“Grilletto libero” in Piemonte. Le associazioni: no all’apertura alla caccia a 15 nuove specie

Legambiente: «Ci troviamo nuovamente di fronte ad una legge sbagliata e pericolosa»

[17 Giugno 2020]

Tre mesi fa Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta aveva depositato le osservazioni al DDL 83/2020 “Disposizioni collegate alla legge di stabilità regionale 2020”. Oggetto di revisione sia il Capo 2 “Disposizioni in materia di attività estrattive”, che il Capo 3 “Disposizioni in materia di agricoltura e caccia”, chiedendo che «Tutti gli articoli che regolano la caccia fossero stralciati e rinviati ad un esame approfondito». Ora gli ambientalisti dicono che «Senza alcun confronto, senza alcun approfondimento, ci troviamo nuovamente di fronte ad una legge sbagliata e pericolosa».

Il Cigno Verde piemontese spiega che «Il DDL prevede, fra l’altro: l’abrogazione del divieto di caccia per quindici specie ad oggi protette (fischione, canapiglia, mestolone, codone, marzaiola, folaga, porciglione, frullino, pavoncella, combattente, moriglione, allodola, merlo, pernice bianca, lepre variabile); la deroga al divieto d’inserimento di fauna selvatica “pronta caccia”; il via libera al nomadismo venatorio, inserendo la possibilità per un cacciatore di cacciare non solo nell’ATC in cui ha fissato la propria dimora venatoria, ma potenzialmente in tutti gli ATC regionali; il via libera alla caccia notturna al cinghiale; il ridimensionamento dell’utilizzo di capi d’abbigliamento ad alta visibilità».

Giorgio Prino, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, fa notare che «In un momento in cui si parla di “rinascita”, di “ripartenza” non è ragionevole procedere a tutto sprone su norme divisive e complesse come quelle contenute nel DDL in questione. Non è un buon modo per ripartire. In questo momento storico è pericoloso prevedere maggiore mobilità venatoria (specie, tempi e spazi). Una vera e propria deregulation per un’attività assolutamente non necessaria al Paese, che inoltre crea danni alla fauna e all’ambiente. Sarebbe esattamente l’opposto rispetto a quanto tutte le indicazioni scientifiche chiedono per difendere la salute dei cittadini e favorire e sostenere una ripresa sociale ed economica in un contesto fortemente cambiato dalla pandemia».

Angelo Porta, vicepresidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, aggiunge: «Stiamo assistendo ad un tentativo evidente e completamente ingiustificato di andare verso il “grilletto libero”, Fra le specie a cui si vuole aprire la caccia alcune sono “minacciate a livello globale”, altre che sono in pericolo sul continente Europeo, altre infine a forte rischio in relazione ai cambiamenti climatici dell’ambiente montano. La caccia notturna “con ausilio di fonti luminose” mette a forte rischio tutta la fauna selvatica e non solo gli ungulati oggetto del provvedimento e, in ultimo, gli stessi cacciatori. L’unica limitazione che si prospetta, ovvero la possibilità di vietare la caccia su un fondo aperto, è legata ad un piano faunistico regionale inesistente, che la giunta regionale ha rinviato di tre anni e che aspettiamo da “solo” 28 anni. È assurdo che per il divertimento di una esigua minoranza, peraltro in costante calo, della cittadinanza piemontese, si mettano in pericolo la sopravvivenza di specie protette e ricchezze ambientali che possono rappresentare il volano di una prossima ripresa economica».

Il Tavolo Animali & Ambiente, del quale fanno parte ENPA, LAC, LAV, Legambiente L’Aquilone, LIDA, OIPA, Pro Natura e SOS Gaia, chiede che «Si ascolti il parere del mondo scientifico, unanimemente schierato contro le modifiche. In particolare, per quanto riguarda l’estensione della possibilità di caccia a ben 15 specie attualmente protette, quasi tutte di uccelli. Emblematico il caso dell’allodola, piccolo uccello insettivoro che pesa meno della cartuccia con cui verrebbe disintegrato, la cui popolazione in Piemonte negli ultimi 20 anni si è dimezzata. Nessuna di queste 15 specie è responsabile di danni all’agricoltura o ad altre attività antropiche degni di rilievo: il loro prelievo venatorio, quindi, assume unicamente finalità di tipo ludico e nessuna giustificazione di riequilibrio ambientale o faunistico può essere addotta in suo appoggio».

La posizione del Tavolo Animali & Ambiente ha raccolto molti consensi non solo dal mondo ambientalista e animalista ma anche da quello artistico e dello spettacolo, ed è sostenuta dal disegnatore di fama mondiale Bruno Bozzetto che ha realizzato una vignetta appositamente dedicata a questa battaglia.

Il Tavolo Animali & Ambiente ha inoltre promosso la petizione online “Fermiamo la strage di uccelli in Piemonte” e invita tutti a firmarla online.