Il ritorno della fauna selvatica in Europa. Le misure di protezione e rewilding funzionano

Un nuovo rapporto dimostra che la fauna selvatica tornerà se le diamo spazio per riprendersi

[28 Settembre 2022]

London (ZSL), BirdLife International ed European Bird Census Council Europe, ha rilevato che «Negli ultimi 40-50 anni, le popolazioni di alcune specie selvatiche europee sono cresciute, sia per dimensioni che per area geografica».

La principale autrice del Wildlife Comeback Report 2022, Sophie Ledger della ZSL, sottolinea che «Gran parte del lavoro vitale che monitora le tendenze della biodiversità globale e valuta i rischi di estinzione delle specie mette spesso in evidenza gli impatti negativi di pressioni come la perdita di habitat e il clima cambiamento sulle specie. Tuttavia, questo rapporto dà motivo di ottimismo e dimostra che, datale la possibilità e con sforzi di conservazione ben posizionati, la fauna selvatica può riprendersi. La speranza di ZSL è che questo rapporto rafforzi il messaggio che, sebbene possa essere complesso, il recupero e la convivenza della fauna selvatica non è solo possibile, ma essenziale per la salute del nostro pianeta».

Il rapporto esamina 50 specie di fauna selvatica europee, tra le quali ad esempio il castoro eurasiatico, il bisonte europeo, l’orso bruno eurasiatico, il lupo grigio, la megattera e l’aquila dalla coda bianca. Mentre in tutto il mondo le specie selvatiche stanno scomparendo a un ritmo allarmante, il nuovo rapporto di mostra che «La fauna selvatica tornerà se le diamo spazio per riprendersi e ci sforziamo di vivere insieme ad essa in modo armonioso» e che «Misure come una migliore protezione legale, l’allargamento e il collegamento di aree protette, le attività di recupero delle specie dedicate (comprese le reintroduzioni) e il miglioramento degli habitat sono efficaci». Dimostra anche «L’importanza di continuare a ridurre le pressioni, come la perdita di habitat e la caccia, anche per quelle specie che stanno tornando».

Il nuovo rapporto, che ha ricevuto supporto finanziario di Arcadia (un fondo di beneficenza di Lisbet Rausing e Peter Baldwin), Wwf Nederland  e Nationale Postcode Loterij, è una versione aggiornata e  ampliata di “Wildlife Comeback in Europe“, una ricerca rivoluzionaria pubblicata nel 2013. Tra le specie di mammiferi studiate, il castoro eurasiatico, la foca grigia e il bisonte europeo mostrano un ritorno più forte. Tra gli uccelli si stanno riprendendo bene anche l’oca facciabianca, il grifone, l’airone bianco maggiore e il pellicano dalmata. I motivi dell’aumento delle popolazioni di specie selvatiche includono la protezione legale attraverso le direttive Uccelli e Habitat dell’Ue, i cambiamenti nelle politiche e nell’utilizzo del suolo e le attività di gestione e conservazione delle specie, compreso il rewilding.

Rewilding Europe fa l’esempio dei  lupi grigi: «Si stanno riprendendo in tutta Europa e ricolonizzano prontamente le aree in cui gli esseri umani consentono la loro presenza. L’Unione Europea sta ora incoraggiando fortemente la convivenza uomo-lupo offrendo finanziamenti per misure di prevenzione come recinzioni e cani da allevamento, nonché un risarcimento completo agli allevatori di tutti gli Stati membri per il bestiame perso a causa della predazione del lupo. Dopo decenni di declino, anche le popolazioni di avvoltoio europeo si stanno riprendendo, in gran parte grazie ai cambiamenti nella legislazione dell’Ue e all’intensa gestione e conservazione».

Se la ripresa in atto descritta nel nuovo rapporto è incoraggiante i ricercatori fanno notare che «Tuttavia, un’analisi approfondita mostra che il ritorno della fauna selvatica in Europa è ancora molto irregolare, mentre alcune specie, come la lontra eurasiatica e l’avvoltoio cinereo, mostrano recenti contrazioni dell’areale. I risultati del rapporto devono anche essere visti nel contesto di ampie contrazioni storiche dell’areale per molte specie. Guardando al futuro, è fondamentale capire perché alcune specie selvatiche europee stanno cavandosela bene, se vogliamo offrire a tutte le specie la migliore opportunità di riprendersi e adattarsi a fattori esterni come il cambiamento climatico».

Per il direttore esecutivo di Rewilding Europe, Frans Schepers, «Questo nuovo rapporto non solo fa luce su quali specie di fauna selvatica europea si stanno riprendendo bene, ma anche perché si stanno riprendendo bene. Imparando dalle storie di successo possiamo massimizzare il ritorno della fauna selvatica su tutta la linea. Il rapporto dimostra anche che dobbiamo lavorare sodo su molti fronti, per far sì che la ripresa continui e per consentire a più specie di trarne beneficio».

Oggi molti territori europei sono completamente privi di fauna selvatica. E quando la fauna selvatica inizia a tornare, spesso rappresenta un problema, questo è particolarmente vero quando si tratta di grandi carnivori come orsi e lupi, che sono spesso percepiti come una minaccia per le persone e altri animali. Ma gli estensori del rapporto fanno notare che «Eppure gli aspetti positivi del recupero della fauna selvatica superano di gran lunga gli aspetti negativi. Accelerare e ampliare il ritorno della fauna selvatica in Europa può migliorare la salute e la funzionalità di interi ecosistemi, offrendo una vasta gamma di benefici alla natura e alle persone, dal ringiovanimento delle economie rurali attraverso il wildlife watching al miglioramento della salute e del benessere. Intuizioni recenti mostrano anche come la fauna selvatica aiuti a bloccare più carbonio atmosferico e aumentare la fertilità del suolo».

Sostenere il ritorno della fauna selvatica è uno degli obiettivi principali di Rewilding Europe. Nell’ultimo decennio, attraverso il suo portfolio of rewilding landscapes ha impiegato un’ampia gamma di misure per creare le condizioni giuste affinché la fauna selvatica si riprenda da sola. Questi sforzi sono stati integrati da reintroduzioni di specie e rinforzi della popolazione. Rewilding Europe ha lanciato l’European Wildlife Comeback Fund, un nuovo strumento per sostenere il ripopolamento dei territori con la fauna selvatica, concentrandosi su specie chiave come il bisonte europeo e la lince euroasiatica.

Rewilding Europe conclude: «Oggi, mentre i Paesi e le regioni europei si sforzano di raggiungere i loro obiettivi per la biodiversità e il clima, ci sono interessanti opportunità per adottare approcci di rinaturalizzazione, approcci che non solo aiuteranno a far aumentare il ritorno della fauna selvatica e rivitalizzare gli ecosistemi, ma forniranno alle persone un’ampia gamma di benefici culturali e sanitari. In futuro, misure come una protezione giuridica più forte, una migliore connettività dei territori, gli sforzi per migliorare la convivenza uomo-fauna selvatica, livelli più elevati di monitoraggio e ricerca e un numero crescente di traslocazioni di animali saranno tutti fondamentali se vogliamo garantire che il ritorno della fauna selvatica europea prenda ritmo e coinvolga un numero crescente di specie. Tutti, dai professionisti del rewilding agli scienziati, dai responsabili politici agli imprenditori e ai cittadini comuni, hanno un ruolo importante da svolgere».