Il ministro Lollobrigida favorevole all’abbattimento di lupi e orsi: non sono più in via di estinzione

Lndc Animal protection: «Non c’è niente di pragmatico nel volerli abbattere. Ennesima infrazione norme Ue»

[8 Novembre 2022]

Intervenendo alla Fiera d’Autunno & Biolife 2022, tenutasi a Bolzano, il ministro delle Politiche agricole e della sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, ha detto che «Lupi ed orsi ormai non sono più specie in estinzione, se danneggiano il lavoro degli agricoltori di montagna, bisogna intervenire senza ideologismi. Noi dobbiamo proteggere le specie in estinzione, ma non incrementare le specie che possono essere dannose per allevatori e produzione nazionali. E’ evidente che se 30 anni fa alcune specie erano in estinzione, oggi sono sovrabbondanti, quindi bisogna affrontare il problema con pragmatismo e senza ideologia, che hanno reso impossibile attività virtuose come allevamento e agricoltura».

Una teoria abbastanza azzardata e scivolosa: Strana teoria: quando una specie non è più in estinzione si può abbattere, fino a che  si riporta all’estinzione e si riprotegge. E chi determina se una specie è in via di estinzione localmente?

Lollobrigida rispondeva alle sollecitazioni del presidente della Provincia autonoma di Bolzano Kompatscher e degli assessori Achammer, Sculer e Vettorato che, insieme ad alcuni “giovani agricoltori” gli hanno posto i problemi dell’agricoltura di montagna, compreso quello della presunte invasione di orsi e lupi e il neo-ministro se ne è venuto fuori con le soluzioni di carattere pragmatico e non ideologico, aprendo alla possibilità di procedere con l’abbattimento di questi animali considerati pericolosi per le aziende agricole.

Piera Rosati, presidente LNDC Animal Protection, fa notare che «Un approccio di questo tipo, a dire la verità, non ha niente di pragmatico ma è profondamente ideologico. Si basa infatti su un’ideologia retrograda e dannosa secondo cui gli animali selvatici sono un disturbo da rimuovere anziché una risorsa quale effettivamente sono. Se si volesse avere un approccio realmente pragmatico, si promuoverebbe la tutela della biodiversità che include tutti gli animali selvatici, compresi i grandi predatori che finalmente hanno ripreso il loro ruolo fondamentale nell’ecosistema dopo essere stati per lungo tempo a grave rischio di estinzione e, proprio per questo, sono particolarmente protetti da norme nazionali e comunitarie. A tal proposito, volendo essere pragmatici, è anche pericoloso esporre l’Italia al rischio di ulteriori infrazioni di disposizioni comunitarie dato che il nostro Paese, negli ultimi anni, ha già pagato oltre mezzo miliardo di euro di multe per il mancato rispetto delle normative UE a tutela dell’ambiente e ci sono decine di procedure di infrazione aperte per violazione delle norme ambientali. Siamo davvero sicuri che l’Italia possa permettersi di pagare altre multe soltanto per dare un contentino agli agricoltori e ai cacciatori? Cosa c’è di pragmatico in tutto questo? Spiace constatare che questo Governo parta già con il piede sbagliato in tema ambientale, dimenticandosi dei nuovi principi costituzionali che prevedono la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni».