Ispezione nel Parco del Gargano per ampliare le faggete patrimonio dell’umanità

Due riserve potrebbero aggiungersi a quelle già tutelate dall’Unesco

[21 Settembre 2020]

Jan Woollhead, ispettore dell’International Union for Conservation of Nature ha terminato la sua visita tra le faggete vetuste della Foresta Umbra, nel Parco Nazionale del Gargano e dalla sua relazione dipenderà se le riserve di Pavari e Sfilzi diventeranno Patrimonio Naturale dell’Umanità dell’Unesco, andando ad aggiungersi  a quelle di Falascone ed ‘Umbra, già insignite nel 2017 dell’importante riconoscimento.

All’Ente Parco spiegano che «Il prossimo step prevede la stesura di un report su quanto visto e sentito durante la visita alle riserve, da sottoporre a un’apposita commissione Unesco alla quale toccherà esprimersi nei prossimi mesi».

La visita naturalistica si è conclusa con un confronto con i sindaci di Monte Sant’Angelo e Vico del Gargano, Comuni che ricadono nel patrimonio forestale, e gli attori del territorio (operatori turistici, guide turistiche, Ufficio Unusco di Monte Sant’Angelo, Protezione Civile, Carabinieri Forestali e Arif) che hanno risposto alle domande poste dall’ispettore circa la storia, i rapporti con la comunità e gli effetti che questo riconoscimento potrebbe produrre in termini turistico-economici. Lo stesso ispettore danese ha apprezzato lo spirito di collaborazione profuso da Ente Parco, Regione e Carabinieri Forestali, sottolineando l’importanza strategica di queste sinergie per garantire la tutela e la fruizione del Patrimonio dell’Umanità.

Alfredo Di Filippo, docente di botanica dell’università della Tuscia e curatore del dossier per le faggete garganiche, che ha accompagnato Jan Woollhead nella sua visita, è fiducioso: «L’ispettore della Iucn ha espresso grande apprezzamento per la notevole biodiversità, specialmente arborea, conservata nelle foreste candidate e in quelle che hanno già ottenuto il riconoscimento. Ottenere il bis dall’Unesco consentirebbe di includere lembi di foresta vetusta unici che ospitano alberi e liane di dimensioni ed età eccezionali per l’Europa e il Mediterraneo e di congiungerli a quelle foreste uniche ad elevata biodiversità che distinguono il Gargano come isola biogeografica unica in Europa e nel Mondo. Proteggere questi ecosistemi nella loro integrità, oltre a conservare la loro inestimabile ricchezza biologica, è il principale strumento che abbiamo per sottrarre enormi quantità di carbonio all’atmosfera e contrastare efficacemente i cambiamenti climatici».

Il Presidente del Parco Nazionale, Pasquale Pazienza, ha concluso: «Da questa due giorni –è venuto fuori un grande lavoro di squadra, a dimostrazione di come l’obiettivo comune sia quello di portare il Parco e l’intero Gargano a vincere una nuova, grande sfida e a conquistare un’altra importante vetrina internazionale che va in una duplice direzione: tutela ambientale e gestione dei beni ambientali improntata su una valorizzazione anche economica. Ora non resta che attendere i risultati che ci auguriamo possano regalarci il terzo riconoscimento Unesco».