Il riscaldamento globale potrebbe far nascere il 93% di tartarughe verdi femmine

E l’innalzamento del livello del mare potrebbe far sparire più del 40% dei siti di nidificazione

[27 Dicembre 2018]

Dato che i cambiamenti climatici causano la “femminilizzazione” della specie, entro il 2100, fino al 93% dei piccoli delle tartarughe verdi  (Chelonia mydas) potrebbero essere femmine. A dirlo è lo studio “Climate change resilience of a globally important sea turtle nesting population”, pubblicato su Global Change Biology da un team di ricercatori dell’università di Exeter, del del Centro de Gestão da Investigação Mare e dell’ l’Instituto da Biodiversidade e das Áreas Protegidas da Guiné-Bissau.

Nelle tartarughe il sesso dei neonati è determinato dalla temperatura, e attualmente circa il 52% delle tartarughe verdi – una delle sette specie di tartarughe marine – sono femmine, ma il nuovo studio pubblicato nei giorni scorsi dimostra che con le temperature più calde previste dagli scenari dell’Intergovernmental panel on climate change (Ipcc), il 76 – 93% delle tartarughine verdi sarebbe femmina.

Le cifre riguardano un sito di studio in Guinea-Bissau, in Africa occidentale, ma i ricercatori dicono che si aspettano un quadro simile a livello globale e che «L’evoluzione della proporzione di genere porterebbe inizialmente a un numero maggiore di nidificazione da parte delle femmine, aumentando la popolazione, prima di un declino, poiché le temperature di incubazione si avvicineranno ai livelli letali». Inoltre, prevedono che «L’innalzamento del livello del mare sommergerà il 33-43% delle attuali aree di nidificazione utilizzate dalle tartarughe verdi sulle spiagge in cui è stato effettuato lo studio».

La principale autrice dello studio, Rita Patricio del Center for ecology and conservation dell’università di Exeter, sottolinea che «Le tartarughe verdi in futuro affronteranno dei problemi a causa della perdita di habitat e dell’aumento delle temperature. I nostri risultati suggeriscono che la popolazione di  tartarughe verdi nidificante dell’Arcipelago di Bijagós, in Guinea-Bissau, entro il 2100 dovrà far fronte agli effetti del cambiamento climatico. Le temperature più fresche, sia alla fine della stagione di nidificazione che nelle aree ombreggiate, garantiranno che alcuni piccoli saranno maschi. Sebbene l’innalzamento delle temperature porterà ad avere più femmine – e il 32-64% in più di femmine nidificanti entro il 2120 – in queste condizioni più calde anche la mortalità nelle uova sarà più alta. Mano a mano che le temperature continueranno a salire, per le tartarughe non schiuse potrebbe diventare impossibile sopravvivere».

L’arcipelago delle Bijagós è il più importante luogo di nidificazione delle tartarughe verdi in Africa e il principale territorio di riproduzione per le specie dell’Atlantico meridionale.

Il team di ricerca anglo-portoghese-guineano . finanziato dalla Mava Foundation,  fa notare che «I siti di nidificazione sommersi dall’innalzamento dei mari semplicemente non possono “spostarsi” nell’entroterra. Il ritiro dalla spiaggia può andare bene in alcune zone» e la Patricio conclude: «Ma le tartarughe che abbiamo studiato nidificavano su una piccola isola (isola di Poilão), quindi c’è un limite a quanto possono spingersi sulla spiaggia, In altri luoghi ci possono essere barriere naturali o costruzioni umane che bloccano il loro spostamento delle spiagge verso l’entroterra».