I Parchi regionali della Liguria siano parte integrante del sistema nazionale

Federparchi Liguria scrive al ministro Cingolani

[3 Agosto 2021]

Il coordinatore regionale della Federparchi, Roberto Costa, ha scritto al ministro della Transizione Ecologica sollecitando l’integrazione dei parchi regionali nelle politiche nazionali. Aderiscono all’appello: Parco Alpi Liguri, Parco Antola, Parco Aveto, Parco Beigua, Parco Montemarcello, Magra Vara Parco Piana Crixia, Parco Portofino, Parco Portovenere. Analoga iniziativa è stata attuata alcuni giorni fa da federparchi Lombardia. Ecco il testo della lettera: 

Il sistema parchi della Liguria è costituito da 1 Parco nazionale, 8 Parchi regionali, 5 Riserve naturali regionali, 2 Giardini botanici regionali, 3 AMP statali e 3 AMP regionali, oltre a 126 ZSC e 7 ZPS della Rete Natura 2000, suddivise fra Regione biogeografica alpina, continentale e mediterranea, a loro volta gestite, in buona parte, dagli Enti parco regionali tramite proprie risorse umane e finanziarie. Queste realtà svolgono un ruolo fondamentale nella tutela e valorizzazione della biodiversità, nella cura del territorio e nella promozione dello sviluppo sostenibile: attività diventate ancora più importanti nell’attuale periodo di pandemia in cui c’è bisogno da una parte di avvicinare le persone alla comprensione dei meccanismi della natura, dall’altra di valorizzare le realtà che operano localmente, per far ripartire l’economia attraverso la cura e la promozione degli ambienti naturali, il turismo sostenibile e l’agricoltura di qualità, anche sulla base di quanto indicato dalle linee guida europee Next Generation UE.

I parchi regionali, enti che sperimentano con successo fin dalla loro istituzione (L.R.12/1995) l’armonizzazione e l’integrazione tra tutela e sviluppo, vogliono esprimere la volontà, che sentono come necessità, di partecipare attivamente alla sfida della ripresa economica e della transizione ecologica che vede coinvolto il nostro Paese, anche nell’ambito del nuovo PNRR. La capacità progettuale e attuativa degli Enti parco regionali spazia tra vari canali di finanziamento ma, in particolare, grazie anche ad un coordinamento a livello regionale e con l’Ente Regione, sono state attivate notevoli risorse a valere su programmi europei come POR FESR (Programma Operativo Regionale – Fondo Europeo di Sviluppo Regionale), PSR (Piano di Sviluppo Rurale) e statali come PAR FSC (Programma Attuativo Regionale Fondo Sviluppo e Coesione).

(…) Si mette in evidenza come sia stato possibile investire ingenti risorse economiche in territori spesso svantaggiati a fronte di una quota di cofinanziamento molto contenuta (pari al 20%). In pratica ogni Euro investito ne ha prodotti altri cinque. Si è aggiunto recentemente un progetto di “Ciclovia dei Parchi Liguri” costruito da Federparchi Liguria che è stato approvato all’unanimità da parte del Consiglio della Regione Liguria nello scorso mese di giugno.

Si tratta di progetti in parte già concretizzati, in parte realizzabili in tempi brevi, che rispondono all’adeguamento infrastrutturale per far fronte a una sempre maggiore pressione antropica, ulteriormente intensificata nel periodo pandemico, ma anche per proporre le Aree Protette come luoghi di fruizione, valorizzazione del paesaggio e cura della biodiversità. È evidente come, per soddisfare i bisogni ambientali, sociali e culturali delle nostre comunità e promuovere lo sviluppo locale e il turismo sostenibile, sia necessario integrare il sistema dei parchi regionali in un più ampio programma di finanziamento nazionale.

Tale programma secondo la nostra opinione deve prevedere un sostegno efficace e duraturo alle attività economiche e sociali portate avanti dagli Enti Parco regionali e pertanto, chiediamo che questi siano ulteriormente riconosciuti e finanziati all’interno della Legge Quadro sulle aree protette n.394/91. In particolare richiediamo la piena attuazione ed il finanziamento dell’art.4 della L.394/91 (Programma triennale per le aree naturali protette) e l’estensione delle ZEA (Zone Economiche Ambientali) – oggi limitate a Parchi Nazionali ed AMP – anche ai territori delle Aree Protette regionali.

Crediamo che la transizione ecologica debba svolgersi anche attraverso la valorizzazione dei servizi ecosistemici erogati nella loro globalità dal sistema delle Aree Protette regionali che a tutti gli effetti costituiscono, assieme alla rete dei parchi nazionali e delle AMP, la struttura portante del nostro Paese. La necessità di cambiamento che deve riguardare tutti i nostri territori è impellente e la realtà delle Aree protette regionali è pronta ad accogliere la sfida.

di Roberto Costa, coordinatore regionale della Federpachi