Gli escrementi degli uccelli aumentano il rischio di resistenza agli antibiotici

Le feci di gabbiani, anatre e corvi che vivono in ambienti urbani ospitano abbondanti batteri resistenti

[22 Luglio 2020]

Secondo lo studio “High levels of antibiotic resistance genes and opportunistic pathogenic bacteria indicators in urban wild bird feces”, pubblicato su Environmental Pollution da un gteam di ricercatori cinesi della Nankai University e statunitensi della Rice University, «La cacca di uccelli può rappresentare più rischi per la salute di quanto le persone si rendano conto».

Il team di ricerca sin-statunitense ha trovato  alti livelli di geni che codificano la resistenza agli antibiotici nei patogeni opportunistici presenti negli escrementi di anatre, corvi e gabbiani che vivono negli ambienti urbani.

Studi precedenti avevano  scoperto che i geni (ARG) e i batteri (ARB) possono passare agli esseri umani mentre nuotano, entrano in contatto con le feci o il suolo dove vengono depositate o per l’inalazione di particelle fecali aerosolizzate. Gli studi hanno anche analizzato le feci degli uccelli che si trovano vicino agli hotspot ARG come gli impianti di trattamento delle acque reflue e gli scarichi dei reflui degli allevamenti di pollame. Ma il nuovo studio è andato ancora più a fondo per quantificare l’abbondanza, la diversità e la persistenza stagionale degli ARG.

Uno degli autori dello studio, Pedro J.J. Alvarez del Department of civil and environmental engineering della Rice University, sottolinea che «”Ancora non comprendiamo appieno quali fattori esercitino una pressione selettiva per il verificarsi dei REG nel sistema gastrointestinale degli uccelli selvatici urbani. Gli antibiotici residui che vengono accidentalmente assimilati durante il foraggiamento sono probabilmente uno di questi fattori, ma sono necessarie ulteriori ricerche per discernere l’importanza di altri potenziali fattori eziologici, come la dieta degli uccelli, l’età, la struttura del microbioma intestinale e altri fattori di stress».

Il team guidato da Huiru Ehao, dell’università di Nankai e Ruonan Sun della Rice ha confrontato campioni di escrementi “appena depositati” di ogni specie trovati nell’area di Houston durante i mesi invernali ed estivi con campioni di pollame e bestiame noti per trasportare alcune delle stesse mutazioni e hanno scoperto che «gli ARP in tutte le specie, indipendentemente dalla stagione, codificavano una resistenza significativa agli antibiotici tetraciclina, beta-lactam e sulfonamide» e .sono stati sorpresi nel vedere che l’abbondanza relativamente elevata di ARG era paragonabile a quella che si trovao nelle feci fresche del pollame occasionalmente alimentato con antibiotici».

Nelle feci degli uccelli urbani hanno anche scoperto che l’intI1, un gene integrone-integrasi, che facilita la rapida acquisizione batterica della resistenza agli antibiotici, era 5 volte più abbondante negli uccelli selvatici urbani che negli animali da fattoria.

Per Alvarez, «I nostri risultati indicano che gli uccelli selvatici urbani sono un serbatoio trascurato ma potenzialmente importante di geni della resistenza antimicrobica, anche se il loro significato come vettori per la trasmissione diretta di infezioni resistenti è possibile ma improbabile a causa della bassa frequenza del contatto umano».

Il team ha anche cercato ARG nel suolo fino a 1 pollice di profondità intorno ai depositi di guano uccelli e ha scoperto che sono «moderatamente persistenti nell’ambiente, con emivite fino a 11,1 giorni».

Tra le tre specie analizzate, i corvi hanno mostrato un livello significativamente più basso di ARG durante l’estate rispetto alle anatre e gabbiani e Sun dice che «Questo è probabilmente dovuto alle differenze nelle loro nicchie ecologiche, modelli di foraggiamento e microbioma intestinale. I corvi sono onnivori e si nutrono di abbondanti alimenti naturali con contaminazioni meno antropogeniche in estate. Inoltre, la composizione del microbioma intestinale influisce sulla diffusione e l’arricchimento di ARG in vivo, influenzando quindi i livelli di ARG nelle feci escrete degli uccelli».

I ricercatori hanno anche scoperto che nelle feci di tutti gli uccelli sono comuni gli agenti patogeni opportunistici, tra i quali i batteri che causano infezioni delle vie urinarie, sepsi e infezioni respiratorie. In campioni raccolti durante l’inverno è stato rilevato un altro batterio associato all’intossicazione alimentare. «Le feci invernali – si legge nello studio –  contenevano più batteri cattivi che possono anche ospitare ARG, probabilmente a causa della minore inattivazione da parte della luce solare e delle differenze nei livelli di umidità e temperatura».

Yu conclude: «Il nostro studio sensibilizza l’opinione pubblica perché eviti il contatto diretto con gli escrementi di uccelli nelle aree pubbliche urbane, in particolare per le popolazioni vulnerabili o sensibili. Nel frattempo, anche una pulizia regolare dovrebbe contribuire a mitigare i rischi per la salute».