I ragni granchio e Gaia. Le inaspettate sentinelle della biodiversità
Uno studio dell’università di Pisa basato sulle teorie di James Lovelock
[23 Settembre 2022]
I ragni granchio si cibano degli insetti impollinatori, ma a differenza dei loro simili non tessono le tele: si mimetizzano sui fiori prendendone il colore per sorprendere e catturare le prede con chele grandi e robuste. Come rivela lo studio “Wildflowers-pollinator-crab spider predator food-web as indicator of the agroecosystem biodiversity!, pubblicato su Ecological Indicators da Stefano Benvenuti del dipartimento agricoltura dell’università di Pisa, questi piccoli araneidi sono molto più importanti di quel che credevamo finora.
Benvenuti spiega che «Molti organismi, appartenenti sia al regno vegetale che animale, sono spesso privi di una nota importanza nei vari ecosistemi sia naturali che antropizzati, i ragni granchio ne sono un chiaro esempio dal momento che essi sfuggono spesso alla vista degli osservatori risultando così trascurati nella valutazione della biodiversità di un determinato ecosistema».
All’ateneo pisano sottolineano che «La presenza di questi predatori è dunque un indice della complessità di un ecosistema e la loro specifica funzione sembra quella di contenere la prolificità delle specie di fiori dominanti. La loro predazione degli impollinatori che visitano i fiori limita infatti il trasferimento del polline e la relativa formazione di seme lasciando così “spazi ecologici” alle specie meno abbondanti».
I fiori di campo svolgono un ruolo essenziale nella funzionalità della catena alimentare dell’agroecosistema. Per capire il ruolo della biodiversità nelle relazioni tra fiori di campo, impollinatori e i loro predatori ragni granchio, sono state seminate al Centro di Ricerche Agro-Ambientali “Enrico Avanzi dell’Università di Pisa 6 comunità di fiori selvatici, le cosiddette “wildflower strips”, strisce di fiori ai margini delle colture, caratterizzate da una diversa complessità botanica. L’esperimento è durato due anni ed è stato realizzato seguendo le suggestioni del famoso scienziato James Lovelock sull’autoregolazione dell’intera biosfera. Ne è emerso che «Anche questi micro-ecosistemi funzionano con la stessa logica di Gaia secondo la quale tutta la biodiversità ha un ruolo cruciale nel mantenere l’equilibrio degli ecosistemi. La creazione di queste “wildflower strips” ha così portato alla formazione di una piramide alimentare, costituita dai fiori selvatici alla base (produttori), dagli impollinatori al centro (consumatori) e dai ragni granchio all’apice (predatori)».
Benvenuti conclude: «Dal momento che gli agroecosistemi sono notoriamente carenti di biodiversità i ragni granchio sono quindi un valido indicatore della complessità biologica di un determinato ambiente, assumendo inoltre il ruolo ecologico di “custodi” della biodiversità. In pratica ogni organismo, anche se apparentemente insignificante, può avere un ruolo cruciale nel mantenimento della biodiversità e dell’equilibrio dinamico degli ecosistemi».