Gli animali che riescono a vivere nei vulcani di asfalto sottomarini del Santa Barbara Channel

I ricercatori documentano le singolari comunità animali di un habitat marino molto raro

[15 Febbraio 2023]

Il petrolio che filtra naturalmente dal Santa Barbara Channel  è un problema per i bagnanti perché a volte  ricopre le coste di macchie di catrame. Ma la fuoriuscita di petrolio crea anche affascinanti caratteristiche geologiche e biologiche. A circa 10 miglia dalla costa di Santa Barbara, in California,  diversi tumuli nerissimi interrompono il piatto e fangoso fondale marino: si tratta di  vulcani d’asfalto, praticamente unici al mondo, che rappresentano un habitat raro in una regione nota per la sua biodiversità sottomarina.

Lo studio “The fish assemblages associated with asphalt volcanoes in the Santa Barbara Channel, California, USA”, pubblicato sul Bulletin of Marine Science da un team di ricercatori guidato dal Marine Science Institute dellì’università della California – Santa Barbara (UCSB) ha realizzato la prima descrizione dettagliata delle comunità animali che vivono si queste formazioni sottomarine e descrive dettagliatamente  i diversi tipi di pesci che vivono sopra e intorno ai vulcani che eruttano catrame caldo invece di lava-<.

Questi strani vulcani sono stati scoperti per la prima volta nel Golfo del Messico e sono strutture lisce, cumuli che lentamente possono arrivare fino a qualche decina di metri dal fondale. Nel 2010, un team guidato da Dave Valentine dell’UCSB  ha documentato due vulcani nel Canale di Santa Barbara, che sono stati chiamati hanno chiamato Il Duomo e Il Duomito; il più alto dei due, Il Duomo, è alto circa 20 metrii. Il team pubblicato un resoconto della geologia dei due vulcanelli  e ha caratterizzato l’habitat. Da allora, gli scienziati hanno trovato solo un altro sito con vulcani sottomarini di asfalto, al largo della costa dell’Angola.

Il principale autore del nuovo studio, Milton Love del il Marine Science Institute dell’UCSB, «Evidenzia che Anche nel nostro canale, che ha molte filtrazioni, ci sono solo due vulcani di asfalto che conosciamo. Quindi ci vuole un insieme quasi unico di circostanze per formarli». Anche per questo, finora non si sapeva praticamente nulla degli animali che vivono sui vulcani di asfalto, a parte una breve descrizione fornita da Valentine e dai suoi coautori nel loro studio del 2010. Quindi, Love e i suoi colleghi hanno utilizzato le riprese di un veicolo sottomarino autonomo per caratterizzare le comunità ittiche che abitano queste straordinarie strutture. Il loro obiettivo era capire chi ci vive dove e perché. Il team ha passato al setaccio i vulcani sottonarini per 8 ore, scattando 2.743 immagini e costruendo gradualmente un elenco delle specie presenti.

Sebbene la densità dei pesci fosse bassa, il team ha scoperto un habitat relativamente diversificato: 1.836 pesci che rappresentano non meno di 43 specie. E almeno il 53,5% di queste specie erano scorfani. »Questo è ciò che ti aspetteresti di trovare se osservassi una barriera corallina alta e abbastanza liscia in quest’area», ha detto Love.

Alcuni pesci preferivano i pendii uniformi dei vulcani, compresi gli scorfani come la spinaspada (Sebastes ensifer), macchia verde (Sebastes rosenblatti) e a macchie verdi (Sebastes chlorostictus), mentre poachers e pesci piatti popolavano il fondale fangoso che circondava i vulcanelli. Ma, stranamente, intorno ai vulcani di asfalto c’erano aree ampie diversi metri prive di pesci piatti. Love sospetta che «I pesci di quel tipo che si sono avventurati troppo vicino siano stati individuati contro il catrame nero e mangiati».

I ricercatori hanno osservato alcuni taxa che si muovevano tra il fango e i bordi dell’asfalto eruttato dal vulcano, come il pesce pettine a spina corta (Zaniolepis frenata), lo scorfano striato verde (Sebastes elongatus) e la chimera elefante (Hydrolagus colliei). Particolarmente rare erano pesci come il bocaccio (Sebastes paucispinis)  e i merluzzi che preferiscono aree v con angoli e fessure che sono assenti sui pendii lisci dei vulcani d’asfalto, così come nel  fondale marino circostante.

Gli autori dello studio fanno notare che «Tuttavia, anche piccole quantità di asfalto presenti  in un’immagine hanno avuto un effetto sostanziale sulle specie che sono state osservate, dato che i pesci del fondale marino si tengono lontani dal catrame indurito».

Anche se ora sono dormienti, i vulcani di asfalto sono  strutture relativamente nuove. «Probabilmente si sono sviluppati circa 40.000 anni fa –  spiega Love – ed erano molto diversi solo poche migliaia di anni fa. Quello che vediamo ora non l’avremmo visto nemmeno 20.000 anni fa, quando c’erano i massimi glaciali e i minimi del livello del mare. A quel tempo, la più alta di queste strutture sarebbe stata solo poche decine di piedi sotto la superficie. Avrebbe avuto un gruppo completamente diverso di pesci e invertebrati, e avrebbe avuto alghe dappertutto . Oggi i vulcani hanno una bellezza assoluta. Invertebrati colorati emergono in netto rilievo contro il substrato nero. Hanno tutti i tipi di spugne e coralli di acque profonde».

Un animale arancione particolarmente sorprendente sembra bordare crepe e fessure: è un anemone di mare? Nessuno sembra saperlo e il team di ricercatori spera di pubblicare in futuro un resoconto sulle popolazioni di invertebrati che vivono nei vulcani di asfalto.

Sfortunatamente, il team ha anche trovato prove di pesca illegale, tra cui lenze perse, piombi e persino una carcassa di scorfano ancora all’amo.

Love conclude: «Sebbene le comunità ittiche siano tipiche della zona, la California dovrebbe proteggere questi siti, data la loro unicità. Non solo ci sono solo tre posti conosciuti che hanno questo habitat, ma questo è l’unico in acque poco profonde».