Il patto per l’Arno che verrà

Il Contratto di fiume che abbraccia Pisa. Da Capraia e Limite alla foce, i progetti per la valorizzazione dell’asta fluviale

[30 Novembre 2021]

Grazie all’iniziativa “Il Batticuore: l’Arno che verrà e il mare”, è stato presentato a Pisa il  Contratto di Fiume Arno che abbraccia il territorio di riferimento del Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno, inserito nel progetto regionale “Un Patto per l’Arno”. Un incontro che è servito a tracciare una visione comune per la gestione dei rischi e la valorizzazione dei territori in un’ottica di sviluppo sostenibile.

Presentando il Contratto di Fiume, Maurizio Ventavoli, presidente del Consorzio 4 Basso Valdarno, ha sottolineato che ««Avviamo oggi un percorso per valorizzare e armonizzare le varie esperienze lungo il fiume creando un tavolo di lavoro condiviso. Approfitto di questo incontro anche per lanciare “Le donne dell’acqua”: un progetto che ci condurrà dalla storia passata ai tempi attuali per valorizzare la presenza delle donne nel settore idraulico, agricolo, ambientale».

«Mi auguro che questo processo che state sviluppando possa andare avanti e crescere – ha detto l’onorevole Chiara Braga membro della Commissione Territorio e Lavori pubblici della Camera dei Deputati – Spero che possa diventare un punto di svolta anche per il riconoscimento dello strumento del contratto di fiume come un’occasione per lavorare per la sicurezza, tenendo sempre a centro l’ecosostenibilità».

Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha ricordato che «L’Arno non riguarda solo Arezzo, Firenze e Pisa ma 6 province su 10ssimo la qualità delle acque, al progetto di navigabilità a Pisa e all’ottimizzazione dell’uso della risorsa idrica. Parlare dei fiumi significa toccare aspetti molto diversi: ambiente, sicurezza, storia e cultura. Tutti tasselli importanti per lo sviluppo del territorio».

Secondo ha detto il direttore generale di ANBI, Massimo Gargano, «Il tema che unisce tutte le figure coinvolte oggi è una visione comune che può essere lo strumento giusto per governare una complessità. I temi da affrontare, in un Paese come l’Italia caratterizzato da un’economia originale e distintiva le cui punte sono l’ambiente, l’agrolimentare, la manifattura, sono le politiche attive del lavoro, il valore della biodiversità e il valore della partecipazione. E i Consorzi hanno un ruolo cruciale perché hanno nel loro Dna la partecipazione dal basso».

Massimo Lucchesi, segretario generale dell’Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino Settentrionale, ha sottolineato che «Il nostro obbiettivo è arrivare alla firma di un vero e proprio “Contratto dei contratti” grazie anche ai circa 50 Comuni che hanno firmato il patto e che si sono impegnati nel progetto. In questo percorso dobbiamo essere molto onesti e chiari, spiegando cosa possiamo fare e cosa no, tenendo sempre presente anche il rischio idraulico e la tutela della qualità dell’acqua».

Marco Bottino presidente di ANBI Toscana, è convinto che «Se non mediamo attraverso i contratti di fiume i fiumi rischiano di restare ostaggio delle posizioni più estreme. Il contratto di fiume è invece un luogo in cui si discute ma si arriva a sintesi, in modo da poter poi passare all’azione. Per questo i Consorzi di Bonifica della Toscana stanno da tempo promuovendo questo strumento di lavoro».

Francesco Pistone del Genio Civile Valdarno Inferiore ha fatto notare che «Il fiume non è una realtà semplice ma un insieme di interessi che devono andare tutti nella stessa direzione: per questo è importante il contratto di fiume. Fra gli aspetti fondamentali ci sono la manutenzione, la gestione delle opere presenti e la realizzazione di nuove. L’Arno ha una grande densità di opere idrauliche, ma resta fondamentale investire per costruirne di nuove».

Per Paola Bertuccioli del Dipartimento della Protezione Civile, «Molto importante, oltre agli interventi, è l’attività d’informazione. Fondamentale in questo caso la campagna “Io non rischio” finalizzata proprio a informare la cittadinanza sui comportamenti corretti da tenere in caso di emergenza».

Nel suo intervento, l’assessora all’ambiente e alla Protezione Civile della Regione Toscana, Monia Monni,  ha ricordato a sua volta che «Da sempre l’Arno ha rappresentato una risorsa enorme Il Patto dell’Arno è un percorso di valorizzazione del grande fiume toscano, ma anche degli altri corsi d’acqua del territorio. Lo sviluppo di modelli di gestione innovativi come i contratti di fiume ha trovato terreno fertile in Toscana, benché per tante amministrazioni si trattasse della prima esperienza. Questo impegno si inserisce in un quadro che registra dai 90 ai 100 milioni ogni anno investiti fra Regione Toscana e Consorzi di Bonifica per la messa in sicurezza e la valorizzazione del reticolo idrografico, ai quali si sommano i fondi europei».

Matteo Biffoni presidente di Anci Toscana ha detto che «’obbiettivo condiviso è arrivare a un Arno pulito, sicuro, da vivere  e il contratto di fiume ci permette di creare un percorso condiviso in questo senso, aiutandoci a far scoprire, e riscoprire, il valore e le potenzialità del fiume. Inoltre il contratto ci consente di proporre una visione comune e un obbiettivo condiviso rispetto agli interventi singoli dei vari Comuni coinvolti».

Federico Gasperini direttore di Legambiente Toscana, ha avvertito che «Occorre incrementare le infrastrutture verdi e rafforzare l’impegno nella tutela dell’ambiente. Un aiuto, in questo senso, può arrivare dal Pnrr. Il contratto di fiume, a sua volta, può essere lo strumento giusto per raggiungere questi obbiettivi».

Massimo Bastiani, presidente del Tavolo Nazionale sui Contratti di Fiume, ha sottolineato che «Ci sono tanti interessi e linguaggi diversi che si intrecciano lungo i corsi d’acqua e il contratto di fiume serve a metterli in contatto. Il Patto dell’Arno ha un valore paradigmatico ed è una sperimentazione concreta del “contratto dei contratti”, cioè l’idea che più contratti di fiume possano integrarsi e operare insieme, in modo che a valle si sappia cosa succede a monte, e viceversa».

Massimiliano Angori, presidente della Provincia di Pisa, ha aggiunto che «I Comuni della Toscana sono quasi tutti esposti al rischio idrogeologico e per questo è fondamentale il lavoro dei Consorzi di Bonifica che sono insostituibili per gli enti locali, sia nella manutenzione ordinaria che nei momenti di allerta».

L’assessore di Pisa Raffaele Latrofa ha confermato che «Stiamo lavorando da tempo per concretizzare la navigabilità dell’Arno e il nostro progetto si intitola “L’Arno unisce la città” ma iniziative come questa dimostrano che l’Arno unisce la Regione e insieme a tutti voi possiamo ottenere un grande risultato».

Il sindaco di Pontedera, Matteo Franconi, ha informato che «Stiamo cercando di chiudere la ferita aperta dall’alluvione del 1966 e ci stiamo riuscendo  grazie a una serie di interventi di messa in sicurezza e di valorizzazione del fiume» il suo assessore Mattia Belli ha aggiunto: «Stiamo sviluppando una serie di percorsi di valorizzazione lungo i nostri corsi d’acqua. Il patto per l’Arno deve accelerare il percorso per la sicurezza idraulica, anche alla luce degli interventi eccezionali che stanno diventando sempre più ricorrenti».

A proposito di opere, il sindaco di San Miniato, Simone Giglioli, ha detto che «La cassa di Roffia ha un ruolo fondamentale per la sicurezza del territorio Si tratta di un bacino naturale sede oggi di molte realtà che non svolgono solo attività sportive ma hanno anche un ruolo di sentinelle, con un presidio continuo delle opere. È grazie a loro che questa zona può essere un vero e proprio parco all’aria aperta, a dimostrazione di quanto sia importante la collaborazione con le associazioni e con i cittadini. Uno dei miei sogni è far nascere anche una piccola spiaggia».

Anche per Giuseppe Torchia, sindaco di Vinci, «Dobbiamo utilizzare le risorse del Pnrr per mettere più in sicurezza possibile il bacino dell’Arno realizzando la casse di espansione, da Figline ai Renai, e completando infrastrutture strategiche per la messa in sicurezza idrogeologica della Regione. L’altro tema è quello della vivibilità e fruibilità, obbiettivi da perseguire con il contratto di fiume».

Lorenzo Bani, presidente del Parco Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli, ha fatto notare che «Questi temi vengono affrontati oggi con una crescente sensibilità ambientale  e questo è molto importante. La mia idea è fare una staffetta lungo l’Arno, da una provincia all’altra, in modo da far avvicinare i cittadini all’Arno anche attraverso lo sport. Tutti i percorsi vicini al nostro fiume sono fondamentali. Un altro aspetto da affrontare è quello dei rifiuti che vengono gettati in Arno e trasportati verso la foce: dalle ruote delle auto a intere televisioni. Su questo serve un’opera di sensibilizzazione».

Paolo Sani, presidente del Club per l’Unesco di Vinci, ha concluso: «A livello mondiale le donne hanno difficoltà ad accedere all’acqua in tutte le sue forme  e l’acqua è spesso all’origine dei importanti conflitti. Il nostro impegno è quindi quello di far capire questi aspetti ed evidenziare queste criticità, partendo dai più giovani».