Il valore della natura europea

Bruyninckx (EEA): «Come si può spiegare accuratamente il valore dell'impollinazione per l'agricoltura o la protezione dalle inondazioni da parte delle zone umide?»

[1 Ottobre 2021]

L’Europa continua a perdere biodiversità a un ritmo allarmante, con molte specie, habitat ed ecosistemi in Europa minacciati dall’agricoltura intensiva, dall’espansione urbana incontrollata , dall’inquinamento, dalla silvicoltura insostenibile, dalle specie esotiche invasive e dai cambiamenti climatici. Recenti valutazioni dell’European Environment Agency dimostrano che la maggior parte delle specie e degli habitat protetti non gode attualmente di un buono stato di conservazione.

Queste perdite non si limitano nemmeno all’Europa. La perdita di biodiversità e il degrado degli ecosistemi sono un fenomeno globale. Quindi, mentre osserviamo questa perdita e lavoriamo per rallentarla, fermarla e alla fine invertirla, ci troviamo di fronte alla sfida di comprendere e persino quantificare il valore della natura. Questo aiuterà non solo a prendere le giuste decisioni personali, aziendali e politiche, ma anche a comprendere meglio il nostro posto come esseri umani all’interno della natura.

Qual è il valore della natura?

In quanto esseri umani, la natura per noi non ha prezzo. Dopotutto, è stata la natura a fornire gli elementi costitutivi della vita e l’ambiente necessario per consentire all’Homo sapiens di evolversi almeno 300.000 anni fa. Abbiamo progredito velocemente fino ad oggi e non possiamo ancora vivere senza la natura. In realtài, potremmo essere più dipendenti che mai da ecosistemi sani e resilienti per garantire il benessere a lungo termine per un numero (ancora) crescente di cittadini globali.

In questo contesto, sono stati compiuti sforzi per attribuire un valore monetario a questo “capitale naturale”, in modo da poter inquadrare i “servizi ecosistemici” che fornisce all’interno dei nostri modelli economici esistenti. In effetti, la strategia Ue sulla biodiversità per il 2030 afferma che più della metà del prodotto interno lordo globale, circa 40 trilioni di euro, dipende dalla natura.

Il quadro è però complesso. Alcuni servizi ecosistemici sono più tangibili e relativamente facili da quantificare, come le colture, la pesca e il legname; altri servizi, meno. Come si può spiegare accuratamente il valore dell’impollinazione per l’agricoltura o la protezione dalle inondazioni da parte delle zone umide? E’ fondamentale comprendere e contabilizzare adeguatamente i servizi ecosistemici meno visibili.

Ma il valore della natura va oltre i servizi diretti che ci fornisce. La natura ha anche un valore culturale, facendo da sfondo alla nostra esistenza di esseri umani e fornendo le condizioni necessarie per una buona salute fisica e mentale, oltre che per il benessere emotivo e spirituale.

E anche questa non è la fine della storia. Riconoscendo il valore d’uso della natura e il valore culturale, sembriamo molto egocentrici, corriamo il pericolo di concentrarci esclusivamente sui benefici per noi come esseri umani nel qui e ora. La natura ha un valore intrinseco a sé stante, nel quale il coinvolgimento umano è limitato al ruolo di custode, con una responsabilità etica nei confronti della natura stessa, della nostra stessa società e in particolare di quella delle generazioni future.

Questo triplice approccio è un modo per comprendere il valore della natura: valore d’uso, valore culturale e valore intrinseco.

Eppure tendiamo a dare la natura per scontata, vedendola come una risorsa “gratuita” dalla quale possiamo prendere non solo ciò di cui abbiamo bisogno ma anche ciò che vogliamo. Questo rende la comprensione e il riconoscimento del vero valore della natura più importante che mai. Per quanto possa sembrare controintuitivo attribuire un valore monetario alla natura, la misurazione e la contabilità sono un modo per apprezzare i benefici diretti e indiretti che derivano dalla natura. Può anche aiutarci a scegliere i migliori approcci per affrontare il degrado, comprendendo, ad esempio, che è molto più economico proteggere prima la natura  che ripristinarla in seguito, se il ripristino è ancora un’opzione.

Man mano che diventiamo più acutamente consapevoli della natura finita delle risorse naturali e delle crescenti richieste che stiamo ponendo al mondo naturale, dobbiamo trovare modi per vivere entro i limiti del nostro pianeta. I progressi tecnologici e la crescita della popolazione, in particolare negli ultimi 100 anni, significano che l’Homo sapiens è arrivato a dominare la catena alimentare e le risorse naturali. I danni che abbiamo causato lungo la strada iniziano a dominare le nostre prospettive di benessere futuro .

Ripristinare la natura – e, cosa più fondamentalmente, ripristinare e reimmaginare il nostro rapporto con essa – sono sfide centrali e urgenti per i prossimi decenni.

di Hans Bruyninckx

Direttore esecutivo European Environment Agency

Editoriale “EEA Signals 2021 — Europe’s nature”