E l’Ue chiede che vengano istituite le grandi Aree marine protette dell’Antartide Orientale e del Mare di Weddell

I Blue Parks dell’Unione europea per proteggere il 30% del mare dell’Ue entro il 2030

Al via la missione Ue per far rivivere i nostri oceani e le nostre acque entro il 2030

[30 Settembre 2021]

La Commissione europea  ha lanciato la missione “Ripristina i nostri oceani e le nostre acque entro il 2030” che fa parte di Horizon Europe e punta a ripristinare  nel prossimo decennio la salute di uno dei beni comuni più preziosi: il nostro oceano e le nostre acque.

La Missione è stata progettata partendo da certezze consolidate: «I cambiamenti causati dall’uomo e dovuti alle condizioni climatiche stanno esponendo a gravi rischi i nostri oceani e le nostre acque e, di conseguenza, le nostre società. Il nuovo approccio sistemico di questa missione considererà gli oceani e le acque come un insieme unico e svolgerà un ruolo fondamentale per conseguire la neutralità climatica e ripristinare la natura. La missione tutelerà la biodiversità e gli ecosistemi acquatici proteggendo il 30% della zona marina dell’Ue, ripristinando gli ecosistemi marini e 25.000 km di fiumi a flusso libero, preverrà e eliminerà l’inquinamento, riducendo del 50% i rifiuti di plastica in mare, le perdite di nutrienti e l’uso di pesticidi chimici, e renderà l’a blue economy climaticamente neutra e circolare azzerando le emissioni nette marittime».

La missione “Oceani e acque” creerà una rete di centri faro a livello dei mari e di bacini fluviali per attuare la missione e ampliare le reti di zone marine protette.  La Commissioe Ue spiega che «I centri faro saranno il principale veicolo di attuazione della Missione durante la sua prima fase. Dimostreranno in una vasta area che gli obiettivi specifici della Missione sono realizzabili. Nella seconda fase (dopo il 2025), la Missione sosterrà l’ampliamento dei progetti in tutta l’Ue, principalmente attraverso finanziamenti privati. I centri faro saranno integrati da azioni abilitanti, in particolare un sistema digitale di conoscenza dell’oceano e dell’acqua e mobilitazione, coinvolgimento e sensibilizzazione dell’opinione pubblica».

La Missione lancerà due centri faro di ripristino a livello di bacino: uno nel bacino del fiume Danubio e uno sulla costa atlantica e artica e la piattaforma “Ble Parks” a livello Ue per promuovere la conservazione, la protezione e il ripristino attivo delle aree marine.

Un centro faro sarà allestito nel Mar Mediterraneo, con l’obiettivo di ridurre significativamente l’inquinamento. La Commissione Ue spiega che «Il focus iniziale sarà sull’inquinamento da plastica, con l’inquinamento agricolo (nutrienti), l’inquinamento urbano/industriale (prodotti chimici), così come altre fonti di inquinamento come prodotti farmaceutici e rumore da seguire in una fase successiva».

Per utilizzare le risorse marine e costiere in modo efficiente per ridurre i gas serra e altre emissioni, la Missione lancerà un centro faro per la riduzione delle emissioni nel Mar Baltico e nel Mare del Nord per aprire la strada a un uso produttivo ma sostenibile dello spazio idrico.

La Missione metterà in atto un sistema digitale di conoscenza dell’oceano e dell’acqua e un sistema di monitoraggio ambientale per monitorare, prevedere e valutare meglio la salute del sistema acquatico nel suo insieme.

In particolare, la Missione, basandosi sulle strutture e sulle capacità esistenti, sosterrà lo sviluppo di un sistema di osservazione, monitoraggio e previsione adeguato allo scopo (comprese le previsioni climatiche) che contribuirà alle conoscenze necessarie per l’attuazione del Green Deal.

Inoltre, la Missione collegherà i cittadini europei e le comunità locali con l’oceano, i mari e le acque, fornirà un’ampia titolarità e istruzione e co-progetterà le transizioni nelle loro comunità che consentiranno di raggiungere gli obiettivi dell’European Green Deal.

Intanto, il 29 settembre il Commissario Ue per l’ambiente, gli oceani e la pesca, Virginijus Sinkevičius, ha ospitato una riunione ministeriale per rafforzare ulteriormente il sostegno all’istituzione di nuove aree marine protette (AMP) nell’Oceano Australe. L’incontro si è svolto in vista del 40esimo meeting annuale della Commission for the Conservation of Antarctic Marine Living Resources (CCAMLR) che si terrà dal 18 al 29 ottobre) ed è servito a coordinare le azioni dei co-sponsor ai quali si sono aggiunti altri Paesi.

Sinkevičius ha sottolineato che «In questa riunione ministeriale riaffermiamo l’impegno dell’Ue a preservare la ricca e vulnerabile vita marina dell’Oceano Antartico. Ora è più imperativo che mai agire per invertire la tendenza, poiché la perdita di biodiversità e i cambiamenti climatici stanno colpendo i fragili ecosistemi a un ritmo senza precedenti. Molti Paesi in tutto il mondo hanno riconosciuto questa urgenza e sono già diventati co-sponsor delle nuove Aree Marine Protette, ma abbiamo bisogno che tutti i membri della CCAMLR aderiscano».

Il 28 aprile scorso, Sinkevičius aveva ospitato una prima riunione ministeriale che ha visto i nuovi membri unirsi come sostenitori delle proposte dell’AMP dell’Antartide orientale e del Mare di Weddell. Di fronte all’attuale crisi della perdita di biodiversità e del cambiamento climatico, l’Ue invita ancora una volta tutti i membri della CCAMLR a «Intraprendere azioni decisive per conservare la biodiversità e gli ecosistemi unici e ricchi dell’Oceano Antartico».