In Colombia gli indigeni minacciati di morte dalle milizie di destra e dai dissidenti Farc-Ep

Nel 2021 uccisi 33 leader indigeni. L’Onic: situazione prodotta della politica del terrore dello Stato colombiano

[31 Agosto 2021]

L’Organización Nacional Indígena de Colombia (ONIC), Autoridad Nacional de Gobierno Proprio guidata dalla Consejería de Derechos de los Pueblos Indígenas, Derechos Humanos y Paz, ha respinti risolutamente «le continue minacce di morte fatte contro i popoli indigeni, organizzazioni, comunità e fratelli su tutto il territorio nazionale, soprattutto nel sud-ovest della Colombia, dove questo tipo di intimidazione è più frequente ed effettiva».

Secondo il monitoraggio effettuato dall’ONIC, fino al 28 agosto nel 2021 in Colombia ci sono stati 33 omicidi e 56 minacce di morte contro i leader indigeni.

In un comunicato l’ONIC sottolinea. «Esprimiamo profonda preoccupazione per le minacce ricevute tra il 20 e il 26 agosto 2021, dal gruppo paramilitare denominato Águilas Negras Bloque Capital e dai dissidenti appartenenti alla Columna Dagoberto Ramos delle FARC – EP, che dimostrano la grave crisi umanitaria in atto che continuiamo a vivere nei territori e nelle comunità e l’alto rischio in cui si trovano i leader in assenza di una politica pubblica sufficientemente efficace per proteggere la sopravvivenza e la permanenza nel territorio dei Pueblos y Naciones Indígenas».

Quindi le comunità indigene in Colombia sono attaccate sia dalle milizie di destra dedite al traffico di droga che dagli irriducibili delle Fuerzas armadas revolucionarias de Colombia – Ejército del pueblo (Farc-ep) che non hanno accettato la pace e il passaggio alla politica elettorale come ha fatto la maggioranza dell’ex guerriglia marxista-leninista, pagando però un alto prezzo in vite umane, visto che il gfob<verno colombiano di destra non protegge a sufficienza gli ex combattenti della FARC -–EP.

La Consejería de Derechos de los Pueblos Indígenas, Derechos Humanos y Paz – ONIC «E’ solidale con i Popoli Indigeni, le Comunità e i Fratelli che sono vittime di queste minacce e lancia un appello a chiedere alla Presidenza della Repubblica, al Ministero degli Interni, Unidad Nacional de Protección, Ministero della Difesa, Pubblico Ministero, e specialmente alla Defensoría del Pueblo, alla Fiscalía General de la Nación e alle Secretarías de seguridad de las entidades territoriales, affinché siano adottate le misure necessarie per identificare pienamente i responsabili di questi minacce alla vita, alla sopravvivenza e all’effettivo godimento dei diritti dei popoli e delle nazioni indigene nel quadro dei loro obblighi legali e costituzionali e, di conseguenza, si attivano meccanismi efficaci per evitare che queste gravi violazioni dei diritti umani continuino, nel rispetto degli impegni già acquisiti negli spazi di consultazione tra Popolazioni Indigene e Governo Nazionale».

Ma è proprio il governo colombiano ad essere nel mirino delle comunità indigene e locali e L’ONIC il 26 agosto si è unita al Comité Nacional del Paro  per la giornata di mobilitazione su tutto il territorio nazionale che ha visto in tutta la Colombia scioperi e violenti s contri durante le proteste contro le politiche del governo Duque.

L’obiettivo della giornata di mobilitazione nazionale era quella di promuovere le 10 proposte di legge che sono state presentate dal Comité Nacional del Paro  nell’ambito delle trattative con il governo nazionale e che riguardano riforma sanitaria, istruzione gratuita, reddito di cittadinanza universale, sostegno alla busta paga delle piccole imprese, adeguamenti delle politiche giovanili, garanzie del diritto di protesta, riforma della Polizia di Stato, azione contro la violenza di genere e abrogazione dei decreti lesivi dei diritti pensionistici dei lavoratori.

Il Movimiento Indígena ha avanzato le sue richieste per «La consultazione preventiva e il consenso libero e informato, nonché al rispetto degli oltre duemila accordi firmati e violati dallo Stato colombiano, l’attuazione del Capitolo etnico per la pace, rispetto per i territori, in particolare quelli minacciati dalle attività estrattive, e la nostra richiesta di cessare gli assassini e le minacce contro le popolazioni e le comunità indigene».

L’ONIC come parte del Comité Nacional del Paro  dal 2018 e come parte delle Asambleas Populares, «Condanna il vile omicidio del capo studentesco di 26 anni della Facultad de Artes de la Universidad del Cauca (Unicauca) – Esteban Mosquera – avvenuta lunedì 23 agosto nella città di Popayán. Esteban, un compagno degli indigeni Minga, aveva perso un occhio nel dicembre 2018 a seguito dell’impatto di un proiettile di gas lacrimogeno sparato da un agente dell’Escuadrón Móvil Antidisturbios – ESMAD – durante una mobilitazione nella capitale del Cauca e ora fa parte della triste storia che piangiamo come un movimento sociale prodotto della politica del terrore dello Stato colombiano».

L’ONIC respinge «la politica dello Stato che stigmatizza e spaventa le comunità e i popoli che stiamo mobilitando permanentemente per una vita migliore, respingiamo le minacce, gli arresti arbitrari che si sono verificati contro i leader  e soprattutto i giovani attivi durante lo sciopero nazionale. Rifiutiamo il nuovo progetto di riforma fiscale che ora punta ad alleviare la crisi economica che sta attraversando il Paese aumentando le tasse sulle piccole e medie imprese, che forniscono il 60% dell’occupazione, approfondendo la crisi sociale e umanitaria che il Paese sta vivendo. Invitiamo i popoli, le comunità, i processi sociali e popolari a riprendere la mobilitazione sociale unendo gli sforzi per la costruzione di un Paese in pace e con giustizia sociale, nell’ambito territoriale indigeno, nelle città capoluogo.