha stimato che «Il  35% dei fondi dei progetti viene sottratto e quasi l’80% dei progetti è mal costruito a causa di perdite dovute alla corruzione.

Gli esperti ritengono che «Gli  investimenti in soluzioni basate sulla natura come  REDD+ debbano triplicare entro il 2030, ma questi progetti affrontano gravi  rischi di corruzione , che affliggono anche il settore minerario, essenziale per soddisfare alcune delle esigenze mondiali di minerali per l’elettrificazione e la transizione. E’ anche chiaro che queste varie forme di corruzione ambientale hanno effetti a catena sulla trasparenza, responsabilità e  diritti umani».

Finora le  comunità ambientalista e anticorruzione hanno lavorato in compartimenti stagni.  ma con l’attuale emergenza ambientale li costringe a unirsi e i risultati di queste collaborazioni sono spesso entusiasmanti, innovativi e  coraggiosi.  Gli esperti di Transparency International. Wwf, Traffic e  Basel Institute on Governance ne propongono alcuni dei più significativi:

Il Wwf Perù , con il supporto di USAID tramite TNRC, sta aiutando i piccoli pescatori artif gianali a ottenere i permessi per pescare senza dover ricorrere alla corruzione introducendo un’app per il certificato elettronico.

Traffic, che combatte il commercio illegale di specie selvatiche, ha, con il sostegno del Basel Institute, aperto la strada a un approccio open data per identificare i rischi di corruzione nel commercio di legname in America Latina.

Transparency International sta costituendo un  Climate Corruption Atlas  che mappa la corruzione nella finanza climatica in tutto il mondo, identificando casi di successo, come le  Maldive, per promuovere l’integrità politica e amministrativa.

In Malawi, il Basel Institute on Governance, con il supporto del Department for Environment, Food and Rural Affairs del Regno Unito (DEFRA) e dell’USAID, tramite TNRC , sta lavorando con il Department of National Parks and Wildlife per mitigare i rischi di corruzione nelle sue attività.

Inoltre, con il sostegno del DEFRA, il Basel Institute on Governance fornisce consulenza a i governi di Perù, Bolivia, Ecuador, Uganda e Malawi su indagini finanziarie parallele e sforzi di recupero di beni legati a crimini ambientali.