Il governo scozzese: provvedimenti anti-natura che non devono essere applicati in Scozia

Gli ambientalisti britannici: il nuovo governo conservatore all’attacco della natura

Appello agli elettori: non lasciate che ciò accada in vostro nome

[13 Ottobre 2022]

Secondo The National Trust, Royal Society for the Protection of Birds (RSPB) e Wildlife Trusts, il nuovo governo conservatore britannico ha lanciato un triplice attacco alla natura: «Giovedì 22, il governo del Regno Unito ha definito i dettagli dei piani per modificare o eliminare leggi ambientali essenziali. Queste leggi includono gli Habitat Regulations che proteggono alcuni dei nostri luoghi verdi e selvatici più vulnerabili in tutto il Regno Unito. Difendono anche la nostra acqua pulita, aria pulita, spiagge e fiumi puliti. Venerdì 23, il governo del Regno Unito ha annunciato ulteriori piani per creare almeno 38 “zone di investimento” in Inghilterra che potrebbero distruggere le regole di pianificazione, il che significa che gli alloggi e insediamenti commerciali potrebbero essere incentivati ​​a danneggiare la natura con poche o nessuna restrizioni. Il governo del Regno Unito ha anche segnalato di voler realizzare queste zone di investimento in Irlanda del Nord, Scozia e Galles. Inoltre, circolano voci secondo le quali il governo avrebbe anche deciso di demolire uno programma vitale in Inghilterra che avrebbe aiutato i nostri agricoltori e proprietari terrieri a migliorare la natura, creare spazio per specie e habitat rari e utilizzare la loro terra per assorbire carbonio e lavorare per il net zero. Tutto questo è fondamentale per la nostra sicurezza alimentare a lungo termine. I nostri agricoltori sono alcuni dei più grandi campioni della natura. Ma alla cassa non vengono ricompensati per il lavoro che fanno per la natura. Non recupereremo mai le specie minacciate senza di loro e senza i giusti programmi».

Per le tre grandi associazioni protezionistiche britanniche «Una sola di queste azioni sarebbe un disastro. Nel loro insieme, in una successione così rapida, senza dibattito o controllo, sono un attacco alla natura. Siamo in un’emergenza natura e clima. Allora perché, in un momento in cui abbiamo più bisogno della natura e la natura ha bisogno di noi, il nuovo governo del Regno Unito ci sta preparando a fallire?»

The National Trust, RSPB e Wildlife Trusts ricordano che «Il Regno Unito è uno dei Paesi più poveri di natura del pianeta. La nostra fauna rimanente sta già lottando, con oltre il 40% delle nostre specie in declino. A livello globale, stiamo per impegnarci affinché il 30% del mondo si prenda cura della natura entro il 2030. Ma le azioni parlano più delle parole. Questi nuovi piani saranno un enorme passo nella direzione sbagliata. Se non abbiamo un ecosistema sano e funzionante o un clima stabile, le nostre attività non avranno successo e non ci sarà crescita. L’ambiente non è un optional a cui possiamo pensare in seguito: è ciò da cui dipendono le nostre vite, la nostra stessa sopravvivenza».

Le tre associazioni lanciano un allarme e un deciso attacco al governo di Liz Truss: «A partire da ora, la nostra fauna selvatica sta affrontando la sua più grande minaccia da decenni. Per molte delle nostre specie vulnerabili, questo sarà l’ultimo chiodo nella bara. Dalla Cornovaglia a Ceredigion, da Antrim all’Aberdeenshire, il governo sta mettendo a rischio le case di specie vulnerabili tra cui lontre, uccelli, delfini e pipistrelli. Questo è un attacco alla fauna selvatica nella tua zona e ai luoghi che amiamo. Insieme, possiamo fermare la distruzione della natura, ma dobbiamo agire ora. Abbiamo una semplice richiesta: dì ai decisori come ti senti e scrivi una lettera al tuo parlamentare. Non lasciare che il governo faccia questo in tuo nome.  La natura ha bisogno di te ora, più che mai».

La RSPB aggiunge che «Un obiettivo per ripristinare la natura non è sufficiente se stai smantellando le stesse protezioni che ti aiuteranno a raggiungerlo. E’ come dire che vuoi guidare fino a Londra, ma poi togli le ruote e svuoti il serbatoio del carburante prima di partire. L’ambizione c’è ancora, ma non ci sarebbero molti progressi. Le protezioni per il nostro mondo naturale sono state rafforzate e migliorate in decenni di giurisprudenza, impegno aziendale ed esperienza duramente conquistata. Sono qualcosa di cui dovremmo essere orgogliosi e sforzarci di migliorare».

Un portavoce del governo ha risposto che « Il governo sta migliorando i regolamenti e le leggi sulla fauna selvatica, in linea con la nostra visione ambiziosa. Un ambiente forte e un’economia forte vanno di pari passo».

Ma in un’intervista congiunta alla BBC Hilary McGrady, che dirige il National Trust, l’amministratore delegato dei Wildlife Trusts, Craig Bennett, e Beccy Speight della RSPB hanno ribadito le loro pesanti critiche al governo per quella che hanno definito «Un’inversione di marcia rispetto alle promesse del manifesto conservatore sull’ambiente».

E’ la prima volta che i leader dei tre gruppi formano una coalizione di così alto profilo e così decisa, un’unione che preoccupa il governo visto che, insieme. Le tre organizzazioni hanno 8 milioni di soci e che secondo l’RSPB in due settimane, i suoi iscritti hanno inviato 106.000 e-mail ai loro parlamentari.

Per la McGrady, «Questo è sicuramente il più grande attacco alla natura visto nella mia vita e per non parlare della mia carriera. Questo è senza precedenti, ecco perché stiamo facendo un passo avanti con RSPB e Wildlife Trusts».

Bennett ha aggiunto: «Scegliamo le nostre battaglie con molta attenzione e non lo facciamo molto spesso. Al Wildlife Trusts sentiamo che anche decine di migliaia di nostri sostenitori, anche un numero enorme di agricoltori e aziende sono preoccupati. Questo vale in tutta la società».

Mentre i gruppi di attivisti come Extinction Rebellion e Just Stop Oil fanno azioni dirette clamorose, i soci di National Trust, RSPB e Wildlife Trusts (molti dei quali votano per i conservatori) vengono più spesso associati all’escursionismo, al birdwatching o alla visita di vecchie ville signorili piuttosto che all’azione ecologista. Ma la Speight e Bennett hanno detto alla BBC che « Siamo pronti a organizzare una marcia a Londra se il governo non ci fornirà le garanzie che stiamo chiedendo».

»Tutte le opzioni sono sul tavolo. in termini di ciò che avverrà dopo – ha affermato la leader della RSPB – Questo è qualcosa che semplicemente non possiamo permettere che vada avanti. Ogni campagna ha molti strumenti nella cassetta degli attrezzi. Dobbiamo prepararci a utilizzare tutti gli strumenti che saranno efficaci.

La McGrady non ha escluso di chiamare i suoi soci alla mobilitazione: «Faremo ciò che è la cosa più efficace da fare. A un certo punto perderemo la pazienza. Né io né Bennett erano stati invitati a incontrare il nuovo segretario all’ambiente Ranil Jayawardena, cosa che non è normale».

Altre importanti organizzazioni che sono nettamente contrari alle nuove politiche (anti)ambientali del governo conservatore includono Angling Trust, Rivers Trust, Woodland Trust, Wildlife and Countryside Link, insieme a numerose associazion i e comitati locali e regionali. E anche gli ambientalisti dell’Irlanda del Nord respingono i cambiamenti pianificati alla legislazione ambientale .

Il governo autonomo scozzese  ha definito «anti-natura» i progetti di legge del governo britannico e, dopo aver difeso la normativa europea che Liz Truss vuole cancellare, ha evidenziatio in un durissimo comunicato ufficiale che «Siamo particolarmente preoccupati per il fatto che questo attacco alla natura sia giunto in un momento critico mentre ci avviciniamo al vertice delle Nazioni Unite sulla biodiversità della CoP15 alla fine di quest’anno. Il governo scozzese è impegnato a sostenere un quadro globale ambizioso per fermare e invertire il declino della biodiversità, ma questo improvviso e fondamentale cambiamento di posizione significa che le nostre opinioni non sono più rappresentate e ha minato la capacità del Regno Unito di avere un’influenza positiva sull’esito del colloqui. Vi esortiamo vivamente a riconsiderare sia le misure contro la natura stabilite nel mini-bilancio sia il respingimento della proposta di legge sull’Ue. Se si dovesse procedere indipendentemente dalle nostre preoccupazioni e da quelle dell’opinione  pubblica e della società civile in tutto il Regno Unito, vogliamo almeno la garanzia che nessuna di queste misure si applicherà in Scozia senza il consenso specifico del governo scozzese. Ci aspettiamo che la questione venga presa in considerazione alla prossima IMG-EFRA (Inter Ministerial Group for Environment, Food and Rural Affairs, ndr) il 24 ottobre».