I cicloni fanno morire di fame gli uccelli marini del Nord Atlantico

Pulcinella di mare, gazze marine, urie e gabbiani tridattili a rischio cambiamento climatico

[14 Settembre 2021]

Ogni inverno, lungo le coste del Nord America e dell’Europa vengono ritrovate migliaia di carcasse di uccelli marini smagrite. Ora lo  studio “North Atlantic winter cyclones starve seabirds”, pubblicato su Current Biology da un team internazionale di ricercatori guidato da Manon Clairbaux dell’Université Montpellier – Centre national de la recherche scientifique (CNRS) rivela  come i cicloni causano la morte di questi uccelli.

Al CNRS spiegano che gli uccelli «Sono infatti spesso esposti a cicloni ad alta intensità che possono durare diversi giorni quando migrano dal luogo di nidificazione nell’Artico al Nord Atlantico, più a sud, per svernare in condizioni più favorevoli».

Dopo aver equipaggiato con GLS (Global Location Sensor) tag più di 1.500 uccelli delle cinque principali specie interessate: pulcinella di mare (Fratercula arctica), gazza marina minore (Alle alle), gabbiano tridattilo (Rissa tridactyla), uria comune (Uria aalge) e due uria di Brünnich (Uria lomvia), i ricercatori hanno sovrapposto i loro movimenti alle traiettorie dei cicloni e sono stati così in grado di determinare il grado di esposizione degli uccelli a questi eventi meteorologici.

Modellando il dispendio energetico degli uccelli in queste condizioni, lo studio suggerisce sorprendentemente che «Gli uccelli non muoiono per un aumento del dispendio energetico, ma a causa della loro incapacità di nutrirsi durante un ciclone. Le specie studiate sono particolarmente inadatte al volo con vento forte e alcune non possono immergersi con mare mosso, il che impedisce loro di nutrirsi. Intrappolati in un ciclone, questi uccelli moriranno di fame se le condizioni sfavorevoli si trascinano oltre i pochi giorni in cui le loro riserve corporee consentono loro di sopravvivere senza cibo».

Visto che la frequenza dei cicloni ad alta intensità nell’Atlantico settentrionale sta aumentando di pari passo con il cambiamento climatico, lo studio conclude che «Gli uccelli marini che svernano in quest’area saranno ancora più vulnerabili a tali eventi».