In Ecuador piovono rane: 11 nuove specie e un nuovo sub-genere (FOTOGALLERY)

Anfibi con areali molto piccoli e diverse specie probabilmente già a rischio estinzione

[3 Settembre 2019]

Negli ultimi anni in Ecuador sono state descritte decine di “nuove” specie di anfibi, però quel che è successo quest’anno ha sorpreso gli stessi ricercatori: il nuovo studio “Systematics of Huicundomantis, a new subgenus of Pristimantis (Anura, Strabomantidae) with extraordinary cryptic diversity and eleven new species”, pubblicato su ZooKeys  da Nadia  Páez  della Pontificia Universidad Católica del Ecuador e da Santiago Ron dell’università della British Columbia – Vancouver, è una vera e propria pioggia di rane: 11 specie finora sconosciute alla scienza tutte del genere Pristimantis  (P. atillo, P. chomskyi, P. gloria, P. jimenezi, P. lutzae, P. multicolor, P. nangaritza, P. teslai, P. torresi, P. totoroi, P. verrucolatus).

Il genere Pristimantis, con 532 specie descritte finora, è uno dei più numerosi tra gli anfibi. Si tratta di piccole rane chiamate comunemente Cutin con una gran quantità di specie morfologicamente criptiche, così difficile da distinguere che si credeva che alcune delle specie scoperte fossero un’altra specie già conosciuta. E, come fa notare Mongbay LATAM, se descrivere una sola specie non è per niente facile, farlo con 11 è un compito estenuante. E’ quello che hanno fatto la Páez e Ron utilizzando dati molecolari, morfologici, bioacustici e ambientali per valutare le relazioni filogenetiche fra le rane e determinare l’esistenza di queste specie che vivono tra l’Ecuador centrale e il Perù settentrionale. Nello studio si legge: «Abbiamo assegnato a questo cloud il nome di Huicundomantis e lo proponiamo come un sub-genere. I nostri risultati dimostrano che Huicundomantis si compone di due grandi clouds (o rami) che abbiamo denominato il gruppo di specie di  P. phoxocephalusy il gruppo di specie di P. cryptomelasHuicundomantis è composto da 28 specie, 12 delle quali erano state descritte e 16 son nuove».

Alcune delle 11 specie scoperte si confondevano con altre specie. I ricercatori fanno l’esempio delle popolazioni che vivono a sud delle Ande dell’Ecuador che si riteneva fossero  P. riveti mentre in realtà appartengono alla nuova specie P. lutzae. Ron spiega che «Alcune sono state scoperte poco tempo fa e altre erano state raccolte perlomeno 25 o 30 anni fa. Pensavamo che fossero specie descritte, però, quando abbiamo fatto il campionamento genetico, ci siamo resi conto che erano specie nuove. Le rane cutín sono interessanti perché sono a sviluppo diretto, vale a dire che, a differenza della maggioranza degli anfibi che depone le uova nell’acqua e hanno i girini, le depongono a terra e quando si schiudono esce una rana completamente formata, non allo stadio di girino. Questo è quel che le rende così diverse dalle altre rane».

La Páez sottolinea che «Di questi piccoli anfibi si sa ben poco, soprattutto in Ecuador, nonostante sia un Paese così biodiverso. La mia più grande motivazione è stata quella di colmare un po’ il gap di conoscenza che abbiamo su questo gruppo. Inoltre, c’è ancora molto da scoprire e la maggior parte delle nuove specie ha dati insufficienti per poter essere catalogate con uno status di conservazione e si sa poco sul loro comportamento, fisiologia ed ecologia».

Le rane cutín vivono nelle Ande, soprattutto in Ecuador e Colombia, all’interno di foreste e brughiere, ma alcune specie sono state trovate anche in aree con attività umane, come i pascoli. Quel che preoccupa gli scienziati è che hanno areali di distribuzione molto piccoli – la maggioranza meno di 3.000 km2 – e un tasso di endemismo molto alto. Ron spiega ancora: «Ce né una in una brughiera e se ti sposti 100 km più a sud o a nord trovi già specie diverse. Questo genera preoccupazione perché per i cambiamenti climatici, la deforestazione o la distruzione del loro habitat queste specie potrebbero scomparire».

Le rane cutin vivono dentro piante che crescono sugli alberi che in Ecuador chiamano huicundos, ed è per questo che gli scienziati hanno proposto di includerle nel sub-genere  Huicundomantis. Dopo questo studio, il numero delle specie di rane Huicundomantis è aumentato di oltre il 100% e i ricercatori sono convinti che diversi gruppi di anfibi, se studiati accuratamente con i mezzi e i finanziamenti adeguati, potrebbero presentare incrementi simili.

Per Ron, «il fatto che di recente  siano state scoperte così tante specie di anfibi dimostra un’unica cosa: che c’è ancora un’enorme ignoranza in termini di biologia e composizione delle comunità di anfibi nell’America centrale e meridionale. Il fatto che le specie siano descritte non significa che si siano originarie di recente, siano state lì per milioni di anni e le stiamo semplicemente scoprendo. A differenza di quel che accade con i mammiferi e gli uccelli, che sono gruppi molto più studiati, molte specie di anfibi sono state appena denominate. In altri gruppi, questi procedimenti hanno avuto luogo 50 e 100 anni fa».

La Páez, una giovanissima scienziata che ha fatto un enorme lavoro, premiato dalla pubblicazione della sua tesi su una prestigiosa rivista internazionale (cosa non usuale in Ecuador), conclude: «Ciò che sta diventando una costante è che molti dei nuovi anfibi sono minacciati dalla perdita del loro habitat, principalmente a causa del disboscamento delle foreste destinato al bestiame, all’agricoltura e all’estrazione mineraria. In Ecuador, invece di creare più riserve per proteggere le nostre specie, vengono consentite attività estrattive all’interno delle aree protette. Il caso più noto è quello del Parque Nacional Yasuní. La sfida più grande è che i cittadini e i governi riconoscano la conservazione come una priorità e, di conseguenza, ci siano più finanziamenti per progetti di conservazione e studi scientifici volti a preservare la biodiversità. All’interno di questo scenario, le sfide per la ricerca non riguardano esclusivamente gli anfibi, in altri gruppi, come invertebrati e funghi, ci sono pochi scienziati che si dedicano a studiarli e pochissimi lavori con questo obiettivo».