Gli orsi polari cacciano i trichechi colpendoli in testa con rocce e blocchi di ghiaccio (VIDEO)
Un comportamento che sembra appartenere solo ad alcuni esemplari, ma che conferma quello che si credeva un mito inuit
[10 Agosto 2021]
Da sempre, gli Inuit in Groenlandia e nell’Artico canadese orientale raccontano to storie di orsi polari (Ursus maritimus) che colpiscono trichechi (Odobenus rosmarus) sulla testa con una grossa pietra o con un blocco di ghiaccio. Finora gli scienziati avevano relegato questi racconti tra leggende inuit, come il mito degli orsi mutaforma.
Ma il persistere di questi racconti che si sono trasformati in rapporti, compreso l’avvistamento di questo comportamento degli orsi polari da parte di un cacciatore Inuk alla fine degli anni ’90, insieme alle foto dell’orso polare “GoGo” che in uno zoo giapponese utilizza strumenti per ottenere pezzi di carne sospesi, ha portato alcuni ricercatori a indagare ulteriormente.
Ne è venuto fuori il recente studio “Do Wild Polar Bears (Ursus maritimus) Use Tools When Hunting Walruses (Odobenus rosmarus)?”, pubblicato recentemente su Arctic da Ian Stirling dell’università dell’Alberta. Edmonton, Alberta, Kristin Laidre dell’università di Washington – Seattle e da Erik Born del Greenland Institute of Natural Resources, che ricorda che «Dalla fine degli anni 700, segnalazioni di orsi polari (Ursus maritimus) che utilizzavano strumenti (come pezzi di ghiaccio o pietre) per uccidere trichechi (Odobenus rosmarus) furono comunicati verbalmente da guide Inuit a vari esploratori e naturalisti. Le guide in questione si basavano su conoscenze ecologiche tradizionali locali (TEK), nonché interpretazioni di tracce nella neve o resoconti di avvistamenti diretti da parte di cacciatori Inuit che hanno effettuato le segnalazioni».
Stirling, uno dei maggiori esperti di orsi polari del mondo, ha detto a ScienceNews che «La mia osservazione generale è stata che se un cacciatore Inuit esperto ti dice che ha visto qualcosa, vale la pena ascoltarlo e molto probabilmente ha ragione».
Gabriel Nirlungayuk, un cacciatore Inuk di Rankin Inlet nel Nunavut, in Canada, dice di aver sentito molte storie sugli orsi polari che usano strumenti per cacciare i trichechi: «Ho visto gli orsi polari da quando avevo probabilmente 7 anni. Sono stato intorno a loro, ho cacciato al loro fianco e ho visto i loro comportamenti. I cacciatori più intelligenti di solito sono le orse. A volte, gli orsi polari ingannano le giovani foche per avvicinarsi fingendo di dormire in mare aperto. Altre volte ho visto che un orso polare può annusare il foro di respirazione di una foca nel ghiaccio, anche se è oscurato dalla neve. Ho lavorato con gli Inuit sulla conoscenza tradizionale per molto tempo e uno dei miei argomenti preferiti sono gli orsi polari, perché la scienza spesso suggerisce una cosa e gli Inuit ne dicono un’altra».
Lo studio puntava a valutare la possibilità che gli orsi polari possano occasionalmente utilizzare strumenti per cacciare i trichechi in natura ed è arrivato ad alcune conclusioni che si basano su 3 considerazioni: «1) le osservazioni descritte ai primi esploratori e naturalisti dai cacciatori Inuit sull’uso di strumenti da parte degli orsi polari; 2) documentazione recente attribuibile a cacciatori e scienziati Inuit; 3) recenti avvistamenti dell’orso polare in uno zoo che utilizzano spontaneamente strumenti per accedere a una nuova fonte di cibo».
Secondo i tre scienziati, «Queste osservazioni, combinate con esperimenti pubblicati sugli orsi bruni (Ursus arctos), confermano che in cattività sia gli orsi bruni che quelli polari sono in grado di concettualizzare l’uso di uno strumento per ottenere cibo che altrimenti non sarebbe accessibile. Sulla base delle informazioni raccolte da tutte le nostre fonti, questo potrebbe essere stato occasionalmente il caso in natura. Suggeriamo che l’eventuale uso di attrezzi da parte degli orsi polari in natura non è frequente ed è per lo più limitato alla caccia al tricheco, a causa delle grandi dimensioni di questa specie, della difficoltà nell’abbattere e delle zanne potenzialmente letali che possiede, sia per autodifesa che per attaccare direttamente un predatore».
Nell’Artico ci sono circa 26.000 orsi polari selvatici che costituiscono 19 sottopopolazioni e che si nutrono principalmente di foche. A causa del cambiamento climatico, il ghiaccio marino artico sta rapidamente scomparendo e gli scienziati prevedono che molte popolazioni di orsi polari si estingueranno entro la fine del secolo. Gli orsi polari, affamati e disperati, attaccano sempre di più i trichechi, ma la Laidre fa notare che «Ci sono dei limiti al numero di trichechi che un orso adulto può abbattere. Ci vuole molta energia». E non sempre – anzi quasi mai – un orso polare esce vincitore da uno scontro con un mastodontico tricheco che può raggiungere le 2 tonnellate di peso, lungo fino a 3,6 metri e dotato di zanne lunghe un metro e pesanti 5 Kg..
Andrew Derocher, direttore del Polar Bear Science Lab all’università dell’Alberta – Edmonton, che non ha partecipato allo studio, è d’accordo: «Se fossi un orso polare, l’unica specie che vorrei davvero colpire in testa con un pezzo di ghiaccio sarebbe un tricheco». Anche per lui, «Potrebbero essere solo alcuni orsi polari ad attuare questo comportamento. Ad esempio, se una madre orsa capisse come usare il ghiaccio o la pietra in questo modo, è qualcosa che la sua prole apprenderebbe, ma non è necessariamente un’abilità che acquisirebbero gli orsi polari in tutto l’Artico».
Tra gli animali, l’utilizzo di strumenti per risolvere i problemi è stato a lungo considerato un indicatore di un livello superiore di ciò quella che gli esseri umani considerano intelligenza: i nostri cugini scimpanzé costruiscono lance per cacciare mammiferi più piccoli, i deg lfini setacciano la sabbia con in bocca spugne marine per scovare le prede senza ferirsi; gli elefanti lanciano tronchi o rocce sulle recinzioni elettriche per entrare nei campi coltivati».
Stirling evidenzia che mancano studi sulle capacità cognitive degli orsi polari: «Non sappiamo assolutamente nulla di sperimentale od oggettivo. Tuttavia, abbiamo una grande quantità di informazioni osservative che tendono a suggerire che gli orsi polari siano davvero intelligenti».
Si presume che i membri della famiglia degli orsi, Ursidae, abbiano forti capacità cognitive grazie al loro grande cervello e delle loro sofisticate strategie di caccia. Gli studi sugli orsi neri americani in cattività hanno rivelato persino delle capacità mentali che sembrano superare quelle dei primati.
Dopo la pubblicazione del nuovo studio, Stirling ha ricevuto da Anthony Pagano – uno scienziato dellUS Geological Survey di Anchorage, in Alaska – il video che pubblichiamo, girato grazie alla videocamera GoPro che aveva applicato a un orso polare selvatico. «Quel filmato – conclude Stirling – mostra una femmina di orso polare che fa scivolare un grosso blocco di ghiaccio prima di gettarlo in acqua contro una foca».