I territori indigeni combattono il cambiamento climatico come le Aree protette

Hanno lo stesso impatto favorevole sul clima e la loro governance dovrebbe essere integrata

[18 Agosto 2021]

Gli ambienti naturali come le foreste assorbono CO2 dall’atmosfera e la stoccano nell’ecosistema forestale, principalmente nella biomassa vivente e nel suolo. Le foreste del mondo immagazzinano circa 861 gigatonnellate di carbonio. Le scorte di carbonio si riferiscono alla quantità di carbonio immagazzinata in questo modo.

Lo studio “Are indigenous territories effective natural climate solutions? A neotropical analysis using matching methods and geographic discontinuity designs”, pubblicato recentemente su PLOS ONE da un team internazionale di ricercatori guidato dal biologo Canmilo Alejo della McGill University, ha esaminato l’importanza dei territori indigeni nella mitigazione dei cambiamenti climatici a Panama e nel bacino amazzonico, scoprendo che «I territori indigeni rappresentano soluzioni naturali efficaci per soddisfare l’Accordo di Parigi proteggendo le foreste e immagazzinando il carbonio». Dato il ruolo che svolgono, i ricercatori affermano che Le popolazioni indigene dovrebbero beneficiare dei pagamenti che i Paesi ricevono per le emissioni di gas serra evitate».

I ricercatori ricordano che «La protezione e la gestione delle foreste sono modi efficienti in termini di costi per mitigare il cambiamento climatico aumentando gli stock di carbonio e riducendo le emissioni dovute all’uso del suolo da parte della silvicoltura o dell’agricoltura. I Territori Indigeni, le terre ancestrali delle società tradizionali vivevano in molti Paesi prima della colonizzazione, e le Aree Protette, il cui obiettivo principale è la conservazione della natura, potrebbero essere considerati parte di queste soluzioni climatiche naturali. Il nostro studio mirava a stimare l’effetto reale dei Territori Indigeni e delle Aree Protette sulla foresta».

Lo studio ha scoperto che «I territori indigeni sono efficaci quanto le aree protette nel preservare gli stock di carbonio delle foreste. Ad esempio, nel 2003 i Territori Indigeni e le Aree Protette in Brasile avevano circa il 6% in più di riserve di carbonio rispetto alle terre private e non protette. Questo effetto nel 2016 è aumentato rispettivamente al 10% e all’8,5%». Sia i territori indigeni che le aree protette tamponano le perdite e apportano stabilità agli stock di carbonio delle foreste.

I ricercatori sottolineano che «Abbiamo anche scoperto che i confini dei territori indigeni assicurano riserve di carbonio più estesi rispetto ai loro dintorni, e questa differenza tende ad aumentare nelle aree meno accessibili o più remote». Ad esempio, i territori indigeni di Panama avevano riserve di carbonio più grandi del 9% rispetto a quelle circostanti a 1 km dai loro confini, e questa quantità è raddoppiata a 15 km.

Gli scienziati dicono che «I nostri risultati dimostrano che sia i territori indigeni che le aree protette sono modi efficaci per proteggere le foreste, immagazzinare carbonio ed evitare le emissioni dovute alla deforestazione e al degrado dovute all’uso del suolo. Inoltre, i nostri risultati sono tra i primi a stabilire che l’utilizzo del suolo indigeno nelle foreste neotropicali può avere un impatto stabile sugli stock di carbonio, indicando che la governance forestale indigena integra la governance forestale centralizzata nelle aree protette. La governance forestale è definita come il modo in cui gli attori pubblici e privati ​​prendono e applicano decisioni vincolanti sulla gestione, l’uso e la conservazione delle risorse forestali. Pertanto, i territori indigeni di Panama e del bacino amazzonico, pur fornendo benefici materiali e culturali ai loro abitanti, possono avere un ruolo fondamentale nella mitigazione dei cambiamenti climatici».

In base all’Accordo di Parigi, i Paesi possono fare affidamento sulla conservazione, il ripristino e una migliore gestione delle foreste per evitare le emissioni di gas serra. I risultati dello studio indicano che «I territori indigeni supportano i Nationally Determined Contributions (NDC) ai sensi dell’Accordo di Parigi». Gli NDC riassumono gli sforzi di ciascun Paese per ridurre le emissioni nazionali e adattarsi agli impatti dei cambiamenti climatici.

I ricercatori concludono: «Suggeriamo che garantire i titoli terrieri per i Territori Indigeni e formalizzare la co-governance forestale quando i Territori Indigeni si sovrappongono alle Aree Protette potrebbe portare molteplici benefici. Da un lato, le popolazioni indigene possono assicurarsi i propri mezzi di sussistenza e la propria cultura. D’altra parte, i governi nazionali potrebbero raggiungere i loro obiettivi climatici. Infine, visto il ruolo dei Territori Indigeni nella mitigazione dei cambiamenti climatici, evidenziamo che i Paesi che ricevono pagamenti per le emissioni di gas serra evitate devono considerare le popolazioni autoctone beneficiarie di tali benefici. I popoli indigeni devono diventare destinatari dei pagamenti basati sui risultati dei Paesi».