Foreste Casentinesi: la tutela della biodiversità vola sulle ali di una farfalla e nuota con gli anfibi
L’Ue individua il Parco nazionale come capofila del Life WetFlyAnphibia
[21 Ottobre 2015]
L’obiettivo del progetto Life “WetFlyAmphibia, conservation of amphibians and butterflies of open wet areas and their habitats at the Foreste Casentinesi National Park” (WetFlyAnphibia) è quello della conservazione di anfibi e farfalle di interesse comunitario, degli ambienti umidi e dei loro habitat all’interno del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna.
L’Ente Parco spiega che «Il livello di biodiversità è direttamente collegato alle condizioni che rendono possibile la vita umana sulla terra. Le specie oggetto di questo Life, indicatrici dello stato di salute di un contesto naturale, sono anelli deboli nelle comunità animali: gli anfibi e le farfalle sono particolarmente sensibili alle modificazioni ambientali. Inoltre sono accomunate dal fatto di avere fasi giovanili che richiedono particolari condizioni: nel caso degli anfibi è vitale la presenza di zone umide ben conservate, mentre le farfalle necessitano di specifiche piante, funzionali alla loro alimentazione. Un terzo degli anfibi sono nella “Lista rossa” dell’ “I.U.C.N.” (International Union for Conservation of Nature), la più autorevole istituzione scientifica internazionale. Tra questi troviamo l’ululone appenninico, la salamandrina di Savii e il tritone crestato».
Nel Parco nazionale delle Foreste casentinesi lo stato di conservazione degli habitat umidi è buono ma gli studi sulla popolazione dell’ululone (Bombina pachypus), in forte declino a livello nazionale della salamandrina di Savii (Salamandrina terdigitata) e del tritone crestato (Triturus cristatus) tra gli anfibi, della falena dell’edera (Euplagia quadripunctaria) e della lanosa del prugnolo (Eriogaster catax) tra i lepidotteri, registrano una distribuzione irregolare a causa di diverse minacce, legate soprattutto all’alterazione e alla distruzione dei siti riproduttivi.
Il progetto WetFlyAnphibia punta a «mettere a sistema le conoscenze e gli approcci di gestione per permettere un’azione più incisiva di conservazione delle popolazioni e degli habitat associati, anche in relazione a specie botaniche rare o uniche».
Il progetto costerà 1.596.000 euro, il 59% del quale (948.000 euro)coperto dall’Unione Europea. Il Parco Nazionale partecipa al Life WetFlyAnphibia con 77.568 euro.
Al Parco Nazionale sottolineano che «Le misure previste porteranno alla individuazione di 156 aree di intervento per la realizzazione di nuove aree umide, al ripristino della vegetazione tipica degli habitat, alla conservazione del germoplasma ex situ delle principali specie vegetali, alla loro riproduzione e collocazione nei siti prescelti. Verranno quindi approfondite pozze, installate recinzioni, scale di rimonta, allestiti o ripristinati fontanili/abbeveratoi e creati sottopassaggi, opere di captazione e condotte».
La fase successiva prevede la reimmissione di individui di ululone e Salamandrina nelle aree di conservazione e consolidamento. Per gli esemplari di Bombina pachypus si prevede un allevamento ex-situ in un impianto allestito appositamente per la riproduzione e una successiva reimmissione in natura. Invece per la Salamandrina terdigitata si effettuerà un trasloco di esemplari in fase giovanile. Invece è stata considerata non necessaria la reimmissione di individui di tritone crestato per la sua maggiore capacità di spostamento e colonizzazioni di nuovi siti.
Il presidente del Parco Nazionale, Luca Santini,è molto soddisfatto: «Abbiamo già partecipato a progetti della Comunità europea. Ma il ruolo che ci viene riconosciuto questa volta all’interno del Life “WetFlyAnphibia”, quello di “capofila”, a fianco di istituzioni universitarie di primissimo livello – Bologna e Pavia – è di assoluto prestigio. Questo dimostra che le misure per la promozione dello sviluppo economico dell’area protetta che stiamo portando avanti in questi anni ben riescono a coniugarsi con progetti di conservazione della natura che si inscrivono nelle migliori esperienze scientifiche a livello europeo».