La Conferenza delle parti della Convention on Biological Diversity spostata dalla Cina in Canada
La COP15 CBD si concluderà a Montreal dal 5 al 17 dicembre con l’approvazione del post 2020 Global Biodiversity Framework
[22 Giugno 2022]
Mentre le parti della Convention on Biological Diversity (CBD) sono riunite fino al 26 giugno a Nairobi, in Kenya, per continuare i lavori sul testo finale del Global Biodiversity Framework (GBF) per salvaguardare la natura, la presidenza di turno cinese della CBD ha annunciato che la seconda sessione finale della 15esima Conferenza delle parti della CBD non si terrà più a Kunming ma verrà spostata, dal 5 al 17 dicembre, a Montreal, in Canada, dove dovrebbe essere adottato un nuovo accordo mondiale per salvaguardare la natura.
La decisione è stata confermata in una riunione del Bureau of the CBD e la segretaria esecutiva cdella della Convention on Biological Diversity, Elizabeth Maruma Mrema, ha detto: «Ringrazio il governo del Canada, in quanto ospite del Segretariato, per aver fornito una sede a Montreal per questo incontro cruciale. Voglio ringraziare il governo cinese per la loro flessibilità e il continuo impegno nel portare avanti il nostro percorso verso un ambizioso post 2020 Global Biodiversity Framework. Attendo con impazienza, con il supporto di tutte le parti, i risultati positivi della COP15».
Originariamente, la COP15 CBD avrebbe dovuto tenersi a Kunming, nella provincia cinese dello Yunnan, a è stata posticipata a causa della pandemia globale di Covid-19 e poi divisa in un evento in due parti. La prima parte si è tenuta senza grandi problemi a Kunming nell’ottobre 2021 e durante i lavori è stata approvata la dichiarazione di Kunming e il presidente cinese Xi Jinping ha annunciato che la Cina avrebbe investito 1,5 miliardi di yuan per istituire il Kunming Biodiversity Fund, dando un forte impulso politico alla governance globale della biodiversità e una solida base per la seconda parte del COP 15.
Annunciando lo spostamento a Montreal. il presidente della COP 15, il ministro dell’ecologia e dell’ambiente cinese. Huang Runqiu, ha detto che «La Cina desidera sottolineare il suo continuo e forte impegno, in qualità di presidente della COP, a lavorare con tutte le parti e le parti interessate per garantire il successo della seconda parte della COP 15, compresa l’adozione di un’efficace post 2020 Global Biodiversity Framework e per promuoverne l’attuazione durante tutta la sua presidenza».
Steven Guilbeault, ministro dell’ambiente e dei cambiamenti climatici del Canada, ha aggiunto che «E’ con grande orgoglio che posso confermare che il Canada accoglierà il mondo a Montreal nel dicembre 2022 per la COP15. E’ urgente che i partner internazionali fermino e invertano l’allarmante perdita di biodiversità in tutto il mondo. Con fino a un milione di specie attualmente a rischio di estinzione gobalmente, il mondo non può permettersi di aspettare oltre per un’azione globale sulla protezione della natura. Il Canada continuerà a sostenere la collaborazione internazionale su un ambizioso quadro globale per la biodiversità post-2020».
E’ proprio quello di cui stanno discutendo i delegati al quarto round di negoziati in corso a Nairobi per cercare di trovare un accordo i cui obiettivi chiave includono: Lavorare verso la finalizzazione del testo GBF per la COP15, definendo l’ambizione delle Parti rispetto agli obiettivi di risultato e ai relativi obiettivi di azione, verso la visione 2050 di “vivere in armonia con la natura”. Questi comprendono obiettivi relativi alla conservazione, all’uso sostenibile e alla condivisione dei benefici, nonché affrontare i fattori trainanti dei sussidi e dei finanziamenti per la perdita di biodiversità. Rafforzare il ruolo delle popolazioni indigene, delle comunità locali, dei giovani e delle donne e di altri stakeholders. Stabilire un calendario per l’attuazione attraverso National Biodiversity Strategies e Action Plans e per revisioni periodiche dei progressi compiuti fino al 2030. Stabilire il quadro per la mobilitazione delle risorse e altri mezzi di attuazione. Evidenziare il contributo della natura alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici e ad altri obiettivi di sviluppo sostenibile. Tracciare il percorso verso un accordo su la condivisione dei benefici del Digital Sequencing Information sulle risorse genetiche.
I copresidenti dei negoziati, l’ugandese Francis Ogwal e il canadese Basille van Havre, si sono detti fiduciosi che «Le delegazioni arriveranno con un mandato di compromesso e consenso che consentirà loro di affrontare le differenze in modo costruttivo».
Ma ambientalisti e scienziati hanno più volte denunciato l’esasperante lentezza dei negoziati per contrastare una perdita di biodiversità che non è mai stata così veloce e che dovrebbero trovare un accordo per proteggere il 30% della terra e del mare, eliminare miliardi di dollari di sussidi governativi dannosi per l’ambiente e ripristinare gli ecosistemi degradati.
Andrew Deutz, direttore politica globale, istituzioni e finanza della conservazione di The Nature Conservancy, ha commentato: «La mia organizzazione è sollevata e grata di avere una data certa, entro questo anno solare, per questi negoziati finali sulla biodiversità di fondamentale importanza. La comunità globale è già in ritardo per accordarsi, per non parlare dell’attuazione, un piano per fermare e invertire la perdita di biodiversità entro il 2030, un piano del quale le persone e la fauna selvatica hanno un disperato bisogno».