Il tentativo di Trump di rottamare la legge sugli uccelli migratori è illegale

Gli ambientalisti: vittoria! Bocciata la politica che esentava le industrie da ogni responsabilità per la morte dell’avifauna

[14 Agosto 2020]

L’11 agosto Valerie Caproni, giudice dell’United States District Court, ha sentenziato che il parere legale alla base della rottamazione  del Migratory Bird Treaty Act (MBTA) proposta dall’amministrazione di Donald Trump non è in linea con gli intenti e il linguaggio di una delle leggi di protezione della natura più vecchie degli Usa. Nella sua sentenza, la giudice Caproni ha rilevato che la politica di Trump «è contraria allo scopo dell’MBTA di proteggere le popolazioni di uccelli migratori» ed è “semplicemente contraria al significato dell’MBTA».

La sentenza annulla un’opinione legale del 2017, redatta da Daniel Jorjani, il principale avvocato del dipartimento degli interni Usa, che sosteneva che l’MBTA non vietava l’“incidental take”, un termine per definire le lesioni o le uccisioni di uccelli involontarie ma prevedibili ed evitabili, spesso causate da attività industriali. Per decenni, il Fish and Wildlife Service (FWS) Usa ha utilizzato la minaccia di potenziali procedimenti penali ai sensi dell’MBTA per convincere le grandi imprese ad adottare misure per prevenire l’uccisione dell’avifauna migratoria.  In base al parere dell’amministrazione Trump, il FWS aveva cambiato radicalmente atteggiamento e aveva smesso di indagare sui casi di “incidental take”, arrivando persino a consigliare alla companies e ai governi statali e locali di non prendere provvedimenti per proteggere gli uccelli.

Sarah Greenberger, Chief Conservation Officer ad interim della National Audubon Society, ha commentato: «Come le chiare e nitide note del tordo dei boschi, la decisione del tribunale elimina tutto il rumore e la confusione, per sostenere in modo inequivocabile la legge sulla conservazione degli uccelli più efficace mai pubblicata: il Migratory Bird Treaty Act. Questa è un’enorme vittoria per gli uccelli e arriva in un momento critico: la scienza ci dice che abbiamo perso 3 miliardi di uccelli in meno della durata di una vita umana e che due terzi degli uccelli nordamericani sono a rischio di estinzione a causa del cambiamento climatico».

La sentenza è il risultato di una serie di cause legali intentate nel 2018 da 6 associazioni ambientaliste e da 8 Stati ed Erik Schneider, responsabile delle politiche per la National Audubon Society, che era tra i querelanti, sottolinea che «La sentenza è del tutto inequivocabile sotto ogni punto di vista. Il giudice ha demolito ogni spiegazione logica fornita dal governo per cercare di sostenere questo annullamento dell’MBTA. Gli esperti non hanno avuto alcun ruolo nel parere di Jorjani. E’ stata una decisione politica presa senza il loro contributo».

Secondo il procuratore generale della California, Xavier Becerra, «La sentenza riconosce l’importanza fondamentale di proteggere la nostra preziosa fauna selvatica e di sostenere lo stato di diritto. Ci auguriamo che il Department of the Interior e l’US Fish and Wildlife Service imparino la lezione e rinnovino il loro impegno ad agire nel migliore interesse del pubblico».

Chi non l’ha presa bene  è Kathleen Sgamma, presidente della Western Energy Alliance, un’associazione di compagnie petrolifere e del gas che ha fatto pressioni per porre fine all’applicazione dell’“incidental take”: «Tre circuit courts hanno già messo il loro peso nel sostenere l’opinione che sottolinea il regolamento MBTA. Una sentenza del tribunale distrettuale di New York non sarà l’ultima parola».

Anche gli ambientalisti si aspettano che l’amministrazione Trump faccia ricorso ma la Greenberger  fa notare che dopo questa decisione del tribunale, «L’amministrazione dovrebbe abbandonare il processo di regolamentazione avviato per rendere permanente questa politica di uccisione illegale degli uccelli. Con la base legale per le sue azioni che ha subito più di una sconfitta nell’ultimo anno, l’amministrazione dovrebbe aspettarsi ancora più sconfitte in tribunale se cercherà di continuare nel tentativo di rottamare l’MBTA».

L’amministrazione Trump ha ormai poche settimane, prima delle elezioni di novembre, per portare a termine un iter normativo per rendere permanente, sotto forma di regolamento, il parere legale emanato dell’United States District Court. I cambiamenti proposti da Trump ribaltano decenni di accordi bipartisan e afferma che le protezioni dell’MBTA si applicano solo alle attività che uccidono intenzionalmente gli uccelli – quindi alla caccia – esentando da ogni responsabilità tutte le industrie . Come spiegano alla National Audubon Society «Qualsiasi morte “accidentale”, non importa quanto inevitabile, evitabile o devastante per gli uccelli, diventerebbe immune dall’applicazione della legge».

Ma la risposta della giudice Caproni a questa interpretazione data dall’amministrazione Trump è stata chiarissima: «Non c’è nulla nel testo dell’MBTA che suggerisca che per rientrare nel suo divieto l’attività debba essere rivolta specificamente agli uccelli. Né lo statuto vieta solo l’uccisione intenzionale di uccelli migratori. E certamente non dice che sono proibite solo “alcune” uccisioni».

La Greenberger fa notare che «Per decenni questa legge è stata un valido incentivo per ricordare alle companies di fare la cosa giusta per la fauna selvatica. Il Migratory Bird Treaty Act è una legge di buon senso che richiede, alle companies di fare, tra le altre azioni, cose come coprire i lagunaggi delle scorie petrolifere, che gli uccelli scambiano per corpi idrici, e di implementare le migliori pratiche per le linee elettriche per ridurre le elettrocuzioni e le collisioni degli uccelli,. Se il parere legale dell’amministrazione fosse stato in vigore nel 2010, la BP non avrebbe dovuto affrontare alcuna conseguenza sotto l’MBTA per gli oltre un milione di uccelli uccisi nella fuoriuscita di petrolio della Deepwater Horizon».

Linee elettriche uccidono fino a 64 milioni di uccelli all’anno; le torri per le telecomunicazioni e la telefonia mobile fino a 7 milioni di uccelli all’anno; i lagunaggi delle scorie petrolifere da 500.000 a 1 milione di uccelli all’anno.

Una realtà che è stata sottolineata dalle stesse parole della giudice Caproni che aprono la  sentenza: «Uccidere un tordo beffeggiatore non è solo un peccato, è anche un crimine. Questa è stata la lettera della legge nel secolo scorso. Ma se il Dipartimento degli Interni proseguisse sulla sua strada, molti tordi beffeggiatori e altri uccelli migratori che deliziano le persone e sostengono gli ecosistemi in tutto il Paese verrebbero uccisi senza conseguenze legali».

Ora f gli ambientalisti chiedono che il Congresso Usa intervenga e chiarisca ancora meglio che l’MBTA non si applica solo all’uccisione intenzionale degli uccelli di proposito. Il nuovo Migratory Bird Protection Act , che è stato approvato da una commissione della Camera – dove i democratici sono in maggioranza –  ma non è stato ancora portato in aula e per il quale non è stato presentato il disegno di legge complementare al Senato – a maggioranza repubblicana –  confermerebbe il divieto di “incidental take” e istituirebbe un programma autorizzativo in base al quale le aziende sarebbero protette dalle azioni legali a condizione che adottassero le migliori pratiche del settore per limitare i danni agli uccelli.

Schneider  conclude «L’azione del Congresso potrebbe potenzialmente basarsi su questa vittoria e contribuire a dare una stabilità ancora maggiore in futuro».