Il Brasile ha convocato un vertice regionale sull’Amazzonia e nel 2025 ospiterà la COP30 Unfccc
Greenpeace: come l’estrazione mineraria minaccia la biodiversità dell'Amazzonia
[26 Maggio 2023]
Il ministro degli esteri del Brasile, Mauro Vieira, ha annunciato di aver convocato ad agosto un incontro degli 8 Paesi dell’Amazzonia per arrivare a definire una posizione comune che sarà consegnata ai leader internazionali, durante un dibattito all’Assemblea Generale dell’Onu di settembre. Vieira ha anche candidato Belém do Pará ad ospitare la 30esima conferenza delle parti dell’United Nations framework convention on climate change (COP30 Unfccc) nel 2025.
Il ministro degli esteri brasiliano ga detto a UN News che l’obiettivo del summit dell’Amazzonia è quello di trovare una posizione comune sulla foresta che alimenterà i futuri dibattiti globali sull’azione climatica. Parteciperanno all’incontro Brasile, Bolivia, Colombia, Ecuador, Guyana, Perù, Suriname e Venezuela e il documento sarà consegnato dalle autorità brasiliane ai 193 Stati membri dell’Onu.
Nell’intervista a UN News, Vieira, ha ribadito gli obiettivi della mitigazione del cambiamento climatico come tema centrale della politica estera brasiliana: «Zero deforestazione illegale entro il 2028, recupero di milioni di ettari di terreni degradati e, evidentemente, prosecuzione di una politica di produzione agricola forte e importante come quella che abbiamo. Possiamo aumentare, quasi raddoppiare, la produzione agricola che abbiamo. Il Brasile è uno dei maggiori esportatori di cibo al mondo, ma possiamo raddoppiare la produzione senza bisogno di un ettaro in più o senza abbattere un solo albero. Incrementeremo la produzione con il recupero di nuove aree da seminare e terreni degradati che erano stati maltrattati, abbandonati e sfruttati senza alcun riferimento o controllo».
Data l’importanza dell’Amazzonia nel dibattito globale su clima e foreste, il ministro ha ricordato che «L’enorme biodiversità è una parte significativa del Brasile, ma la cooperazione regionale è essenziale. Un incontro, un vertice dei Paesi membri dell’organizzazione del Tratado de Cooperação Amazônica, che sono 8 Paesi del Sud America che hanno territori amazzonici, per fare una valutazione della problematica della cooperazione e dello sviluppo sostenibile nella regione amazzonica».
Il presidente del Brasile Ignazio Lula da Silva intende presentare personalmente i risultati del summit all’apertura del dibattito dell’Assemblea generale dell’Onu a settembre e Vieira spiega che la riunione del Tratado de Cooperação Amazônica «Sarà la preparazione per una posizione comune dei Paesi amazzonici, che sono quelli che hanno la sovranità sulla foresta. Vogliamo preservarlo per noi stessi e per il mondo».
Il Brasile ha confermato la sua candidatura a ospitare la COP30 Unfcc che si terrà tra due anni e per il governo Lula l’evento dimostrerà che il Brasile ha ripreso il suo ruolo di leader ambientale.
Infatti, Vieira ha detto a UN News che il vertice amazzonico di agosto sarà anche «Una preparazione per la COP 30 che si terrà nel 2025. E’ già stata approvata e sarà in Brasile, nella città di Belém, nello stato del Pará, che si trova nel nord del Brasile. Il segno distintivo è che la conservazione è indispensabile, ma anche lo sviluppo sostenibile è una questione assoluta. Nella sola parte brasiliana, ci sono 28 milioni di persone che vivono nell’Amazzonia brasiliana. In tutti e 8 i paesi ci sono circa 45-50 milioni di abitanti che vivono nella regione amazzonica».
Per il governo brasiliano « Esiste il potenziale per aumentare i posti di lavoro e l’autosostenibilità per le popolazioni locali, in modo che possano continuare a vivere, lavorare e guadagnare dalle loro attività nella foresta senza danneggiarla o distruggerla».
Mentre il ministro degli esteri brasiliano parlava con UN News dei progetti futuri, Greenpeace Brasil denunciava la situazione attuale in Amazzonia, dove «Dalla caccia illegale alla distruzione dei fiumi che fungono da nursery per le specie ittiche, la scia di distruzione dovuta all’attività mineraria va ben oltre il mercurio!»
Gli ambientalisti ricordano che «L’Amazzonia brasiliana è uno dei biomi più ricchi e diversificati del mondo, dimora di centinaia di popoli e milioni di specie, molte delle quali sono ancora sconosciute alla scienza. Nonostante questo, il bioma è stato sistematicamente distrutto da attività economiche incapaci di coesistere con la foresta, come nel caso dell’estrazione mineraria. Non è una novità che l’attività mineraria si stia diffondendo in tutta l’Amazzonia, minacciando le terras indígenas e le unidades de conservação – dalle quali escono illegalmente tonnellate di oro e altri minerali -, nonché la salute pubblica degli oltre 30 milioni di persone che abitano nella regione – in particolare, le popolazioni indigene -, attraverso la contaminazione da mercurio». Non possiamo dimenticare che, come se non bastasse che sia una minaccia per i diversi popoli dell’Amazzonia, l’estrazione mineraria si sta espandendo provocando anche la morte dei fiumi che fungono da nursery per la riproduzione della vita acquatica in bacini importanti per la conservazione del bioma amazzonico».
Greenpeace Brasil elenca 4 punti che mostrano come l’estrazione mineraria abbia influenzato la biodiversità amazzonica:
1 Piste di atterraggio clandestine in mezzo alla foresta. Un censimento di MapBiomas ha mostrato che all’interno delle terras indígenas ci sono 320 piste di atterraggio gestite da garimpeiros. Nella sola terra indígena Yanomami ci sono 75 piste di atterraggio. E per costruire queste pista si devono abbattere molti alberi e vegetazione autoctona.
2 Caccia illegale promossa dai garimpeiros. Ebbene, non sono solo i prodotti utilizzati dall’estrazione dell’oro a distruggere la biodiversità locale, ma gli stessi garimpeiros, che cacciano gli animali nella foresta per nutrirsi. Uno studio dell’Instituto do Homem e Meio Ambiente da Amazônia (Imazon) ha dimostrato che la presenza di garimpeiros colpisce seriamente la fauna selvatica intorno ai fiumi. I Garimpeiros cacciano indiscriminatamente scimmie, paca, aguti, armadilli e capibara, tra gli altri animali. Si è scoperto che molte di queste specie si nutrono di frutti e svolgono un ruolo importante nella dispersione dei semi e nei processi di impollinazione. Man mano che la dimensione di una data popolazione animale diminuisce, queste funzioni ecologiche vengono compromesse.
3 Contaminazione e alterazione degli ecosistemi acquatici. Oltre al mercurio, l’attività mineraria sversa molti altri sedimenti nei fiumi. Dotate di escavatori e sistemi idraulici ad alta pressione (Bico Jato), le miniere sono, in larga misura, una delle principali fonti di sedimenti per i fiumi della regione, soprattutto dopo l’introduzione degli escavatori idraulici, secondo il rapporto “Stop the Machines: for an Amazon free of mining”, pubblicato da Greenpeace Brasil, in collaborazione con Greenpeace East Asia, riescono a distruggere in un giorno quello che tre garimpeiros impiegherebbero 40 giorni a distruggere. Questi sedimenti aumentano la torbidità, riducendo l’ingresso di luce nell’acqua. Pertanto, i pesci che dipendono dalla luce per cacciare sono molto danneggiati e vengono modificate diverse dinamiche predatori – prede. I sedimenti possono anche influenzare i processi respiratori dei pesci attaccandosi alle branchie di questi animali e interferendo con lo scambio di gas.
4 Miniere posizionate generalmente nelle zone di riproduzione dei pesci. L’estrazione illegale in Amazzonia colpisce anche le specie ittiche che dipendono dalle sorgenti dei fiumi per i loro processi di deposizione delle uova, poiché l’estrazione avviene principalmente in questi luoghi.
Nel 2022, Greenpeace Brasil ha organizzato la spedizione scientifica “A Amazônia que Precisamos” lungo il Rio Manicoré, nell’interno dell’Amazzonia, per studiare specie in una floresta pública che non erano mai state studiate prima. Durante una delle numerose incursioni nella foresta con un team di botanici, Martinha – Marta Regina, dell’Universidade Estadual do Amazonas (UEA) si è lamentata per il fatto che «La deforestazione e l’estrazione mineraria stanno distruggendo specie che non abbiamo nemmeno avuto ancora la possibilità di trovare. Ancora non conosciamo o studiamo la metà dei 5 milioni di km2 dell’Amazzonia e, quindi, non è ancora possibile affermare quanto l’Amazzonia sia, di fatto, biodiversa. O meglio, megabiodiversa. Quello che sappiamo è che c’è più vita sotto la terra che sulla sua superficie. I suoli ospitano un mondo magico di migliaia di microrganismi, importanti per la produzione di medicinali, agricoltura e persino qualità e la quantità di cibo che consumiamo. C’è un mondo invisibile sotto i nostri piedi».
Greenpeace Brasil conclude: «Quanto è megabiodiversa l’Amazzonia? Non lo sappiamo. Quello che sappiamo è che dobbiamo smettere di distruggere la foresta in modo da avere almeno la possibilità di conoscere la varietà della vita che esiste in Amazzonia. Basta con le miniere e la deforestazione, l’Amazzonia ha urgente bisogno di un nuovo modello di sviluppo che non sia basato sulla distruzione. Niente più miniere in Amazzonia».