I licaoni preistorici eurasiatici che 1,8 milioni di anni fa vivevano accanto agli Homo erectus

Nel sito archeologico di Dmanisi, scoperte dall’università di Firenze le tracce di un complesso comportamento sociale di questi carnivori

[2 Agosto 2021]

L’università di Firenze ha annunciato «Nuove scoperte da Dmanisi, nel Caucaso meridionale, in Georgia, uno dei siti preistorici più importanti a livello mondiale. Sono stati descritti per la prima volta i resti di un canide fossile di grandi dimensioni attribuito alla specie “ipercarnivora” Canis (Xenocyon) lycaonoides, ritrovati in associazione a resti umani: si tratta dell’antenato dell’attuale licaone, la specie africana Lycaon pictus. Le evidenze fossili testimoniano anche un comportamento sociale della specie animale».

Si tratta dei risultati dello studio “The early hunting dog from Dmanisi with comments on the social behaviour in Canidae and hominins”, pubblicato recentemenrte su Scientific Reports da un team internazionale di ricercatori coordinato da  Saverio Bartolini Lucenti del Dipartimento di scienze della Terra dell’università di Firenze, «Il lavoro si colloca nel contesto dell’indagine sui carnivori fossili sviluppata da un team internazionale georgiano-italo-spagnolo, sotto la supervisione di Lorenzo Rook, docente di paleontologia e paleoecologia presso l’Ateneo fiorentino».

Gli antenati dei licaoni hanno avuto origine in Asia all’inizio del Pleistocene, intorno a 2,5 milioni di anni fa. Il dato di Dmanisi e la rima testimonianza certa della loro dispersione verso ovest, alle porte dell’Europa, 1.8 milioni di anni fa. Da quel momento in poi gli antenati del licaone colonizzarono l’Europa, l’Africa e perfino il Nord America. Questa specie è scomparsa durante la transizione tra Pleistocene inferiore e Pleistocene medio (circa 1 milione di anni fa) ma i suoi discendenti sopravvivono in Africa ancora oggi con la specie Lycaon pictus, il licaone africano.

Bartolini Lucenti sottolinea che «Le analisi anatomiche e morfometriche degli esemplari fossili di Dmanisi, confrontate con un grande database di canidi attuali e fossili provenienti da tutto il mondo – spiega -, mostrano che questa specie era un canide di grossa taglia, un super-predatore che, come altri canidi ipercarnivori, cacciava in gruppi e aveva un complesso comportamento sociale, comparabile a quello all’attuale licaone che presenta forme di altruismo verso i membri del proprio gruppo perfino più accentuate di quelle del lupo grigio».

Rook  precisa che «Sono le stesse evidenze fossili a portare a questa conclusione: il cranio di un licaone della specie trovata a Dmanisi, con dentatura riassorbita e malformazioni ossee al muso e alla mandibola può essere arrivato all’età adulta solo se sostenuto in maniera altruistica dai membri del branco. E’singolare trovare due specie di mammiferi altamente sociali a Dmanisi: il licaone eurasiatico e Homo erectus, che hanno evidenze dirette di mutuo appoggio verso altri membri dei loro gruppi. La chiave del successo in termini di dispersione geografica ed ecologica di queste due specie potrebbe risiedere proprio in questa loro spiccata socialità.

Lo studio del licaone di Dmanisi è frutto di un più ampio progetto di collaborazione tra Italia e Georgia, in virtù di un accordo bilaterale tra università di Firenze, Università statale di Tblisi “I. Javakhishvili” e il Museo nazionale della Georgia con il supporto dell’ambasciata d’Italia in Georgia e il sostegno economico del ministero degli esteri e della cooperazione internazionale e dell’Ateneo fiorentino.