Il governo conservatore britannico stanzia altri 40 milioni di sterline per le aree protette

Boris Johnson: parte di un piano per ripristinare la biodiversità e combattere il cambiamento climatico

[16 Novembre 2020]

Il governo conservatore di Boris Johnson ha stanziato altri 40 milioni di sterline per finanziare migliaia di posti di lavoro nella salvaguardia della natura e ha anche promesso che istituirà nuovi parchi nazionali e proteggerà maggiormente alcuni territori iconici dell’Inghilterra per arrivare a salvaguardare il 30% delle terre emerse e del mare britannici, entro il 2030, come a ha promesso di fare qualche settimana fa.

Gli ambientalisti hanno accolto con favore i nuovi finanziamenti, ma hanno fatto notare che si tratta di una frazione di quel che sarebbe necessario per un recupero della fauna selvatica della Gran Bretagna.

Johnson ha sottolineato che il nuovo stanziamento fa parte del suo piano in 10 punti per combattere il cambiamento climatico, che Downing Street dovrebbe rivelare questa settimana e che, secondo le molte anticipazioni fatte circolare da ambienti governativi dovrebbe includere impegni, alcuni dei quali non proprio graditi agli ambientalisti, per: efficienza energetica e del riscaldamento per le abitazioni e le imprese; eolico offshore; rete elettrica; nucleare. compresi mini-reattori modulari; cattura/stoccaggio del carbonio; idrogeno; finanziamento dell’innovazione per le emissioni net-zero; trasporti, finanza verde; investimenti nell’ambiente naturale.

I finanziamenti per l’ambiente naturale andranno a ONG che creano o ripristinano habitat importanti come torbiere e zone umide, prevengono e ripuliscono l’inquinamento, creano boschi e aiutano  le persone a entrare in contatto con la natura.

Secondo Johnson, «Questo a sua volta creerà e manterrà posti di lavoro qualificati e non qualificati, come ecologisti, project manager, piantatori di alberi e team per il ripristino della natura».

I progetti che potrebbero fornire un rifugio sicuro a diverse specie a rischio, come hanno dimostrato iniziative simili realizzate in tutta la Gran Bretagna e che hanno permesso s di salvare il chiurlo, l’usignolo, il pipistrello ferro di cavallo, la martora, lo scoiattolo rosso e le orchidee selvatiche.

Presentando i finanziamenti, Johnson ha detto che «I paesaggi iconici della Gran Bretagna fanno parte del tessuto della nostra identità nazionale, sostenendo le nostre comunità, hanno guidato le economie locali e ispirando le persone di tutti i tempi. Ecco perché, con il mondo naturale in pericolo, è più importante che mai agire ora per migliorare il nostro ambiente naturale e proteggere la nostra preziosa fauna selvatica e la biodiversità».

Attualmente in Inghilterra ci sono 10 Parchi Nazionali e 34 areas of outstanding national beauty (AONB) e il governo conservatore ha annunciato che il procedimento per la designazione di nuovi parchi nazionali e AONB inizierà nel 2021, mentre 10 progetti di “landscape recovery” a lungo termine, per ripristinare i territori più selvaggi, saranno avviati tra il 2022 e il 2024.

Craig Bennett, del Wildlife Trusts, ha detto a BBC News che «Naturalmente tutto questo è  benvenuto, ma è una piccola quantità rispetto a ciò che serve. Una precedente promessa di 40 milioni di sterline è stata fatta per ben 7 volte. Il governo si è impegnato a proteggere il 30% delle territorio rurale entro il 2030, ma al momento solo il 5% è protetto per la fauna selvatica. Abbiamo bisogno di 1 miliardo di sterline all’anno per questo enorme compito».

Tony Juniper, capo dell’agenzia governativa Natural England, ha dichiarato: «Accolgo con grande favore tutto questo come parte del finanziamento del National Nature Recovery Network e sono davvero lieto che tutto questo provenga dal primo ministro».

Ma all’inizio della scorsa settimana il governo ha tagliato i fondi  a Natural England che aveva già detto in un’audizione parlamentare all’Environmental Audit Committee che il suo finanziamento attuale è inferiore al livello richiesto per svolgere a un buon livello i compiti statutari. Allora Juniper aveva spiegato che «Intraprendere azioni per proteggere le specie a rischio di estinzione, la gestione delle National Nature Reserves e coinvolgere solo un piccolo numero di autorità di pianificazione per sostenere le attività territoriali e per la biodiversità sono alcune delle aree in cui Natural England ha dovuto ridimensionare il supporto».

Insomma, il rischio è che con una mano il governo conservatore dia e con l’altra tos lga i fondi per la salvaguardia della natura.