Eradicati i ratti di Tetiaroa, l’isola di Marlon Brando

Il ripristino ecologico dell’atollo avvantaggia anche gli ecosistemi marini

[31 Agosto 2022]

L’ONG internazionale   Island Conservation ha appena completato l’eradicazione di due specie di ratti invasive da tutti i motu (piccole isole) dell’atollo di Tetiaroa nella Polinesia francese. Tetiaroa, che è stata la dimora dell’attore cinematografico Marlon Brando, ha subito una significativa perdita di biodiversità a causa dell’introduzione involontaria dei ratti da parte dei primi navigatori e questo degrado del biotopo minacciava di portare all’estinzione alcune specie di flora e fauna autoctone dell’atollo.

Per impedirlo, Island Conservation ha collaborato con la Tetiaroa Society e l’hotel Le Brando per proporre un programma di conservazione per l’atollo di Tetiaroa volto all’eliminazione delle specie invasive e al ripristino degli ecosistemi terrestri e marini dell’isola e l’associazione ambientalista sottolinea che «Questo progetto, una volta assicurato il suo successo, consentirà un aumento significativo del numero di uccelli marini ma anche di altre specie ad essi imparentate e di “collegare” tra loro ecosistemi terrestri e marini».

Island Conservation è convinta che, con il passare del tempo, questo atollo finalmente prospero potrebbe addirittura diventare un rifugio per alcune specie minacciate di estinzione come la tortorina della Polinesia, che nelle nelle Tuamotu chiamano tutururu (Alopecoenas erythropterus)) e il Kivikivi o piro-piro delle Tuamotu .(Prosobonia parvirostris) e i benefici che si rifletteranno sull’ambiente marino porteranno a barriere coralline e a una vita marina più sane.

Le Brando è un hotel di lusso unico nella Polinesia francese: sorge su Tetiaroa, una bellissima isola privata con panorami mozzafiato che è un atollo composto da 12 piccole isole che circondano una laguna paradisiaca a 50 chilometri a nord-est di Tahiti. L’hotel Le Brando «Si impegna a preservare e proteggere lo splendore naturale e la preziosa biodiversità di Tetiaroa, a rispettare e sostenere la cultura, l’ospitalità e le tradizioni polinesiane, ma anche a raggiungere un’impronta di carbonio trascurabile».

Richard Griffiths, chief operating officer di Island Conservation, racconta che «Eradicare le due specie di ratti presenti su questo atollo è stata una grossa sfida. Sono stati necessari diversi mesi di preparazione per comprendere l’entità della minaccia e determinare la portata dell’intervento».

Dopo ripetute interruzioni del progetto dovute alla pandemia di Covid-19, l’operazione di eradicazione ha finalmente partire a giugno e luglio, grazie al duro lavoro di oltre 60 dipendenti e volontari, per arrivare al ripristino dei 5,2 km2 previsti nel progetto. Sono stati tagliati e delimitati ben 260 chilometri di percorsi, in particolare attraverso circa 13.000 singoli punti di segnalazione che hanno consentito l’accesso alle aree vitali per tutti i roditori presenti sull’atollo.

Secondo Stan Rowland, presidente della Tetiaroa Society, «L’eradicazione di queste specie invasive consentirà alla vita animale e vegetale autoctona di Tetiaroa di prosperare di nuovo. Il nostro ecosistema vulnerabile non può funzionare con le persistenti minacce delle specie invasive. Lavorare con Island Conservation ha assicurato che le specie autoctone come tartarughe, granchi terrestri e altri invertebrati siano finalmente preservate. Inoltre, quando si ripristina la fauna e la flora terrestre, agisce in modo profondamente positivo sugli altri ecosistemi che le sono legati».

Solo molto recentemente  si è cominciato a comprendere e valutare la connessione tra gli ecosistemi e questa ha iniziato a svolgere un ruolo nei progetti di conservazione negli ambienti insulari. Griffiths spiega che «Tendiamo a non prestare sufficiente attenzione a questo momento in cui le strette connessioni tra gli ecosistemi marini e terrestri sono state interrotte. Il ruolo che svolgono gli uccelli marini, ad esempio, non va sottovalutato. Sono essenziali per la rigenerazione degli ecosistemi vicini, trasportando i nutrienti dal mare alla terra che poi tornano lentamente nell’oceano, stimolando la crescita dei coralli e consentendo alle popolazioni ittiche, al plancton e a innumerevoli altre specie marine di prosperare. Ci aspettiamo di vedere un numero maggiore di uccelli marini che ritornano sull’isola. Ora è possibile prevedere che le popolazioni si riprendano, migliorando così la resilienza di queste specie che tornano nei loro areali precedenti. La continuazione di questo programma di ripristino deve ora garantire, attraverso la ricerca e un monitoraggio approfondito, che questi immensi benefici per gli ecosistemi terrestri e marini continuino».

La missione della Tetiaroa Society è quella di garantire che le comunità insulari e polinesiane abbiano un futuro ricco come il loro passato, costruendo la loro resilienza al cambiamento globale, ripristinando i loro ecosistemi e preservando le loro culture e Rowland conclude: «Tetiaroa è in una posizione unica per diventare un sito di ricerca ecologica modello per il ripristino degli atolli. Siamo entusiasti di consentire lo studio di queste connessioni tra ecosistemi e di immaginare che un intervento così mirato possa portare a una straordinaria quantità di cambiamenti positivi che va ben oltre questa singola isola».