Inquinamento da plastica e acidificazione degli oceani riducono lo sviluppo del krill antartico (VIDEO)
Nanoplastiche, acidificazione e clima potrebbero essere un mix che sconvolgerà la catena alimentare marina antartica
[13 Agosto 2021]
«L’inquinamento da plastica, combinato con l’acidificazione degli oceani, ostacola lo sviluppo del krill antartico nell’Oceano Antartico». A rivelarlo è lo studio “The effects of combined ocean acidification and nanoplastic exposures on the embryonic development of Antarctic krill” pubblicato recentemente su Marine Frontiers da un team di ricercatori britannici.
Al British Antarctic Survey (BAS) spiegano che «Il krill antartico (Euphausia superba) sono crostacei simili a gamberetti che svolgono un ruolo fondamentale negli oceani polari. Sono la dieta principale di balene, pinguini e foche e svolgono un ruolo fondamentale nel promuovere il trasporto del carbonio nelle profondità dell’oceano. Tuttavia, il krill e i suoi habitat sono minacciati dagli impatti dei cambiamenti climatici e da un’ampia gamma di inquinanti, compresa la plastica».
Gli scienziati del BAS, dell’università di Exeter e del Plymouth Marine Laboratory hanno esaminato l’impatto sul krill della nanoplastica, la più piccola forma di inquinamento da plastica, invisibile a occhio nudo e almeno 2000 volte più piccola di un granello di sabbia, sottoponendo i crostacei alle future condizioni ambientali e di acidificazione degli oceani. A causa della suo strettissimo legame con il ghiaccio marino Il krill antartico è particolarmente vulnerabile a questi fattori di stress ambientale, è l’area in cui vive è nota per l’accumulo di a plastica e per subire la più rapida acidificazione degli oceani a latitudini più elevate, come l’Oceano Antartico.
Il team ha scoperto che «Gli embrioni di krill esposti all’inquinamento da nanoplastiche, combinato con le future condizioni di acidificazione dell’oceano, avevano meno probabilità di raggiungere le fasi di sviluppo successive rispetto agli embrioni esposti solo a condizioni di acidificazione, delle nanoplastiche o dell’oceano come singoli effetti».
La principale autrice dello studio, Emily Rowlands , marine environmental eEcologist del BAS, ha evidenziato che «I nostri risultati forniscono la prima prova che i fattori di stress antropogenici combinati (come l’acidificazione degli oceani e l’inquinamento da nanoplastiche) possono ostacolare lo sviluppo del krill antartico nella fase embrionale più precoce e più sensibile della vita. Ora dobbiamo capire se questi risultati si riflettono sulla più ampia popolazione di krill».
Un’altra aur trice dello studio, Clara Manno, responsabile del progetto di ricerca per il BAS. Aggiunge: «Si prevede che l’acidificazione degli oceani, che è il punto in cui il pH dell’oceano diminuisce, dando come risultato un ambiente meno ottimale per la fauna marina, aumenterà, insieme all’inquinamento da micro e nanoplastiche, man mano che la plastica oceanica esistente si degrada. I nostri risultati dimostrano che è fondamentale affrontare l’inquinamento da plastica nel contesto del cambiamento climatico globale per comprenderne in pieno l’impatto sull’ecosistema marino».
I ricercatori concludono: «La ricerca futura sullo sviluppo precoce del krill dovrebbe tenere in considerazione gli effetti di molteplici impatti, poiché una riduzione del numero di krill giovanile potrebbe avere gravi conseguenze per la rete alimentare antartica e sulla gestione della pesca del krill».