La Catalogna stanzia più di 10 milioni di euro per ridurre la popolazione di cinghiali

Gli agricoltori: la caccia non è sufficiente. E anche Barcellona si mobilita

[8 Agosto 2022]

In Catalogna gli incidenti  con i cinghiali stanno diventando sempre più comuni: il primo agosto alle 22,00 un cinghiale ha morso una bambina di 10 anni, che giocava con i suoi amichetti su una spiaggia, a pochi metri dai suoi genitori e zii, nel centro di  Cadaqués. provocandole una brutta ferita alla gamba. In Catalogna gli incidenti cinghiale-uomo sono sempre più frequenti e branchi di ungulati si aggirano in cerca di cibo nei centri storici e nelle spiagge e nelle strade della regione autonoma.

Secondo Catalunya Radio «In Catalogna, la popolazione di cinghiali supera i 200.000 animali, il doppio rispetto a vent’anni fa. Due terzi sono concentrati in diverse parti della regione di Girona» e gli impatti sull’agricoltura sono sempre più pesanti, con perdite fino al 15% del raccolto, e gli incidenti stradali sono aumentati a causa delle collisioni: solo nel 2021, ci sono stati 4.900 incidenti dovuti a scontri con cinghiali.  Gli effetti sull’agricoltura sono gravi,. L’Unió de Pagesos (Unione degli agricoltori) ha chiesto un’azione urgente perché «In alcune aree viene superata la soglia degli animali per chilometro quadrato». Secondo Narcís Poch, coordinatore territoriale dell’Unió de Pagesos di Girona, «Una delle soluzioni è dichiarare un’emergenza caccia, che consenta agli agricoltori di agire per proteggere le colture, evitando lunghe procedure burocratiche».

Già a gennaio l’Unió de Pagesos aveva denunciato pubblicamente «La mancata risposta del Departament d’Acció Climàtica, Alimentació i Agenda Rural di fronte ai problemi causati dalla sovrappopolazione di cinghiali nelle regioni di Girona», rammaricandosi che «La politica dell’amministrazione finora si sia basata solo sul chiedere pazienza agli agricoltori colpiti senza elaborare misure concrete per porre fine a questo problema, molto palpabile in questi ambiti».

L’ Unione degli agricoltori aveva ribadito ancora una volta di «Ritenere inutili i censimenti effettuati in aree come il Gavarres, in quanto non servono a riflettere la reale portata degli effetti in aree dove la densità di capi di cinghiale per chilometro quadrato supera di gran lunga i limiti prefissati dallo stesso Dipartimento al fine di decretare l’emergenza venatoria per danno faunistico. Uno strumento, però, che il governo catalano non ha ancora deciso di utilizzare».

La Unió de Pagesos avvertiva che «I censimenti incompleti non sono il modo per porre fine ai danni che gli animali selvatici provocano nei campi agricoli e sulle strade vicine».

Infine, l’Unió de Pagesos il sindacato rilevava anche «La mancanza di determinazione dell’Esecutivo nel riformare l’attuale sistema delle Àrees Privades de Caça (APC), un sistema chiaramente superato che risale al secolo scorso e che non è mai stato adeguatamente aggiornato e che nella maggior parte dei casi rende difficile per gli agricoltori essere in grado di gestire le fattorie che coltivano. A questo punto, la Generalitat de Catalunya ha i poteri per modernizzare questo sistema, anche se non l’ha ancora fatto fino ad oggi».

Gli esperti avvertono che i cinghilai dovrebbero essere trattati come animali selvatici, non dando loro da mangiare e non avvicinandosi a questi animali selvatici e che deve essere preso un fermo impegno per ridurre drasticamente la popolazione di cinghiali che mettono a rischio biodiversità e attività agricola.

Ora, con l’ulteriore aggravarsi della situazione a causa della siccità,  la Generalitat prevede di investire più di 10 milioni di euro per intraprendere misure per controllare la sovrappopolazione di cinghiali e una delle misure, che entrerà in vigore alla fine di quest’anno, sarà il Grup Especial de Captura d’Animals, formato da una sessantina di agenti rurali che interverran no per mettere fine ai casi più dewlicati e pericolosi, come i branchi di cinghiali che scorrazzano nei centri abitati.

E proprio la giunta di sinistra della capitale catalana Barcellona si era già preparata in anticipo ad affrontare un’estate difficile.  Fino allo scorso anno i cinghiali uscivano durante la notte e non oòtrepassavano le pendici di Collserola, ma nel 2021 hanno cominciato ad aggirarsi in pieno giorno e nei quartieri collinari di Barcellona.

Intervistato da Catalunya Radio, Carles Conejero, coordinatore del Servei d’Ecopatologia de Fauna Salvatge dell’ Universitat Autònoma de Barcelona, aveva spiegato che «A causa della concorrenza  per le risorse, la montagna “scaccia” gli individui che non si adattano: Questi individui si avvicinano alle aree urbane, dove iniziano a nutrirsi, riprodursi e abituarsi all’ambiente urbano».

In previsione di un’estate molto complicata in termini di incidenti con i cinghiali, l’l’Ajuntament de Barcelona ha preparato una batteria di azioni per ridurre la presenza di cinghiali in città: le colonie di gatti, dove il cinghiale trova mangime per nutrirsi, sono state protette; le aree boschive più vicine alla città, dove i cinghiali si sono abituati a rifugiarsi e riposare, vengono ripulite costantemente e anche negli spazi verdi urbani si è cominciato a sostituire l’erba con la vegetazione mediterranea, per renderli meno attraenti per i cinghiali. Inoltre, informatori sul territorio sensibilizzano le persone a non dar da mangiare ai cinghiali perché sono animali selvatici e possono essere aggressivi e inseguire le persone per impadronirsi del cibo che hanno annusato con il loro olfatto sopraffino. Chi dà da mangiare ai cinghiali viene multato per un minimo di 75 euro perché c’è un’ordinanza comunale che vieta l’alimentazione degli animali selvatici.

Un altro luogo nel quale i cinghiali trovano cibo sono i cassonetti e i bidoni della spazzatura e, in questo caso, il comune di Barcellona li sta rafforzando da qualche tempo per evitare che vengano abbattuti, ma il cinghiale ha dimostrato di essere intelligente e in grado di imparare a vanificare i complessi per bloccare cassonetti e bidoni nei quartieri collinari di Barcellona, come Torre Baró, Ciutat Meridiana o Vallvidrera.

A maggio, Carme Maté, direttrice del Servei de Drets dels Animals de l’Ajuntament de Barcelona, faceva notare sconsolata che «E’ chiarissimo che il cinghiale ha molte risorse per raggiungere i rifiuti e nutrirsene: “I cinghiali sono una specie con elevate capacità cognitive e imparano a identificare se l’ancoraggio non è stato ben fissato o è rotto. Sanno anche come far oscillare i cassonetti per rimuovere l’ancoraggio e poi ribaltare il cassonetto e il cibo».

Anche per questo il Comune di Barcellona ha deciso di ampliare fortemente le catture programmate per ridurre gli esemplari abituati a scendere verso Barcellona, agendo in 8 aree con catture minime programmate nei cinque distretti collinari di Barcellona: Sarrià-Sant Gervasi, Les Corts, Horta-Guinardó, Nou Barris e Gràcia. La tecnica che verrà utilizzata per le catture è quella del chiusinoe, una volta catturati nella gabbia gli animali vengono anestetizzati e abbattuti. La gabbie trappola fisse vengono utilizzate anche nei punti più di maggior contatto uomo-cinghiale come Llars Mundet e il Parc del Laberint, mentre altri chiusini mobili vengono installati, a seconda della necessità, nei diversi luoghi in cui viene rilevato che i cinghiali si sono abituati a frequentare.

Misure pianificate  progettate per ridurre le catture reattive, cioè azioni a seguito di un avvertimento cittadino che mobilita la Guàrdia Urbana e un veterinario di turno per rimuovere i cinghiali che hanno superato la Ronda de Dalt e sono entrati nel tessuto urbano di Barcellona. Infatti, negli ultimi due anni, i cinghiali sono penetrati nel centro urbano di Barcellona dai quartieri collinari e catture reattive sono state effettuate nell’Eixample, a Sant Andreu e persino nel Parc del Fòrum.

Il 2021 è stato un anno record per gli incidenti con i cinghiali a Barcellona: 1.200 ma erano stati catturati solo 96 esemplari. Se da un lato il lockdown più stringente del 2020 per il Covid-19 ha incoraggiato gli animali selvatici come il cinghiale a perdere la paura e ad avventurarsi a Barcellona, dall’altro non è stato possibile effettuare le solite catture programmate nell’area periurbana di Barcellona. Dopo, durante il lockdown comunale, un numero del tutto insolito di barcellonesi ha trovato a Collserola uno spazio verde per passeggiare e l’interazione tra persone e cinghiali è aumentata, portando molte persone a dare da mangiare ai cinghiali sempre più confidenti che così hanno imparato che a Barcellona potevano trovare cibo più facilmente e in quantità maggiore. Il che ha portato ad un cambiamento nella dieta del cinghiale, innescando sua volta una proliferazione di cinghiali, permettendo loro di procreare prima del solito, e moltiplicando la popolazione di questi animali. Un meccanismo ben noto anche in Italia e utilizzato da chi vuole mantenere elevata la popolazione di cinghiali attraverso lee pasturazioni.

Inoltre,l’estate del 2021 e del 2022 sono state particolarmente secche e calde, un altro elemento che spinge i cinghiali a scendere dalle colline di Barcellona in città per cercare acqua e umidità. La combinazione di tutto questo spiega, in Catalogna come in Italia, l’elevato numero di incidenti causati dai cinghiali.