I delfini di Maui a un passo dall’estinzione, ne sono rimasti meno di 50 (VIDEO)

I pericoli sono le reti da posta e a strascico, ma la Nuova Zelanda fa poco per proteggerli

[26 Maggio 2015]

Se non viene intensificata ed estesa la sua protezione, il delfino di Maui (Cephalorhynchus hectori maui) il più piccolo e raro del mondo, potrebbe essere estinto entro 15 anni. A dirlo è una nuova ricerca presentata dalla associazione ambientalista tedesca Nabu al meeting  del comitato scientifico dell’International Whaling Commission (Iwc) a San Diego, negli Usa.

L’Ong ambientalista dice che ormai quel che resta della popolazione di delfini di Maui, che vivono fino a 100 metri di profondità solo al largo dell’isola del Nord della Nuova Zelanda, è scesa sotto i 50 individui e che devono essere estese le misure di prevenzione per impedire che questi piccoli cetacei, una sottospecie dei delfini di Hector (Cephalorhynchus hectori), muoiano nelle reti da pesca. Secondo il Nabu, «La pesca dovrebbe essere vietata in tutto l’habitat del delfino piuttosto che solo in aree limitate». Le altre sottospecie di delfini di Hector che vivono al largo delle coste dell’Isola del Sud sono più abbondanti.

Secondo le nuove stime sarebbero rimasti solo 43-47 individui, di cui circa 10-12 femmine adulte.  Dagli anni ’70  i delfini di Maui sono diminuiti del 97% e gli scienziati dicono che la minaccia principale è la pesca con le reti da posta e a strascico, che ucciderebbe almeno 5 di questi piccoli delfini all’anno. Nel 2010/2011 erano stati censiti 59 Cephalorhynchus hectori maui  e quindi i 43-47 censiti nel  2014/2015 rappresentano una specie di soglia di non ritorno dalla possibile estinzione.

Un portavoce del ministero dell’ambiente si è rifiutato di commentare lo studio e ha detto che il governo neozelandese lo farà solo dopo che il comitato scientifico Iwc a giugno riferirà le sue conclusioni. Il governo della Nuova Zelanda ha esteso le restrizioni sull’uso delle reti da posta fisse nel 2012 e di nuovo nel 2013, ma gli ambientalisti dissero subito che queste misure non erano abbastanza efficaci e già nel 2014 il comitato scientifico dell’Iwc aveva chiesto alla Nuova Zelanda una protezione completa del delfino di Maui in tutto il suo limitato areale, solo così si potrebbe ricostruire, in 87 anni, una popolazione “sicura”, calcolata in 500 individui.

Barbara Maas, a capo del settore endangered species conservation del  Nabu, conclude:  «La  Nuova Zelanda si è finora sottratta alla sua responsabilità di proteggere gli ultimi delfini Maui. Per tre anni consecutivi, gli scienziati dell’Iwc hanno sollecitato il governo della Nuova Zelanda a vietare l’uso delle reti da posta e a strascico in tutto la loro habitat.   Ma la Nuova Zelanda ha ostinatamente ignorato gli scienziati e sta svendendo questa specie rara per ragioni economiche miopi. Perché i delfini di Maui possano far fronte anche a un solo decesso indotto dall’uomo ogni 10-20 anni, sono urgentemente necessarie misure immediate di conservazione. Questi nuovi dati sono un campanello d’allarme inequivocabile: la Nuova Zelanda deve cessare di porre gli interessi dell’industria della pesca al di sopra della conservazione della biodiversità e, infine, proteggere l’habitat dei delfini dalle reti da pesca dannose, delle esplosioni degli airgun sismici e dall’estrazione di petrolio e di gas. Se questo non avverrà, l’estinzione del delfino di Maui è una questione di quando, non di se. Ma invece di agire, il governo della Nuova Zelanda festeggia l’estensione delle restrizioni del 3% per le reti da posta nel 2012/13 come una vittoria della conservazione, anche se questo si limita a ritardare di una manciata di anni la scomparsa dei delfini. L’inutile programma di ricerca quinquennale presentato dalla Nuova Zelanda al meeting del comitato scientifico dell’Iwc di quest’anno è un ulteriore tentativo di confondere le acque e guadagnare tempo, cosa che i delfini di Maui non possono permettersi».

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  • New Zealand Maui's dolphins face extinction