India: sì alle miniere di carbone della multinazionale nelle foreste tribali di Hasdeo

Sfollamento e violazioni dei diritti dei popoli tribali e danni irreparabili ad ambiente e biodiversità

[21 Aprile 2022]

Il giorno dopo che il primo ministro dello Stato indiano del Rajasthan, Ashok Gehlot, era volato Raipur, la capitale del Chhattisgarh per incontrare il premier Bhupesh Baghel, il governo del Chhattisgarh ha approvato la seconda fase dell’estrazione mineraria a Parsa East e nel Kente Basan Coal Block. Un accordo che segna la condanna a morte per otre 1.130 ettari delle foreste incontaminate di Hasdeo Aranya che verranno trasformati in miniere di carbone.

Il governo del Rajasthan aveva già autorizzato miniere di carbone ad Hasdeo Aranya concedendo licenze Rajasthan Rajya Vidyut Utpadan Nigam Ltd (RRVUNL) una filiale della famigerata multinazionale mineraria indiana Adani Enterprises che che gestisce la miniera di carbone PEKB, già operativa ad Hasdeo. La miniera Parsa produrrà 5 milioni di tonnellate carbone all’anno per oltre 45 anni per fornire energia al Rajasthan, nonostante lo Stato abbia già un enorme potenziale in energia solare.

La fase I della miniera di carbone PEKB, che aveva una validità di 15 anni è stata esaurita in soli 8 anni, rendendo necessario l’avvio della fase 2 per la quale occorreva il permesso del governo del Chhattisgarh per la concessione di terreni forestali che è puntualmente arrivata  dopo che il ministero dell’ambiente, delle foreste e dei cambiamenti climatici dell’Unione Indiana ha  autorizzato il progetto con una dichiarazione nella quale si legge: «L’esattore distrettuale e l’ufficiale della divisione forestale distrettuale di Sarguja sono stati invitati a prendere le misure necessarie, seguendo le condizioni menzionate nell’autorizzazione rilasciata come sopra. Dopo aver esaminato il piano d’azione, dopo essersi assicurati della conformità delle condizioni da parte dell’esattore distrettuale e dell’ufficiale della divisione forestale distrettuale, la decisione finale sull’avvio dell’attività mineraria verrà presa dopo un’attenta considerazione».

Gli ambientali hanno subito denunciato che la decisione del governo del Chhattisgarh di permettere l’estrazione del carbone nella divisione di Surguja porterà allo sfollamento di diversa popolazioni tribali (adivasi) e alla distruzione delle foreste.

Il convocatore del Chhattisgarh Bachao Andolan, Alok Shukla, ha detto all’agenzia Press Trust of India (PTI) che «Il governo statale ha autorizzato l’attività mineraria nella regione di Hasdeo Arand, ricca di biodiversità ed ecologicamente sensibile, ignorando il benessere dei tribali locali e l’ambiente. L’attività mineraria in queste aree comporterà lo sfollamento di centinaia di tribali e la distruzione di 1.070 ettari di foresta. Secondo i tribali colpiti dalle miniere, il permesso per la trasformazione di terreni forestali per il progetto minerario di Parsa è stato concesso sulla base di “falsi” documenti del gram sabha (l’organo di autogoverno tribale, ndr). Negli ultimi tre anni, hanno chiesto un’indagine sulla questione e l’annullamento del falso report. Nell’ottobre dello scorso anno, i tribali di queste aree hanno marciato per 300 km fino alla capitale dello stato Raipur e hanno incontrato il governatore Anusuiya Uikey, che poi aveva chiesto al governo statale un’indagine imparziale sulla questione».

Come ricorda Survival International, «Secondo quanto previsto dalla legge indiana, non possono essere realizzate miniere nelle terre adivasi senza il consenso del popolo interessato. Affermazioni secondo cui le comunità avrebbero acconsentito alla miniera Parsa sono state duramente rigettate dagli stessi Adivasi, che le hanno definite ‘una falsità’. Il Governatore del Chhattisgarh aveva promesso di avviare un’indagine sulle modalità con cui sarebbe stato ottenuto il “consenso”, ma il governo ha approvato comunque il progetto».

«In una situazione del genere, l’approvazione finale delle concessioni minerarie è una violazione delle disposizioni del Panchayats (Extension to Scheduled Areas) Act del 1996 e del Forest Rights Act del 2006 e del quinto comma della Costituzione» ha denunciato Shukla.

Il giacimento di Hasdeo-Arand si estende su un’area di 1.878 kmq nei distretti di Korba, Surguja e Surajpur nella parte settentrionale del Chhattisgarh, a circa 300 km da Raipur. Shukla ricorda che «L’intera area di Hasdeo-Arand, chiamata anche “polmone del Chhattisgarh”, nel 2010 era stata dichiarata “vietata per l’attività mineraria” dal ministero dell’ambiente e delle foreste, ma successivamente è stata aperta all’estrazione del carbone. Questo è anche il bacino idrografico del fiume Hasdeo e della diga di Bango, che aiutano ad irrigare tre lakh di ettari di terreno agricolo (300.ooo ettari, ndr) nel distretto di Janjgir-Champa. Il nostro sforzo è quello di salvare una delle più grandi aree forestali intatte dell’India centrale, abitata da una vasta popolazione tribale e da altri abitanti delle foreste».

Un altro ambientalista di Bilaspur, Shailesh Shukla, ha fatto notare che «Il governo statale parla della creazione di riserve di elefanti per la loro conservazione, ma dà l’approvazione ad attività minerarie che innescherebbero ulteriormente il conflitto uomo-elefante nella regione».

Gli ambientalisti hanno chiesto al governo del Chhattisgarh  di ritirare l’approvazione delle miniere e di dichiarare area protetta l’intera Hasdeo-Arand. Ma il 6 aprile il governo statale ha rilasciato l’approvazione finale al progetto minerario di Parsa. In una lettera inviata al Principal chief conservator of forest (PCCF) del Chhattisgarh, il governo statale ha scritto che «Il ministero dell’ambiente, delle foreste e dei cambiamenti climatici dell’Unione ha concesso l’autorizzazione per l’uso non forestale di 841.538 ettari di terreno forestale per il progetto minerario di Parsa, diffuso nei distretti di Surguja e Surajpur, a favore della RRVUNL il 21 ottobre dello scorso anno».

Le licenze minerarie concesse contengono 24 condizioni, compreso che «I file dell’area trasformata, le aree di rimboschimento compensativo, l’area dei lavori di conservazione del suolo e dell’umidità e i piani di gestione della fauna selvatica devono essere caricati sul portale e-Green Watch con tutti i dettagli necessari prima di consegnare il terreno forestale all’agenzia utente (RRVUNL)». Le condizioni affermano anche che «Lo stato legale dei terreni forestali trasformati rimarrà invariato, nessun danno sarà causato alla flora e alla fauna delle aree adiacenti e saranno assicurati gli accordi sui diritti ai sensi del Forest Rights Act-2006». Il Governo del Chhattisgarh ha stabilito che «Il Chhattisgarh PCCF e l’ufficiale nodale per il Forest Conservation Act garantiranno il rispetto di tutte queste condizioni, altrimenti equivarrebbe a una violazione del Forest Conservation Act-1980 e verranno intraprese le azioni conseguenti».

Secondo Survival International <, «Le autorità indiane hanno approvato due nuovi e imponenti progetti per l’estrazione di carbone nelle terre adivasi (indigene), sfidando un forte movimento di resistenza degli indigeni stessi. La foresta di Hasdeo, nello Stato indiano del Chhattisgarh, è un luogo unico, abitato da 20.000 Adivasi. Ciò nonostante, è stata prescelta per una massiccia espansione delle miniere di carbone: è stato dato il via libera all’apertura dell’imponente miniera Parsa in foreste che sono la casa di migliaia di Adivasi Gond e Oraon, e di Dalit. Le terre e i mezzi di sussistenza di queste persone verranno distrutti, e 200.000 alberi verranno abbattuti; sarà ampliata la miniera PEKB, che ha già distrutto terre di vitale importanza per migliaia di Adivasi che vivono ad Hasdeo».

Intanto, moltissimi Adivasi di Hasdeo hanno iniziato una protesta a oltranza. Uno di loro, Muneshwar Porte, del villaggio di Fatehpur destinato a essere distrutto, ha detto a Survival: «La situazione è critica e per questo abbiamo deciso di protestare a oltranza. Se ci porteranno via le nostre terre, le future generazioni perderanno la loro identità e la nostra esistenza sarà cancellata per sempre».

La ricercatrice di Survival International Jo Woodman, ha concluso: «Nell’ultimo decennio gli Adivasi di Hasdeo hanno bussato con tutte le loro forze a ogni porta per tentare di proteggere la loro foresta sacra e hanno persino marciato per 300 chilometri per incontrare il primo ministro. Ma anziché dare priorità ai diritti dei popoli indigeni e alla costituzione indiana, il governo ha scelto di privilegiare le miniere di carbone. Questa decisione è catastrofica anche per la lotta ai cambiamenti climatici. Gli Adivasi, i veri proprietari e custodi della foresta di Hasdeo, stanno intensificando la loro coraggiosa resistenza contro attività minerarie a cui non hanno dato il loro consenso. Stare al loro fianco nella lotta per difendere la foresta e lasciare il carbone sottoterra dovrebbe essere una priorità globale».