I serpenti a sonagli si sono evoluti per avvertirci che ci avviciniamo troppo

Hanno sviluppato un meccanismo interspecie per convincere gli esseri umani che il pericolo è più vicino di quanto pensano

[20 Agosto 2021]

Stimare la distanza da una potenziale minaccia è essenziale per la sopravvivenza di qualsiasi animale e, al contrario di quanto crediamo, i serpenti a sonagli sanno che in realtà siamo noi ad essere una minaccia per loro e ci informano sulla loro presenza producendo con l’apice della coda il caratteristico e temutissimo suono che abbiamo sentito in numerosi film western o nei documentari naturalistici.

I serpenti a sonagli producono i loro segnali acustici di pericolo facendo scontrare l’uno sull’altro una serie di segmenti ad anello di cheratina – la stessa proteina che compone le nostre unghie e i nostri capelli ma anche il corno dei rinoceronti . che hanno sulla punta della coda. Il rumore di avvertimento è prodotto grazie alla capacità del serpente a sonagli di scuotere i muscoli della coda fino a 90 volte al secondo.

Il nuovo studio “Frequency modulation of rattlesnake acoustic display affects acoustic distance perception in humans”, pubblicato su Current Biology da un team di ricercatori tedeschi e austriaci, spiega che «Ogni scossa della coda si traduce in un impulso sonoro a banda larga che si fonde in un segnale acustico continuo con le scosse della coda che si ripetono rapidamente. Questo display acustico è facilmente riconoscibile da altri animal e funge da minaccia aposematica e display di avvertimento, probabilmente per evitare di essere predati».

Insomma, i serpenti a sonagli hanno evoluto il sonaglio per avvertire noi ed altri grandi mammiferi che sene cibano – o che semplicemente potrebbero calpestarli – che potrebbe succederci qualcosa di veramente spiacevole se ci avviciniamo ulteriormente a loro.

I ricercatori ricordano che «Le proprietà spettrali del suono sferragliante e la sua dipendenza dalla morfologia e dalle dimensioni del sonaglio sono state studiate per decenni e trasportano informazioni rilevanti per i diversi ricevitori, compresi gli scoiattoli terricoli che incontrano regolarmente i serpenti a sonagli». Ma lo studio, mettendo insieme stimoli visivi e misurazioni acustiche, dimostra che «I serpenti a sonagli aumentano la loro frequenza di tintinnio (fino a circa 40 Hz) con la diminuzione della distanza di una potenziale minaccia, ricordando i segnali acustici dei sensori mentre parcheggiamo un’auto. I serpenti a sonagli passano poi bruscamente a una frequenza più alta e meno variabile di 60-100 Hz». In un esperimento di realtà virtuale, il team di ricercatori tedeschi ha dimostrato che «Questo comportamento influenza sistematicamente i giudizi sulla distanza da parte dell’uomo: il brusco cambiamento nel livello di tintinnio genera una percezione improvvisa e forte di essere a una distanza ridotta [dal serpente a sonagli] che, insieme al tintinnio a bassa frequenza, agisce come un notevole segnale di comunicazione interspecie».

Quindi, quando si sente il suono del sonaglio di un crotalo molto vicino, probabilmente il grosso rettile velenoso è molto più distante di quanto si creda. I ricercatori dicono che i serpenti a sonagli hanno evoluto questa tecnica per evitare di essere calpestati. Nonostante questo, i crotali sono ancora responsabili della maggior parte dei circa 8.000 morsi di serpenti inflitti alle persone ogni anno negli Usa.

Lo studio è stato realizzato avvicinando un torso simile a quello umano a un crotalo adamantino occidentale (Crotalus atrox) e registrando la sua risposta. Man mano che l’oggetto si avvicinava al serpente, i sonagli aumentavano di frequenza fino a circa 40Hz. Questo è stato seguito da un improvviso balzo del suono a una gamma di frequenze più alte tra 60 – 100Hz.

Per capire cosa significasse questo improvviso cambiamento, i ricercatori hanno svolto ulteriori lavori con partecipanti umani e un serpente virtuale, scoprendo che il crescente livello di tintinnio del sonaglio viene percepito dagli esseri umani come un aumento del volume man mano che si avvicinavano al serpente velenoso.

Gli scienziati hanno scoperto che quando l’improvviso cambiamento di frequenza si è verificato a una distanza di 4 metri, le persone nel test credevano che fosse molto più vicino, a circa un metro di distanza, ed è questo che li fa ritenere che  questo scatto automatico di aumento del rumore prodotto dal sonaglio del crotalo non sia solo un semplice avvertimento, ma un intricato segnale di comunicazione interspecie.

L’autore senior dello studio, il biologo Boris Chagnaud della  Ludwig-Maximilians-Universität München e della Karl-Franzens Universität Graz, spiega su BBC News che «L’improvviso passaggio alla modalità ad alta frequenza agisce come un segnale intelligente che inganna l’ascoltatore sulla sua distanza effettiva dalla sorgente sonora. L’errata interpretazione della distanza da parte dell’ascoltatore crea un margine di sicurezza per la distanza».

Gli autori dello studio ritengono che il comportamento dei serpenti tragga vantaggio dal sistema uditivo umano, che si è evoluto per interpretare un aumento del volume come qualcosa che si muove e si avvicina più velocemente e Chagnaud conclude: «L’evoluzione è un processo casuale, e quel che da un punto di vista odierno potremmo interpretare come un design elegante è in realtà il risultato di migliaia di esperimenti fatti dai serpenti che hanno incontrano grandi mammiferi. Il sonaglio del serpente si è co-evoluto per tentativi ed errori con la percezione uditiva dei mammiferi, lasciando vivere quei serpenti che erano in grado di evitare meglio di essere calpestati».