I cuccioli di pipistrelli lallano come i neonati umani

I sorprendenti risultati di uno studio sulla lallazione di una spercie di pipistrelli in Costa Rica e Panama

[20 Agosto 2021]

“Dadada”, “mamama”, “baba”… chi ha o ha avuto bambini ha familiarità con la lallazione, un comportamento vocale che è una pietra miliare nello sviluppo del linguaggio infantile umano. Per avere successo nel’acquisizione del linguaggio bisogna essere in grado di produrre sillabe come /da/ba/ga/ e i bambini è quello che fanno allenandosi con la lallazione.

Ora, il nuovo studio Babbling in a vocal learning bat resembles human infant babbling”, pubblicato su Science da un team di ricercatori tedeschi e dello Smithsonian Tropical Research Institute  dimostra per la prima volta che il balbettio che emettono i cuccioli di pipistrelli  ha caratteristiche chiave simili a quelle dei bambini umani.

Al Museum für Naturkunde Berlin del Leibniz-Institut für Evolutions- und Biodiversitätsforschung, spiegano che «Più di ogni altra cosa, il linguaggio definisce la natura umana. La parola, l’output vocale del linguaggio, richiede un controllo preciso sui nostri articolatori vocali, compresa la lingua, le labbra e la mascella. Ogni bambino affronta la sfida di ottenere un controllo preciso sugli articolatori vocali per produrre i suoni del parlato. Questo controllo viene acquisito durante la lallazione, quando i bambini iniziano a produrre le prime espressioni che assomigliano ai suoni del linguaggio. Lo sviluppo tipico del bambino implica la lallazione, indipendentemente dalla cultura e dalla lingua da apprendere ed è quindi caratterizzato da caratteristiche universali. Molte conoscenze sull’acquisizione del linguaggio umano vengono acquisite attraverso la ricerca comparativa sui processi ontogenetici vocali negli animali non umani, in particolare quelli capaci di imitazione vocale, una delle componenti chiave del linguaggio umano. Tuttavia, la lallazione è rara nel regno animale; finora, questo fenomeno era stato descritto quasi esclusivamente negli uccelli canori. Sebbene la ricerca sugli uccelli canori ci abbia fornito importanti spunti sullo sviluppo del linguaggio nei bambini, in parte è difficile tradurre completamente i risultati negli esseri umani perché gli uccelli canori e gli umani differiscono anatomicamente – gli uccelli hanno una siringe, una abbiamo una laringe – e nella loro organizzazione del cervello».

I pipistrelli sono mammiferi, che a prima vista hanno pochissime somiglianze con gli esseri umani, e può sembrare piuttosto insolito utilizzarli per la ricerca comparativa sullo sviluppo vocale. Eppure i cuccioli del  pipistrello Saccopteryx bilineata  sono in grado di imitare la voce dei loro simili e si impegnano in un apprendimento vocale continuo che ricorda molto la lallazione di un bambino umano.

Un team di scienziate del Museum für Naturkunde Berlin, Ahana Fernandez, Lara Burchardt, Martina Nagy e Mirjam Knörnschild, hanno studiato il comportamentodi lallazione di 20 cuccioli nel loro habitat naturale a Panama e in Costa Rica. Per raccogliere i dati, i pipistrelli sono stati abituati alla presenza dei ricercatori nelle immediate vicinanze dei loro posatoi, consentendo così registrazioni acustiche quotidiane e registrazioni video del loro sviluppo dalla nascita fino allo svezzamento, quando le madri smettono di allattare i loro piccoli.

La Fernandez sottolinea che «Lavorare con i cuccioli di pipistrello selvatico è un’opportunità unica perché permette di osservare e registrare un comportamento complesso in un ambiente completamente naturale e indisturbato».

Durante la loro ontogenesi, i cuccioli di S. bilineatai trascorrono in media 7 settimane impegnandosi quotidianamente nella lallazione caratterizzata da lunghe sequenze vocali multisillabiche che includono tipi di sillabe del repertorio vocale adulto.

La Nagy evidenzia che «La lallazione dei cuccioli è un comportamento vocale molto vistoso, è udibile a notevole distanza dal posatoio e le lallazioni hanno una durata fino a 43 minuti e, mentre lallano, i cuccioli imparano il canto dei maschi adulti»,

Le registrazioni acustiche sono state analizzate in Germania per capire le caratteristiche della lallazione dei cuccioli e le ricercatrici hanno scoperto che «La lallazione dei cuccioli è caratterizzato dalle stesse otto caratteristiche della lallazione dei neonati umani». La Burchardt. Aggiunge: «Ad esempio, la lallazione dei cuccioli è caratterizzato dalla duplicazione delle sillabe, simile alla caratteristica ripetizione delle sillabe – /dadada/ – nel balbettio dei neonati umani».

Knörnschild conclude: «E’ affascinante vedere questi avvincenti paralleli tra il comportamento della pratica vocale di due mammiferi che apprendono a vocalizzare. Il nostro studio sta contribuendo al campo interdisciplinare della biolinguistica, che si concentra sui fondamenti biologici del linguaggio umano per studiarne l’evoluzione. In definitiva, lavorare su un apprendimento vocale, la lallazione nelle specie di pipistrelli, potrebbe fornirci un altro pezzo del puzzle per comprendere meglio l’origine evolutiva del linguaggio umano».