La Commissione Ue uscente vuole proteggere di più le foreste del mondo

Greenpeace: il Piano Ue contro la deforestazione non affronta i costi ambientali e umani delle politiche commerciali e agricole

[24 Luglio 2019]

La Commissione europea ha adottato una comunicazione globale che «stabilisce un nuovo quadro di azioni per proteggere e ripristinare le foreste del mondo, che ospitano l’80% della biodiversità sulla terra, sostengono i mezzi di sussistenza di circa un quarto della popolazione mondiale e sono fondamentali per i nostri sforzi per combattere il cambiamento climatico».

Quello che la Commissione Ue chiama “approccio “ «Affronta sia il lato dell’offerta che quello della domanda. Introduce misure per una cooperazione internazionale rafforzata con le parti interessate e gli Stati membri, la promozione di finanziamenti sostenibili, un migliore utilizzo del territorio e delle risorse, la creazione di posti di lavoro sostenibili e la gestione della catena di approvvigionamento e la ricerca mirata e la raccolta di dati. Avvia inoltre una valutazione di possibili nuove misure normative per ridurre al minimo l’impatto del consumo dell’UE sulla deforestazione e sul degrado delle foreste».

Il nuovo Piano d’azione europeo delineato dalla Commissione uscente è «una risposta alla continua diffusa distruzione delle foreste del mondo; tra il 1990 e il 2016 è stata persa un’area di 1,3 milioni di chilometri quadrati, equivalente a circa 800 campi da calcio ogni ora. I principali driver di questa deforestazione sono la domanda di cibo, mangimi, biocarburanti, legname e altre merci. Le emissioni di gas serra legate alla deforestazione sono la seconda principale causa dei cambiamenti climatici, quindi la protezione delle foreste è una parte significativa della nostra responsabilità di rispettare gli impegni previsti dall’Accordo di Parigi. Dal punto di vista economico e sociale, le foreste supportano i mezzi di sostentamento di circa il 25% della popolazione mondiale e incarnano anche valori culturali, sociali e spirituali insostituibili».

La comunicazione adottata ha un duplice obiettivo: «Proteggere e migliorare la salute delle foreste esistenti, in particolare delle foreste primarie, e di aumentare significativamente la copertura sostenibile delle foreste a biodiversità in tutto il mondo».

La Commissione Ue ha stabilito cinque priorità: Ridurre l’impronta del consumo dell’Ue sulla terra e incoraggiare il consumo di prodotti provenienti da catene di approvvigionamento esenti da deforestazione nell’Ue; Lavorare in partenariato con i paesi produttori per ridurre le pressioni sulle foreste e per cooperare allo sviluppo dell’Ue “a prova di deforestazione”; Rafforzare la cooperazione internazionale per arrestare la deforestazione e il degrado delle foreste e incoraggiare il ripristino delle foreste; Reindirizzare i finanziamenti per sostenere pratiche più sostenibili sull’uso del suolo; Supportare la disponibilità, la qualità e l’accesso alle informazioni sulle foreste e sulle catene di approvvigionamento delle materie prime e sostenere la ricerca e l’innovazione.

La Commissione Ue uscente assicura che «Le azioni per ridurre il consumo dell’Ue e incoraggiare l’uso di prodotti provenienti da catene di approvvigionamento deforestation-free saranno esplorate attraverso la creazione di una nuova Multi-Stakeholder Platform on Deforestation, Forest Degradation and Forest Generation, che riunirà un’ampia gamma di stakeholder«. Inoltre, la Commissione Ue incoraggerà sistemi di certificazione più rigorosi per i prodotti deforestation-free  e, sul lato della domanda,  valuterà possibili misure legislative e altri incentivi».

La Commissione europea uscente assicura anche che «Lavorerà a stretto contatto con i paesi partner per aiutarli a ridurre le pressioni sulle loro foreste e garantirà che le politiche dell’Ue non contribuiscano alla deforestazione e al degrado delle foreste. Aiuterà i partner a sviluppare e attuare esaustivi national frameworks on forests, migliorando l’uso sostenibile delle foreste e aumentando la sostenibilità delle catene del valore basate sulle foreste. La Commissione lavorerà anche attraverso consessi internazionali – come la Fao, le Nazioni Unite, il G7 e il G20, la Wto e l’Ocse – per rafforzare la cooperazione su azioni e politiche in questo campo. La Commissione continuerà a garantire che gli accordi commerciali negoziati dall’Ue contribuiscano alla gestione responsabile e sostenibile delle catene di approvvigionamento globali e incoraggino il commercio di prodotti agricoli e forestali che non causi deforestazione o degrado delle foreste. La Commissione svilupperà inoltre meccanismi di incentivazione per i piccoli agricoltori per mantenere e migliorare i servizi ecosistemici e abbracciare l’agricoltura sostenibile e la gestione delle foreste».

Secondo Greenpeace, Il Piano d’azione europeo contro la deforestazione evidenzia la responsabilità dell’Europa rispetto alla deforestazione globale e riconosce la necessità di una legislazione specifica per spezzare il legame tra deforestazione e produzione di materie prime agricole come soia, olio di palma, carne, caffè e cacao. Il Piano non affronta però i costi ambientali e umani delle politiche commerciali e agricole dell’Ue».

Il commissario Ue per lo sviluppo internazionale, Neven Mimica, ha detto: «Siamo pronti a lavorare con i paesi partner per proteggere e gestire in modo sostenibile le foreste in tutto il mondo. Si tratta di sicurezza alimentare, acqua, cambiamenti climatici, resilienza e pace. Si tratta di costruire un mondo più sostenibile e inclusivo». Ma Martina Borghi, responsabile campagna foreste di Greenpeace Italia. sottolinea che «Il documento dimostra che questa Commissione è ben consapevole del ruolo che l’Europa gioca nella deforestazione globale, ma non vuole mettere in discussione i principi distruttivi alla base degli accordi commerciali e agricoli dell’Ue. Permettere a una manciata di multinazionali di accedere a nuovi mercati non può essere più importante della necessità di valutare il costo ecologico, climatico e umano degli accordi commerciali in cui l’Ue è coinvolta, come sta avvenendo nel caso dell’accordo di libero scambio Ue-Mercosur. La prossima Commissione dovrà dimostrare più impegno e volontà se vogliamo davvero tutelare i diritti umani e affrontare la crisi ecologica e climatica che stiamo attraversando»

Greenpeace fa l’esempio dell’ accordo di libero scambio tra l’Unione europea e il Mercosur, composto da Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay, riuniti nel mercato comune dell’America meridionale, firmato dopo  un negoziato avviato nel 1999: «Attraverso questo accordo i due blocchi sono determinati, fra l’altro, ad incrementare gli scambi aumentando l’importazione in Europa di materie prime agricole dal Sud America, con notevoli rischi per l’ambiente e i diritti umani – rivela la Borghi – Tra i prodotti in questione ci sono carne bovina, pollame e soia OGM (destinata alla mangimistica), prodotti che si collocano al primo posto fra le cause della distruzione delle foreste Sudamericane. Le elezioni europee hanno dimostrato che le persone vogliono che l’Unione europea affronti attivamente l’emergenza climatica in corso, di cui la deforestazione è una delle cause. La nuova Commissione dovrà contribuire, con politiche adeguate, a ridurre il consumo eccessivo di carne e prodotti lattiero-caseari in Europa».

Greenpeace ricorda che «La distruzione delle foreste è una delle principali cause del cambiamento climatico e della massiccia estinzione delle specie a cui stiamo assistendo, oltre ad essere spesso associata alla violazione dei diritti umani. Secondo la Fao e il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, le foreste catturano circa un terzo dell’anidride carbonica rilasciata ogni anno a causa della combustione di gas, petrolio e carbone. Se vogliamo evitare l’aumento delle temperature oltre il grado e mezzo, dobbiamo quindi esigere che le foreste del mondo vengano preservate».

Per questo Greenpeace invita la prossima Commissione Ue a «presentare urgentemente una nuova normativa per garantire che i prodotti immessi sul mercato europeo non siano legati alla deforestazione, al degrado delle foreste, alle violazioni dei diritti umani».