Il Tar del Trentino ha sospeso (di nuovo) l’abbattimento dell’orsa JJ4

Ma il presidente Fugatti provoca gli animalisti: «State sereni, ne abbiamo 70 da spostare, fatevi avanti»

[14 Aprile 2023]

Ieri il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha firmato una nuova ordinanza per la rimozione dell’orsa JJ4, responsabile dell’uccisione del runner Andrea Papi; il documento integra l’ordinanza urgente dell’8 aprile scorso, che nel frattempo è stata però sospesa dal Tar del Trentino.

Oggi il Tribunale regionale di giustizia amministrativa di Trento ha infatti accolto il ricorso avanzato della Lega abolizione caccia (Lac) e della Lega antivivisezione (Lav). Non è la prima volta.

Già nel 2020, quando l’orsa JJ4 aveva aggredito due persone sul monte Peller, si sviluppò un tortuoso percorso giudiziario. Nel giugno di quell’anno Fugatti dispose un’ordinanza urgente per l’abbattimento, poi sospesa dal Tar a luglio; da qui la decisione della Provincia di emettere un’ulteriore ordinanza per passare dall’abbattimento alla cattività, bocciata dal Consiglio di Stato. Nel frattempo sono arrivati tre pareri negativi di Ispra – l’ultimo risalente all’ottobre 2022 –, che non ha ritenuto “sufficientemente motivata la richiesta di rimozione” dell’orsa.

Oggi invece un’inversione di rotta: «La provincia di Trento ha emanato in data 8 aprile 2023 un’ordinanza per l’intervento di rimozione dell’orso, con espresso richiamo alle competenze in materia di incolumità e sicurezza pubblica, che Ispra ha ritenuto coerente con le indicazioni del Pacobace», dichiarano dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, riferendosi al Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro-orientali (Pacobace).

Fugatti ha peraltro ricevuto nelle scorse ore il parere favorevole di Ispra rispetto alla rimozione di MJ5, l’orso che ha aggredito un escursionista in Val di Rabbi lo scorso 5 marzo. Lo sta ricercando del personale specializzato. «Seguirà un atto consequenziale da parte dell’Amministrazione provinciale. Ci aspettiamo un parere dello stesso tenore anche per il terzo esemplare problematico M62, che da tempo sta dimostrando un comportamento molto confidente», ha aggiunto Fugatti

Di fatto, la decisione odierna del Tar del Trentino pone però un freno all’ordinanza di abbattimento dell’orsa JJ4. Ma è evidente che è ancora lontana una soluzione razionale alla convivenza con l’orso in Trentino e soprattutto alla gestione dei cosiddetti “orsi problematici”.

Da parte sua, Fugatti continua a gettare benzina sul fuoco: «Sto avendo notizia di tanto interesse da parte del mondo fuori da qui che ci vengono dire “Presidente non abbattete JJ4 perché abbiamo trovato un posto qua, abbiamo trovato un posto la”. Ma state sereni, ne abbiamo 70 da spostare, fatevi avanti», ha dichiarato ieri il presidente della Provincia autonoma.

«Ormai non passa giorno che il presidente Fugatti non tiri fuori nuovi orsi da abbattere o deportare – commentano dal Wwf – Ha iniziato con l’orso che ha ucciso il giovane runner Andrea Papi a Caldes, poi ha parlato di altri 3 orsi da abbattere, poi ha deciso che gli orsi da rimuovere sarebbero 50 che oggi sono diventati 70. Procedere in questo modo non ha alcun senso: crea solo ulteriore confusione.

Le posizioni estremistiche di chi vuole a tutti i costi minimizzare i rischi che derivano dalla presenza di un orso che ha aggredito e ucciso un uomo e di chi non perde occasione per proporre l’eliminazione di decine e decine di orsi, rappresentano un ostacolo alla gestione di un problema complesso che richiede soluzioni complesse e prese su basi scientifiche. L’obiettivo deve essere quello di costruire una giusta convivenza tra le comunità locali e gli orsi».

Sullo stesso tasto battono gli esperti riuniti nell’associazione Io non ho paura del lupo, osservando che «la montagna è sia la casa della fauna selvatica, ma anche lo spazio in cui le comunità locali hanno costruito la propria cultura e sviluppato la propria vita […] In questo contesto è davvero difficile provare a ragionare, eppure è necessario farlo provando a fissare subito alcuni paletti per ripartire: JJ4, l’esemplare responsabile dell’uccisione del giovane dovrà essere abbattuto, e sarà necessario comprendere che la sua rimozione non solo è necessaria per la sicurezza delle persone, ma è anche un atto utile alla conservazione dell’orso bruno sulle Alpi. Per noi questo non è un concetto nuovo, lo abbiamo scritto più volte anche di M49, l’orso rinchiuso a vita in un box di cemento del Casteller di Trento, per buona pace di una politica dei proclami che sembra non volersi sporcarsi troppo le mani e di un animalismo miope che preferisce avere un orso rinchiuso in gabbia piuttosto che morto in libertà tra i propri boschi. Abbattere JJ4 è quindi un atto estremo, che non ci piace di certo, ma di fatto necessario, utile anche a prevenire atti di giustizia fai-da-te, ed è la chiave del compromesso per la conservazione che altrove viene utilizzato da anni».