Pubblicato oggi rapporto annuale della Fao

Foreste, in 25 anni dimezzato il tasso di abbattimenti. Ma gli alberi continuano a cadere

Dal settore forestale 600 miliardi di Pil all’anno e lavoro per 50 milioni di persone

[7 Settembre 2015]

Mentre nel 1990 le foreste costituivano il 31,6% del territorio mondiale, circa 4.128 milioni di ettari, nel 2015 questo dato è sceso al 30,6%, vale dire circa 3.999 milioni di ettari. Secondo il rapporto di valutazione globale della Fao, The Global Forest Resources Assessment 2015, pubblicato oggi, in 25 anni  sono dunque andati perduti circa 129 milioni di ettari di foresta – un’area equivalente, per dimensioni, quasi all’intero Sudafrica.

Sulla lunga distanza, però, la lotta contro la deforestazione dimostra di saper macinare anche successi. Nell’ultimo quarto di secolo il tasso di deforestazione globale netto è ridotto di oltre il 50%, una percentuale più che ragguardevole: siamo passati dallo 0,18% dei primi anni ‘90 allo 0,08% nel periodo 2010-2015. Numeri apparentemente piccoli, ma che significano molto.

«Le foreste svolgono un ruolo fondamentale nella lotta contro la povertà rurale, garantendo la sicurezza alimentare e fornendo mezzi di sostentamento – ha spiegato il direttore generale della Fao, José Graziano da Silva, al Congresso mondiale sulle foreste in corso questa settimana a Durban (Sudafrica) – Le foreste forniscono servizi ambientali vitali, garantendo aria e acqua pulite, la conservazione della biodiversità e la lotta contro il cambiamento climatico. La direzione del cambiamento è positiva, ma dobbiamo fare di più – ha dunque messo in guardia il direttore della Fao – Non riusciremo a ridurre l’impatto del cambiamento climatico e a promuovere lo sviluppo sostenibile se non salvaguardiamo le nostre foreste e utilizziamo in modo sostenibile le molte risorse che ci offrono».

Nella lotta ai cambiamenti climatici, le foreste rimangono d’altronde un alleato insostituibile. Deforestazione e degrado forestale aumentano la concentrazione di gas serra nell’atmosfera, ma le foreste e la crescita degli alberi assorbono anidride carbonica:  la Fao fa notare come una gestione più sostenibile delle foreste si tradurrà in una riduzione delle emissioni di carbonio, e si stima che tra il 2001 e il 2015 le emissioni totali di carbonio da foreste siano diminuite di oltre il 25%, principalmente a causa di un rallentamento nel tasso di deforestazione a livello globale.

Le foreste sono un elemento indispensabile al pianeta, a tutto tondo: sono ricche di diversità biologica, e ospitano più della metà delle specie terrestri di animali, piante e insetti. Ma il rapporto Fao evidenzia l’importanza fondamentale delle foreste anche per le persone e per l’economia globale. Il settore forestale contribuisce infatti con circa 600 miliardi di dollari all’anno al Pil mondiale e dà lavoro a più di 50 milioni di persone.

Oggi, la maggior parte (93%) della superficie forestale del mondo è foresta naturale – una categoria che comprende aree forestali primarie dove è stata minima l’interferenza umana, così come aree forestali secondarie che si sono rigenerate naturalmente; ma a crescere è soprattutto la foresta piantata, un’altra sottocategoria che rappresenta oggi il 7% della superficie forestale complessiva del mondo, con un incremento di oltre 110 milioni di ettari dal 1990. «La gestione delle foreste è notevolmente migliorata negli ultimi 25 anni – ha affermato Kenneth MacDicken, alla guida del team della Fao che ha prodotto il Global Forest Resources Assessment – Questo ha comportato pianificazione, condivisione delle conoscenze, leggi, politiche – tutta una serie di passi importanti che i paesi hanno attuato o stanno attuando».